L'accaduto
martedì 10 Dicembre, 2024
di Francesca Dalrì
Trecento metri cubi di roccia sono crollati domenica sera in località Ischia a Mezzocorona, staccandosi dalla parete subito sopra Castel San Gottardo. A dare l’allarme sono stati gli abitanti che attorno alle 22.20 hanno segnalato un forte boato proveniente dalla zona del castello. La roccia è franata infatti proprio dalla «tettoia» che sovrasta i ruderi del castello.
Sul posto domenica sera sono subito intervenuti i vigili del fuoco volontari di Mezzocorona, che hanno illuminato l’area con le fotoelettriche, e il corpo permanente di Trento, che ha compiuto un sorvolo con i droni per monitorare la zona. Nella notte, poi, il servizio Geologico della Provincia ha eseguito le prime valutazioni, mentre ieri mattina è stato compiuto un sorvolo con il nucleo elicotteri per avere maggior contezza dell’accaduto.
«Il vallo tomo costruito in quell’area ha fatto la differenza – afferma il primo cittadino Mattia Hauser –. In quattro anni ne abbiamo realizzati tre e quanto è accaduto è la prova che sono fondamentali per proteggere l’abitato». Quello che ha protetto le case e le aree sottostanti dalla frana di domenica sera è stato realizzato nel 2022 proprio in seguito a un altro crollo, avvenuto nel 2021. L’opera ha trattenuto gran parte del materiale franato, evitando che il materiale roccioso proseguisse lungo il versante e raggiungesse le aree agricole. La parte del Monte di Mezzocorona che ha ceduto è stata raccolta dal vallo tomo, come si vede dalle immagini scattate. Secondo il sopralluogo effettuato dal servizio geologico della Provincia, sarà ora sufficiente eseguire un intervento di manutenzione per verificare eventuali danneggiamenti della struttura di difesa, nonché rimuovere il materiale accumulato nel vallo tomo, al fine di garantire la massima efficienza del sistema in caso di futuri crolli.
L’accesso a ciò che resta del maniero, lo ricordiamo, è interdetto da tempo al pubblico proprio per la pericolosità dell’area che ricade in zona rossa. La volontà dell’amministrazione Hauser è tuttavia quella di «salvare il salvabile e valorizzare ciò che resta». Proprio a questo scopo, il sindaco sta lavorando da tempo per chiudere il prima possibile l’accordo con gli eredi Firmian, proprietari di quella che un tempo fu proprio la dimora dei conti di Mezzocorona, nonché del bosco circostante sin dal 1480. «La frana non inficia in alcun modo l’accordo che è quasi pronto per la firma, mancano solo alcune questioni burocratiche – ci spiega il primo cittadino –. L’accesso al maniero rimarrà interdetto anche dopo il suo passaggio all’amministrazione comunale. Il nostro obiettivo è salvare il salvabile, valorizzando quello che c’è, magari attraverso l’installazione di un sistema di illuminazione. Si tratta più di una questione di cuore e di responsabilità nei confronti del territorio visto il valore di questa costruzione unica nel suo genere». Realizzato in una fenditura della parete rocciosa prima del 1181, il castello rappresenta infatti uno dei più suggestivi (nonché uno dei pochi) esempi di costruzione medievale dell’arco alpino all’interno di una roccia naturale.
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