dopo il video
martedì 12 Marzo, 2024
di Mariano Marinolli
Non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo base jumper che si lancia nel vuoto dallo skywalk, la piattaforma a strapiombo sul paese inaugurata lo scorso mese di luglio. Fa tanto discutere il video del paracadutista sconosciuto che girava sui social nei giorni scorsi, mandando su tutte le furie il sindaco Mattia Hauser: «Un vero incosciente! Gente che se me infischia della mia ordinanza di divieto di usare lo skywalk come rampa di lancio per quanti praticano il cosiddetto volo veloce».
Il sindaco, infatti, subito dopo l’apertura al pubblico della terrazza che sporge dal precipizio nei pressi della stazione a monte della funivia, aveva emesso l’ordinanza nella quale si stabiliscono regole ben precise per l’accesso allo skywalk, prima fra tutte il divieto assoluto di lanciarsi con qualsiasi tipo di attrezzatura per il volo individuale. Anche installare una webcam per tenere sorvegliata la zona, servirebbe a poco poiché risulterebbe praticamente impossibile riconoscere il base jumper. Per altro, impossibile stabilire quando il video sia stato registrato; sicuramente non nello scorso fine settimana, quando pioveva a dirotto. Ciò che ha fatto arrabbiare il sindaco è che ad una cinquantina di metri ci sono le funi della funivia ed è estremamente rischioso lanciarsi dallo skywalk sia per il base jumper, sia per l’impianto di risalita. «Nei prossimi giorni convocherò i rappresentanti delle forze dell’ordine per capire come si può mettere in atto il divieto, magari anche sanzionando i trasgressori. Da anni ci si lancia da ogni angolo del Monte di Mezzocorona con parapendii, deltaplani, paracaduti e altro. Nulla in contrario, purché non dallo skywalk e lontano dalla funivia».
Il sindaco sa bene che non esistono leggi per proibire la pratica del base jumping, però ci tiene alla sicurezza di tutti e ad evitare che lo skywalk divenga una rampa di lancio per i base jumpers.
In Italia la normativa sul volo individuale è piuttosto generica, come afferma Ennio Favero, presidente dell’Associazione nazionale di volo libero che annovera più di cinquemila iscritti ed ha sede a Torino: «La legge non stabilisce una distanza di sicurezza, lasciando a discrezione del pilota calcolare la giusta traiettoria per non correre rischi per sé e per gli altri». Il volo con paracadute è ben diverso da quello con deltaplano o parapendio, come evidenzia Favero, però sono tutti ammessi dalla legge: «Con il parapendio non è possibile lanciarsi nel vuoto e quindi il rischio è minore; uno deve conoscere bene le manovre da eseguire in volo perché 50 metri di distanza da una funivia possono essere tanti, come pochi. Dipende dalla direzione del vento».
Tutti gli istruttori di questo sport estremo raccomandano di seguire i corsi Siv (simulazione inconvenienti in volo), che vengono tenuti anche in Trentino dalle varie associazioni di parapendio. E, come spiega Nicola Paolazzi, direttore della Scuola di volo parapendio di Trento, la responsabilità è sempre del pilota. «Valori sulla distanza di sicurezza si possono calcolare più facilmente con il parapendio; lanciarsi con il paracadute, invece, è più complicato. Non vi sono regole sulle distanze; la legge specifica che chi causa danni durante il volo, ne è pienamente responsabile. Certo è che nel base jumping, rispetto al parapendio, il margine di sicurezza è molto basso». Ma lanciarsi a così poca distanza dalla funivia non è pericoloso anche per i passeggeri, se i cordini di un paracadute o di un parapendio si avvolgono accidentalmente sulle funi? «No. Si trancerebbero immediatamente. Al massimo la funivia sarebbe costretta a fermarsi, ma nulla di più».