il lutto
giovedì 22 Agosto, 2024
di Marco Weber
Ieri in tarda mattinata è terminata l’avventura terrena di Severino Moreni, sindaco di Mezzolombardo dal 1969 al 1980. Ultranovantenne, originario di Gavardo, paese in provincia di Brescia, nel 1952, all’età di 21 anni (era nato il 23 ottobre del 1931), era arrivato nella cittadina rotaliana inviato dal papà per gestire il mulino di via Rotaliana nel quale erano entrati in società con la famiglia Franzoi. La famiglia Moreni aveva un’attività di lavorazione riso, granaglie e farina nel bresciano. Nel 1956 Severino si sposò con la conterranea Annamaria Treccani e negli anni successivi la famiglia si arricchì di due figli. Nel 1958 arrivò Piercesare, nel 1964 la secondogenita Giovanna. Pur essendo figlio natìo di un’altra terra, di un’altra regione, Severino Moreni ha sin dal primo momento intrecciato un fortissimo legame con la sua borgata adottiva. Legame che lo ha portato a diventarne sindaco. Quando alle elezioni comunali del 1969 si presentò agli elettori, nelle fila della Democrazia Cristiana, Severino Moreni fece il pieno di preferenze ed essendo il più votato, la maggioranza in consiglio comunale lo elesse alla carica di sindaco. Allora non vi era ancora, infatti, l’elezione diretta del primo cittadino. «Ha amato Mezzolombardo e da Mezzolombardo è stato amato», sottolineano orgogliosi i figli. Fu sicuramente un sindaco dal carattere deciso e intraprendente. Durante gli anni del suo governo molte furono le opere intraprese e portate a compimento. Il figlio Piercesare ne ricorda qualcuna: l’esproprio del terreno sul quale sono oggi i campi da tennis e la palestra comunale; l’istituzione della zona artigianale e industriale in località Rupe; le scuole superiori, in particolare la sezione staccata di ragioneria dell’istituto Tambosi di Trento; il consorzio sociosanitario Rotaliana Paganella; le case popolari Gescal.
Non solo nella politica «politicante» è stato l’impegno di Moreni. Nel corso della sua lunga vita è stato attivo in parecchi campi della vita sociale. Prima di essere primo cittadino, fu presidente per alcuni anni della società sportiva calcistica della borgata: la Rotaliana. Dopo gli anni da sindaco fu presidente della locale Cassa rurale e della famiglia cooperativa di Mezzolombardo, che aveva il suo negozio in Piazza Erbe. Per moltissimi anni è stato anche capogruppo della locale sezione Ana. Da buon «trentino», da oltre sessant’anni aveva in tasca la tessera della locale sezione Sat. «Non posso dire di averlo conosciuto profondamente – afferma l’attuale sindaco Michele Dalfovo – ma posso assicurare che teneva moltissimo a Mezzolombardo. Ha avuto dei ruoli importanti nella nostra comunità e li ha svolti tutti con grande impegno e amore per la borgata. Mio nonno Bruno, che è diventato sindaco dopo di lui, è stato suo assessore». Mariano Concin, presidente del consiglio comunale, è stato suo collaboratore per molti anni nel direttivo del Gruppo Ana di Mezzolombardo e suo successore, dal 2006 fino al 2020, nell’incarico di capogruppo. «Severino Moreni era una persona con un forte carattere, a tratti spigoloso – sottolinea Concin –, ma uomo leale e appassionato. Ho imparato moltissimo da lui e quando gli sono succeduto nel ruolo di capogruppo ho cercato di seguire il suo esempio, portando avanti quello che lui aveva costruito nel tempo». Secondo Mauro Mendini, suo successore quale presidente della Cassa rurale di Mezzolombardo e San Michele all’Adige, «Severino Moreni è stato un grande cooperatore, una persona molto corretta e lineare. Aveva un carattere forte, che poteva piacere o non piacere, ma il fine unico era fare il bene della comunità di Mezzolombardo».
Il rito funebre si svolgerà domani alle 16 nella chiesa parrocchiale. Sicuramente saranno in molti a volergli rivolgere l’ultimo saluto.
Il documentario
di Emanuele Paccher
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