politica

giovedì 6 Aprile, 2023

Michael Rech, segretario di Campobase: «Noi vera novità, non correrò»

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Ragionevolezza, e non «facili illusioni». Popolarismo, e non «populismo», definisce così il sindaco di Folgaria la nuova forza politica, nata appena un anno fa
michael rech

Ragionevolezza, e non «facili illusioni». Popolarismo, e non «populismo». Il segretario politico di Campobase Michael Rech si sofferma su questi due termini chiave per definire e allo stesso tempo distinguere il suo partito (dal centrodestra). Una forza politica nata appena un anno fa (sulle ceneri dell’Upt) che alla fine è riuscita ad esprimere il candidato presidente dell’Alleanza democratica e autonomista, Francesco Valduga. La prossima settimana il partito nominerà la commissione elettorale per la composizione della lista di candidati che correranno alle elezioni provinciali di ottobre. A chi critica Campobase di fare riferimento a esponenti politici del passato, risponde così: «Presenteremo una proposta in termini di nomi e di contenuti assolutamente nuova». Nella lista, nonostante le richieste arrivate, non ci sarà il suo nome: «Ho scelto di non candidarmi», dice, questa volta, anche nelle vesti di sindaco di Folgaria.
Dopo il Partito democratico, due giorni fa anche Futura e Europa Verde hanno ratificato al loro interno la candidatura di Valduga. È stata dura?
«A tratti il dibattito è stato anche forte, ma mai scortese, né provocatorio. È stato un percorso di alta levatura politica tra persone che sono riuscite ad arrivare ad un risultato, ponendo condizioni politiche, non personalistiche o opportunistiche. Noi abbiamo sempre sostenuto che Valduga fosse il miglior candidato, ma abbiamo sempre rispettato la coalizione. L’alleanza, ora, si presenta nella sua veste più larga possibile, al contrario del centrodestra, dove è in corso un dibattito non amichevole tra la Lega e Fratelli d’Italia».
Qual è stato il suo ruolo nella ricucitura con il Terzo polo (Azione e Italia Viva)?
«Il mio ruolo, al pari degli altri segretari, è stato quello di mantenere il Terzo polo nel perimetro della coalizione. Il colpo da maestro l’ha fatto Valduga perché si è fatto carico di interloquire con le forze politiche che esprimevano una questione irrisolta».
Archiviata questa fase, quali saranno le prossime tappe di Campobase?
«La prossima settimana abbiamo convocato il comitato provinciale per condividere insieme il programma operativo. Ci sarà anche la nomina di una commissione elettorale per definire le candidature, composta da persone che non si presenteranno alle elezioni. Vogliamo iniziare a costruire una lista con le migliori espressioni di Campobase, del suo popolarismo, da non confondere con il populismo. Spesso ci viene additata una sorta di distanza dalla gente, ma il popolarismo non è fare i selfie al mercato. Saremo presenti anche lì, ma viviamo e siamo nella comunità nelle sue componenti del volontariato, delle categorie, delle imprese. Siamo in una fase di post semplicismo in cui rimane l’obbligo di avere coraggio, ma allo stesso tempo bisogna essere concreti e trasparenti su ciò che è di nostra misura. Dobbiamo costruire insieme ai trentini una cultura della ragionevolezza, alternativa a quella delle facili illusioni del centrodestra, che in queste ultime settimane sta propagandando opere milionarie in giro per il Trentino con risorse che, però, non sono disponibili sul bilancio».
Quanti tesserati conta Campobase?
«Più di 300. In questo primo anno abbiamo costruito una rete cardine, ora andremo a ramificarci, consolidando la nostra presenza nei territori, nelle valli».
Vi siete posti un obiettivo in termini elettorali?
«Dal punto di vista delle percentuali non mi permetterei mai di fare una stima a sei mesi dalle elezioni. Certamente Campobase ha una forte ambizione. Pensiamo di poter essere una forza capace di costruire un nuovo modello politico autonomo».
Valduga quando prenderà le redini della coalizione?
«A breve ci sarà un incontro più formale tra le forze politiche e il candidato presidente, che assumerà così la guida del percorso di coalizione. Qualcuno ha criticato Valduga perché sarebbe poco comunicativo, invece credo che saprà stupirci con contenuti molto efficaci, basati su approfondimenti e dati di fatto».
La genealogia di Campobase riconduce alle esperienze della Margherita e dell’Upt, che avevano un forte legame con i territori e i loro amministratori. Rimane questo il punto di forza?
«I valori che provengono dall’esperienza civica e dal popolarismo rimarranno i nostri punti di forza, ai quali si unisce una profonda difesa e valorizzazione della cultura dell’autonomia, intesa, non solo nella sua dimensione economica e in quella identitaria, ma anche e soprattutto come un’innata volontà e capacità di creare soluzioni».
Nell’ultima vostra assemblea è saltata all’occhio la presenza di esponenti della vecchia guardia. Quanto spazio si riserva alle nuove generazioni?
«In termini di spazio elettorale il 100%, nel senso che queste persone della “vecchia guardia” hanno portato e portano solo il valore dell’esperienza, senza alcuna richiesta. Campobase presenterà una proposta in termini di nomi e contenuti assolutamente nuova».
Il Partito democratico rimane la prima forza della coalizione: la virata a sinistra con la neo segretaria Schlein vi preoccupa?
«È chiaro che Campobase non va in quella direzione, nel senso che ci poniamo al centro, ma credo che il Partito democratico trentino sappia interpretare la specificità trentina. Lo ha dimostrato in queste ultime settimane il segretario Dal Ri».
La sua candidatura è data quasi per certo. Sarà così?
«No, non mi candiderò. In questa fase penso di riuscire a esercitare meglio il ruolo da segretario se resto fuori. E poi sono al primo mandato da sindaco. Ho preso in mano un Comune che era stato commissariato, non per fatti gravi, ma per le dimissioni della maggioranza, arrivate dopo anni turbolenti. In Comune, inoltre, devo gestire una situazione di forte turnover legata ai pensionamenti. Per la specificità attuale di Folgaria mi sento di dover rispettare il mandato. Un discorso che non ha niente a che fare con le scelte di altri sindaci».