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venerdì 18 Ottobre, 2024

Michl Ebner, il magnate di Athesia: «Non sono così potente, magari lo fossi»

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L'ex parlamentare ed editore commenta il caso Camera di Commercio: «Chi grida allo scandalo non aveva voti»

Avevano chiesto di essere sentiti in audizione, e sono stati sentiti. I due presidenti delle Camere di commercio di Trento e di Bolzano Andrea De Zordo e Michl Ebner hanno esposto ieri davanti alla Seconda commissione regionale tutte le loro critiche al disegno di legge di Andrea de Bertolini (Pd) che, dopo quanto è successo nell’estate scorsa, con la clamorosa esclusione dalla giunta camerale trentina di Confindustria e Confesercenti, intende porre dei correttivi alla norma che istituisce e regola le Camere di commercio. «Una iniziativa legislativa che non serve a nulla, che anzi potrebbe peggiorare la situazione».
Le pressioni
L’audizione dei due presidenti ha creato nelle scorse settimane un «caso politico». Ebner e De Zordo, sentita l’intenzione di de Bertolini, avevano mandato una lunga lettera al presidente del Consiglio regionale Roberto Paccher in cui, senza tante perifrasi, chiedevano di non modificare nulla, di non discuterla nemmeno la proposta. Cosa che ha irritato di molto la politica, e trasversalmente ai gruppi di maggioranza e minoranza si è difesa la prerogativa di un eletto all’iniziativa legislativa. Non paghi, i due hanno voluto comunque incontrare il presidente Paccher, chiedendogli di essere ascoltati, con Paccher che scriveva alla presidente della Seconda commissione Waltraud Deeg (Svp) di ascoltarli. E anche in questo caso la politica ha denunciato le pressioni, perché i soggetti interessati ai disegni di legge in discussione sono sempre stati auditi. Ieri, in ogni caso, hanno detto la loro, ribadendo i concetto: «No alla modifica della legge sulle Camere di commercio». Modifica che nelle intenzioni di de Bertolini, sostenuto dall’opposizione ma anche da parti della maggioranza, vorrebbe ampliare la rappresentanza, per evitare in futuro che parti importanti dell’economia trentina siano escluse dalla governance dell’ente camerale.
De Zordo: «Questione interna»
Il primo a presentarsi alla Seconda commissione è stato il trentino Andrea De Zordo che ha letto un proprio documento. Ha poi dovuto, però; rispondere alle domande dei commissari. «Immaginavo facessero una o due domande, ma ne hanno fatte una decina», ha detto, provato, una volta uscito, ammettendo che «c’è un grande interesse sulla questione». Ma aggiunge: «Un esagerato interesse, ingigantito per le dinamiche che sono avvenute». Che però hanno provocato un terremoto, e di ieri l’ultima scossa con Confesercenti, dopo Confindustria, che abbandona il Coordinamento imprenditori: «Auspico che ci sia la possibilità di ricucire con Mauro Paissan (presidente di Confesercenti, ndr). Io con lui ho anche un buon rapporto, ma lascio al presidente del Coordinamento Andrea Basso l’onere di ricucire». E sulle parole del nuovo presidente di Confindustria Lorenzo Delladio che nella recente assemblea dell’associazione con la Camera di commercio non è stato tanto tenero? «Effettivamente Delladio ha evidenziato il fastidio di Confindustria per la situazione attuale», per la composizione dell’attuale giunta che esclude parti del mondo economico. «Ma ho già detto della mia proposta, di aumentare il numero delle convocazioni del consiglio, per ampliare lo spazio dedicato anche ai temi più cari per questi settori. E spero però che questo sia visto come un mio ulteriore passo avanti per risolvere la situazione».
«Proposta problematica»
Tornando al merito della proposta di legge, De Zordo è chiaro: «Proposta che sarà difficile da mettere a terra» perché è difficile rappresentare tutte le categorie. «Mentre tutti i settori sono rappresentati», perché indipendentemente da Confindustria e Confesercenti «sono rappresentati in giunta sia l’industria sia il commercio». E in ogni caso cerca di tranquillizzare: «La Camera di commercio — dice sicuro — lavora e lavorerà in un rapporto diretto con tutti, indipendentemente dalla composizione di giunta». Meno sicuro, il presidente dell’ente camerale trentino, nel dire cosa pensa dell’emendamento alla proposta di de Bertolini che pone un limite ai mandati dei presidenti, così come previsto dalla legge nazionale: «Su questo non mi sono espresso. Ma ricordo che nella legge nazionale, a differenza di quella regionale, c’è anche la quota di genere. Ogni legge e perfettibile». E non sarebbe giusto perfezionarla? A questo punto De Zordo viene interrotto dal responsabile dell’ufficio stampa della Camera di commercio che cerca di spostare l’argomento. Il presidente trentino riesce solo a dire che «se per caso dicessi sì…». Si arrabbierebbe l’omologo altoatesino Ebner che è già al terzo mandato? «Di nemici ne ho già tanti…», chiude De Zordo.
Ebner: «Problema trentino»
Il presidente della Camera di commercio altoatesina Michl Ebner alla Seconda commissione ha ribadito il suo no: «Se non fosse stata esclusa Confindustria nessuno si sarebbe mai lamentato di com’è la norma». Quella attuale, che per lui va bene così: «È come in Consiglio regionale. In Consiglio sono rappresentati tutti i pariti, in giunta invece solo quelli che hanno avuto la maggioranza. Non sarebbe possibile che tutti i partiti fossero rappresentati in giunta». E la sentenza: «Questa proposta è sbagliata». Ma in Trentino il mondo economico è diviso, il tentativo è di dare a tutti rappresentanza: «Questa cosa non mi compete. Da noi a Bolzano di questi problemi non ne abbiamo mai avuti».