centro per rimpatri

sabato 23 Settembre, 2023

Migranti, Cgil Cisl Uil del Trentino: «La soluzione non sono nuove grandi strutture detentive»

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I tre sindacati contrari al centro per rimpatri: «Accoglienza diffusa anche a chi è in attesa di espulsione»
sindacati

Accoglienza diffusa anche a chi è in attesa di espulsione, questa la formula vincente proposta dai segretari generali di CGIL CISL UIL del Trentino Andrea Grosselli Michele Bezzi e Walter Alotti in merito all’idea, trapelata da Piazza Dante seppur ancora non definita in via ufficiale, di costruire un centro per i ripatri (Cpr) nell’area di Trento Nord.

«Il tema dei migranti irregolari – si legge in una nota dei sindacati – non può essere sempre ridotto solo ad una questione di ordine pubblico e certo non si può affrontare approntando grandi centri di detenzione come i Cpr: sarebbe come provare a svuotare l’oceano con un cucchiaino. Tra l’altro queste strutture rischiano solo di favorire un sorta di “educazione alla criminalità” di quei migranti privi di una reale prospettiva di inserimento nel tessuto sociale ed economico.
Proprio contro strutture troppo grandi ed eccessivamente costose si oppone giustamente anche il presidente della Giunta altoatesina Arno Kompatscher che ha ribadito la disponibilità di coinvolgere solo migranti già presenti sul territorio regionale».

Da qui la formula vincente che secondo i sindacati «sarebbe quella dell’accoglienza diffusa per dare risposta ai tanti cittadini stranieri in attesa di risposta alla domanda di asilo ma perché no, anche ai migranti in attesa di espulsione.
Sicuramente questa sarebbe la risposta giusta non solo al bisogno di sicurezza delle trentine e trentini, in particolare delle aree urbane, garantendo infatti un maggiore controllo sociale dentro le comunità che accolgono, ma anche una maggior efficacia nei processi di integrazione dei richiedenti asilo che solo così potrebbero restituire col loro lavoro quanto ricevuto sotto forma di servizi di accoglienza. Così poi si verrebbe incontro alla forte richiesta di manodopera delle nostre imprese. I Cpr certo no. Le scorciatoie forse illudono gli elettori, ma spesso si rivelano dei vicoli ciechi».