Migrazioni
giovedì 21 Settembre, 2023
di Simone Casciano
Il sindaco di Trento Franco Ianeselli prende posizione dopo l’indiscrezione, pubblicata su Il T di ieri, secondo cui la Provincia starebbe pensando a Spini di Gardolo come località dove realizzare il Cpr richiesto dal governo. La prima reazione del sindaco è di stupore riguardo al modo in cui ha appreso dei progetti di piazza Dante e poi di bocciatura della proposta. «Premesso che mi chiedo come sia possibile che l’amministrazione comunale sappia di questioni così delicate dai giornali – scrive Ianeselli in una nota – Chiarisco subito che Spini non è il posto da prendere in considerazione, visto che ospita il carcere e già convive con una zona industriale importante. La comunità di Spini ha bisogno quindi di maggiori servizi, non di un Cpr».
Sul tema poi il sindaco non si sottrae, «capisco la necessità di pensare a strutture in cui ospitare gli immigrati che delinquono e sono in attesa di rimpatrio. La temporanea permanenza in strutture di piccole dimensioni e territorialmente diffuse, può essere una soluzione di cui discutere», ma trova necessario fare alcune precisazioni: «La prima, che ritengo di poter affermare con la tranquillità di chi guida un’Amministrazione comunale che ha già dato prova in più occasioni di non sposare la retorica del “ovunque ma non a Trento”, riguarda la localizzazione. Se Spini non può certo essere il luogo adatto, ritengo che Trento non sia il luogo ideale per questa struttura finché non si tornerà al sistema di accoglienza diffusa. A quel punto Trento farà la sua parte. Ma il capoluogo non può essere il luogo dove si ammucchia senza un progetto tutto ciò che prima si faceva sul territorio provinciale.
La seconda questione riguarda la gestione stessa dei Cpr, che non possono avere nulla a che fare con le realtà sovraffollate, mal gestite, disumane che siamo purtroppo abituati a conoscere». Una posizione di buon senso secondo Ianeselli, non ideologica, che osserva: «anche il governatore Luca Zaia ha di recente bocciato non solo i Cpr così come sono oggi, ma tutto il sistema dell’accoglienza, perché concentrare nelle città un gran numero di ragazzi attorno ai 20 anni, senza nulla da fare dalla mattina alla sera, significa aprire la porta a una serie di problemi sociali e di ordine pubblico. Non è un caso che in Veneto, dove la Lega governa non solo in Regione ma anche in molti Comuni, si stia spingendo per l’accoglienza diffusa che in Trentino avevamo e abbiamo ahimè abbandonato».