Immigrazione

martedì 22 Agosto, 2023

Migranti, il Viminale cambia i criteri di redistribuzione. E Fugatti chiude le porte: «Basta profughi»

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Attualmente in Trentino 662 richiedenti asilo, 392 rifugiati ucraini e 68 minori stranieri. Il prefetto: «Siamo in attesa di comunicazioni da Roma»

Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti si unisce al coro dei sindaci del nord, soprattutto leghisti, contro l’accoglienza di nuovi profughi. «Il sistema è diventato insostenibile», ha dichiarato nelle scorse ore anche il governatore veneto Luca Zaia. Gli fa eco, per il proprio territorio, Fugatti: «Sia in base alla popolazione che in base al territorio siamo ai limiti massimi dell’accoglienza, se consideriamo anche gli ucraini adulti e minori».

Arrivi raddoppiati e nuove regole
A mettere sotto pressione i centri di accoglienza straordinaria (Cas) sono i numeri degli arrivi via mare. Da inizio anno ad oggi, secondo i dati del ministero dell’Interno, hanno raggiunto le coste italiane 105.449 persone, più del doppio rispetto ai 50.759 migranti arrivati nello stesso periodo dello scorso anno.
A fronte dell’incremento degli sbarchi, il Viminale ha deciso di cambiare i criteri di redistribuzione territoriale dei richiedenti asilo. Finora si utilizzava il solo criterio della popolazione: ogni tot residenti tot migranti. Invece ora una quota del 70% sarà decisa così, mentre il restante 30% sarà calcolato anche in relazione alla superficie del territorio. Le nuove regole mirano ad alleggerire il carico delle regioni con una densità abitativa più elevata.
In Trentino «per il momento non sono arrivate comunicazioni da Roma — spiega il commissario del governo per la provincia di Trento, Filippo Santarelli — Non sono arrivati decreti o circolari. Siamo in attesa delle valutazioni di Roma. Intanto continuiamo a gestire il flusso di persone che arrivano dai Balcani».

Fugatti: «Non si può fare di più»
Non sono arrivate comunicazioni di nuovi arrivi neanche al governatore trentino. «Al momento direi di escluderlo, almeno in via ufficiale — spiega Fugatti — Continuano invece ad arrivare persone in maniera individuale. Ora gestiamo minori stranieri non accompagnati che si presentano direttamente in vario modo alla questura e persone maggiorenni che seguono il percorso tramite il Cinformi e, anche in questo caso, la questura».
Alla luce della nuove regole di redistribuzione, però, il Trentino è disposto ad accogliere altre persone? «Sia in base alla popolazione che in base al territorio siamo ai limiti massimi dell’accoglienza, se consideriamo anche gli ucraini adulti e minori — afferma il governatore — Quindi al momento attuale è difficile che al Trentino possa essere chiesto di accogliere in maniera significativa altre persone, anche perché già oggi gestiamo minorenni e maggiorenni che si presentano alla Polfer o in questura».
In Trentino la stragrande maggioranza delle persone richiedenti asilo proviene dalla rotta balcanica. «Per ora non registriamo un aumento di questi arrivi, siamo nei flussi correnti — spiega Fugatti — Il Trentino è maggiormente interessato da altri fenomeni, come un flusso maggiore, in particolare di magrebini, attraverso la Spagna».

Accoglienza in Trentino: i numeri
Quali sono i numeri dell’accoglienza in Trentino? In totale si contano 1.122 persone che hanno richiesto protezione internazionale o temporanea, di cui 662 sono accolte nel sistema di accoglienza straordinaria. «I dati, riferiti al 23 luglio 2023 sono: 662 richiedenti protezione internazionale, 392 richiedenti protezione temporanea (gli ucraini in fuga, ndr) e 68 minori stranieri non accompagnati», riferisce Fugatti, che precisa: «I dati complessivi dei richiedenti protezione internazionale, compresi quelli non inseriti nei progetti, sono in possesso solo del commissariato del governo».