Mobilità
mercoledì 10 Gennaio, 2024
di Simone Casciano
Per vincere la sfida della mobilità sostenibile, gli obiettivi del Comune di Trento devono allinearsi ai bisogni dei residenti. A cominciare da quelli dei propri 1131 dipendenti, i diretti interessati dal Piano spostamenti casa lavoro 2024 redatto dall’amministrazione comunale. Proprio per comprendere le loro abitudini di mobilità e tratteggiare strategie più efficaci per favorire quella sostenibile il Comune ha consegnato loro un questionario, a cui hanno risposto in 798, il 70,5% del totale, da questi numeri si evince che la strada per cambiare stili di vita, che ruotano attorno al mezzo privato, è ancora lunga.
Le abitudini dei lavoratori
Il primo dato che emerge pone subito l’osservatore davanti al proverbiale bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. L’ottimista infatti potrà constatare che il 43% dei dipendenti comunali che hanno risposto al questionario, 382 persone, già si muovono in maniera sostenibile, raggiungendo il loro ufficio in autobus (147), in bici (118), a piedi (74), in treno (42) e in un solo caso in monopattino. Il pessimista invece nota che più della metà di chi ha risposto al questionario, il 56,3% 492 dipendenti, ancora utilizza il mezzo privato sia esso l’auto (473) o la moto (19). Per comprendere a cosa è dovuta questa scelta è interessante guardare anche ai chilometri che ogni dipendente deve effettuare per arrivare sul posto di lavoro. La voce più consistente, pari al 25,4%, compie un tragitto tra i 25 e i 50 chilometri. La buona notizia è che subito dietro ci sono coloro che devono coprire una distanza tra i 15 e i 25 (21,6%) e tra i 5 e i 15 (27,7%). Questa la fascia di persone su cui politiche attive di mobilità possono avere un effetto vincente, perché le distanze sono tali da rendere potenzialmente uguale, se non preferibile, la scelta del trasporto pubblico o della bici.
Le sfide del trasporto
Quali sono allora i maggiori freni in questo momento alla scelta di autobus o corriere per arrivare sul posto di lavoro? Anche in questo caso il questionario tratteggia sia i problemi che le possibili soluzioni. Una fetta importante di intervistati, 248 pari al 18,1%, dice che sarebbe disponibile a muoversi con il trasporto pubblico se il viaggio durasse meno. Per farlo è necessario rivedere la viabilità in città mettendo al primo posto gli autobus, dando loro corsie preferenziali, e solo dopo le auto private, una rivoluzione copernicana rispetto all’impianto attuale. La seconda richiesta, 228 persone ossia il 16,6%, è quella di avere corse più frequenti. Una necessità condivisa anche dal Comune, ma che si scontra con la difficoltà a reperire personale di Trentino Trasporti. Forse anche per questo, come anticipato su il «T» di ieri, il comune sta lavorando per un sistema di autobus a chiamata con un modello simile a quello già implementato con il Night-bus per le corse notturne. La terza e la quarta voce di richieste più pressanti sono invece strettamente collegate, il 12,2% degli intervistati infatti chiede meno difficoltà nelle coincidenze, mentre l’11,8% ritiene importante avere mezzi di trasporto che coincidono con gli orari di lavoro. Anche in questo caso il numero di corse può incidere, ma è una richiesta che forse potrebbe essere soddisfatta anche con un semplice lavoro sugli orari di quelle esistenti, detto che il trasporto pubblico deve soddisfare anche le esigenze, e quindi gli orari, del mondo scolastico. Infine 208 intervistati, pari al 43%, dice che sarebbe disponibile a preferire il trasporto pubblico di fronte a nuovi incentivi.
Bici si ma ad un patto
Sulla bici i dati sono meno incoraggianti. Più di un dipendente su quattro tra quelli intervistati, il 26,9% pari a 296 persone, alla domanda se fosse disponibile ad utilizzare la bicicletta per andare a lavoro ha risposto con un categorico no. L’ottimista però anche in questo caso può guardare al resto dei dati e dire che sommando le altre voci c’è comunque un’alta disponibilità a scegliere le due ruote. In particolare il 12,3% ha risposto di sì, ma solo nei mesi estivi. L’11,6% la sceglierebbe ma a patto che ci siano itinerari ciclabili sicuri, secondo l’11,3% invece è fondamentale poter disporre di un parcheggio interno sicuro dove riporla, mentre un 10% chiede un incentivo per l’acquisto del mezzo e un altro 10% ritiene necessaria la presenza di spogliatoi e docce, una volta arrivati in ufficio. Queste ultime sono richieste a cui sia il Comune, che le aziende che hanno sottoscritto il patto coinvolgendo in totale più di 9mila dipendenti, possono soddisfare lavorando in sinergia. La sfida del trasporto pubblico invece, quella forse più importante, va vinta anche con il contributo della Provincia.