in tribunale

mercoledì 19 Febbraio, 2025

Molestò una bambina di 7 anni: a processo un pastore evangelico di 84 anni

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Il caso era esploso lo scorso agosto. Da allora l’uomo è ai domiciliari

Ad agosto, quando si diffuse la notizia, fu un vero e proprio caso, che travolse un’intera comunità religiosa. Ora, la Procura di Trento chiede il processo, con rito immediato, per il pastore evangelico di 84 anni, attivo per un trentennio nel capoluogo trentino, accusato di aver molestato una bambina di sette anni. Violenza sessuale nei confronti di una minorenne, è la gravissima accusa. I fatti sarebbero avvenuti a partire dal 2022, quando il religioso ha accolto, nella sua abitazione di Pergine, una famiglia di immigrati bisognosa di un tetto. Un gesto di generosità che aveva fatto anche in passato. Solo che, in questo caso, si era «avvicinato troppo» alla giovanissima bambina che fa parte del nucleo famigliare, fino ad allungare le mani, in più occasioni. Il tutto è emerso quando una terza persona, volontaria della Caritas che si era trovata anche lei ad aiutare questa famiglia bisognosa.
La voce si è così sparsa all’interno della stessa comunità, che ha sede a Trento Nord e che raduna qualche decina di fedeli, sia italiani che stranieri. E nel maggio 2024 i componenti della chiesa hanno preso in mano la situazione, affrontando il pastore e chiedendo le sue dimissioni. Che sono arrivate, in forma scritta, anche se — era precisato — erano da considerarsi come «temporanee». Da allora, però, non è mai tornato a capo della Chiesa. Anzi, la situazione è precipitata poco dopo, quando è stato rivisto in compagnia della bambina: secondo le accuse, approfittava dell’assenza dei genitori per molestarla. A quel punto il padre e la madre hanno sporto denuncia: sono intervenuti gli agenti della polizia di Stato e, da allora, l’84enne è agli arresti domiciliari. In questi giorni, la richiesta da parte del pubblico ministero Giorgio Bocciarelli. Se il giudice delle indagini preliminari accetterà la richiesta, si prefigura per l’uomo un processo rapido e senza sconti, evitando la fase dell’udienza preliminare.
L’ex pastore — si apprende negli ambienti del tribunale — starebbe però collaborando. Già in passato aveva fatto delle ammissioni — seppur parziali — affermando, davanti ai suoi fedeli, affermando, tra le altre cose, di «sentirsi uno schifo». Erano parole, per quanto pesanti. Ora, però, c’è anche una memoria scritta, che è stata consegnata al procuratore che sta seguendo il caso. Insomma, c’è volontà di collaborare, come afferma il suo legale, l’avvocato Alexander Schuster.
Nel frattempo, le indagini si sarebbero concluse. C’era stata anche l’ipotesi di un incidente probatorio che avrebbe, inevitabilmente, coinvolto la minore: la sua testimonianza sarebbe stata raccolta, alla presenza di tutte le parti, per poi essere usata come prova in tribunale. Ma la Procura è giunta alla conclusione che tale passaggio non è strettamente necessario: meglio evitare alla bambina un ulteriore stress. Nel frattempo si è cercato anche nel passato dell’uomo, incensurato, e non sono emersi altri precedenti. La bambina sarebbe, insomma, l’unica vittima.