Cronaca

giovedì 26 Dicembre, 2024

Mollaro, esplosione fatale: da chiarire che cosa stesse armeggiando la vittima

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Claudio Andriollo aveva 72 anni. La vicina: «Il botto come una bomba, poi il fumo»

Mancavano all’incirca venti minuti a mezzogiorno, ieri, giorno di Santo Stefano, quando la quiete del paese di Mollaro di Predaia, in Val di Non, è stata squarciata da un boato. Un’esplosione in un’abitazione di via del Capitello così forte da proiettare i pezzi di vetro di una finestra a una ventina di metri di distanza. In strada era un tappeto di frantumi. Due vicini, tra cui un vigile del fuoco, sono subito accorsi per prestare soccorso al padrone di casa, Claudio Andriollo, ex perito meccanico di 72 anni, ma purtroppo per lui non c’era già più nulla da fare. Il pensionato, ex appartenente agli Schutzen di Mezzocorona, oltre che appassionato e collezionista di reperti e oggetti militari, sarebbe morto maneggiando, o meglio armeggiando, qualche oggetto evidentemente pericoloso, infiammabile, a rischio esplosione. A provarlo i danni che l’uomo ha riportato alle mani e a quanto pare a un braccio. Ma cosa manipolasse di preciso è ancora al vaglio dei carabinieri della compagnia di Cles, intervenuti con gli artificieri e con i vigili del fuoco di Taio, di Tenno, e con i permanenti di Trento dopo l’allarme lanciato dai residenti della via. «Ho sentito un forte botto, come di una bomba, e quando mi sono affacciata al balcone ho visto del fumo bianco uscire dalla finestra di casa di Andriollo» la testimonianza di una vicina. «Sulle prime ho pensato a dei petardi, come quelli scoppiati dai ragazzi, poi ho sentito le sirene, i soccorritori accorrere, e ho capito che era successo qualcosa di grave» ha dichiarato un’altra residente. I carabinieri sono rimasti fino al tardo pomeriggio nell’appartamento al secondo piano della palazzina con giardino, presidiato da pompieri: un lavoro accurato per effettuare i rilievi e raccogliere reperti che dovranno essere vagliati dagli esperti della scientifica. Di certo, al momento, c’è il fatto che gli accertamenti hanno escluso eventuali anomalie o problemi tecnici all’impianto di riscaldamento di casa (immobile che non ha subito danni strutturali). Nessuna fuga di gas che abbia a che fare con la tragedia che ha gettato nel dolore le due figlie del pensionato avute dall’ex moglie, Natasha e Ingrid, una delle quali, disperata, ha anche tentato di entrare in casa per accertarsi delle condizioni del genitore, senza però che i soccorritori glielo permettessero. Molto provata anche la compagna di Andriollo, Ivana Penasa, titolare della Sartoria Rivablanca di Cles: «Sto cercando di realizzare quanto successo, un dolore inimmaginabile» le sue parole, travolta dall’improvvisa tragedia. Che ha trasformato il giorno di festa in un lutto per l’intera comunità.