Vallagarina
martedì 11 Giugno, 2024
di Donatello Baldo
Da politico navigato, l’ex assessore delle giunte Dellai Tiziano Mellarini risponde così se gli si dice che gira voce di una sua candidatura a sindaco di Mori: «Non confermo e non smentisco». La classica frase che lascia aperta ogni prospettiva, usata quando si preferisce evitare la risposta definitiva. La traduzione è questa: «Vedremo». Significa che qualcosa di vero c’è, anche se non c’è ancora la certezza. Ed è normale che sia così, perché se è vero che le elezioni saranno molto probabilmente la prossima primavera, è altrettanto vero che sarà nel prossimo autunno che si metteranno le carte sul tavolo. C’è tempo per incontri, verifiche, abboccamenti.
Partiamo da un dato di fatto. Il sindaco Stefano Barozzi è al suo terzo mandato, non può farne altri, per legge. Altro dato di fatto: il centrosinistra, o meglio il Pd, non ha nessuna ipotesi per la successione. E c’è chi spinge, dopo 15 anni di sindaco «politico», per un sindaco civico che possa tenere assieme la maggioranza variegata e composta per buona parte da forze centriste: e Tiziano Mellarini sarebbe un’idea tutt’altro che peregrina. Una strategia, quella del sindaco civico, che metterebbe al riparo anche da pretese tutte interne al centrosinistra provinciale, con Casa Autonomia che spinge per la candidatura a primo cittadino di Cristiano Moiola, che però potrebbe far saltare l’appoggio dei centristi come Nicola Mazzucchi, per citarne uno degli esponenti.
Ma Mellarini è di destra o di sinistra? «Di centro», risponderebbe il politico navigato. Ma la domanda non sembra interessare, proprio perché l’ipotesi è quella di spoliticizzare la questione, puntando sul cartello di liste civiche, con quella di Mellarini ancor più civica e soprattutto trasversale. Una mossa che potrebbe far convergere tutti quelli interni all’attuale maggioranza, allargando allo stesso tempo a un civismo che peschi anche nell’elettorato di centrodestra.
Ma c’è un pericolo, quello dell’egemonia del centrodestra provinciale, che potrebbe convincere Mellarini a spostarsi verso quell’orizzonte. Anche qui con una civica, ma legata ai partiti che governano a Trento, esclusi quelli di Fratelli d’Italia. Un modello sulla falsa riga di quello roveretano che ha proposto Gianpiero Lui, che però dovrà prima dimostrare — e si saprà solo domani — se sia stata la soluzione migliore. La possibilità di uno spostamento a destra di «Mellarini sindaco» è però concreta, quantomeno percorribile, ed è proprio per questo che emissari del Pd avrebbero già chiesto udienza all’ex assessore provinciale, per poter scongiurare questa ipotesi.
C’è anche da considerare la lunga corsa di Paola Depretto per la candidatura a sindaca, mai interrotta fin dalla sconfitta del 2020. Esponente di Fratelli d’Italia, vicinissima alla vicepresidente della giunta provinciale Francesca Gerosa, punta a quel ruolo, volendosi imporre sulla coalizione. Ma chissà se la Lega accetta, e non è detto che il centrodestra possa presentarsi diviso come a Rovereto anche a Mori.
Ufficialmente, come dicevamo, Mellarini «non conferma e non smentisce». E aggiunge: «È normale che in vista di una competizione elettorale girino tante chiacchiere e tante ipotesi. Ma io sto bene dove sto, alla Federazione italiana sport invernali (Fisi)», di cui Mellarini è presidente della sezione trentina. Ma la chiacchiera è insistente, nei giorni scorsi ne parlavano anche molti consiglieri provinciali della possibilità che sia l’ex assessore a scendere in campo: «Non confermo e non smentisco», ribadisce Mellarini. E va presa per vera soprattutto l’ultima parte della locuzione.
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