il caso
domenica 24 Dicembre, 2023
di Benedetta Centin
Solo l’autopsia potrà fare chiarezza sulla morte di Gloria Bassetti, la 43enne di Gardolo che si è spenta nel sonno alle prime ore di martedì, per la disperazione dei suoi familiari, del marito e dei quattro figli, tre dei quali minorenni. A chiedere di fare luce sulla tragedia, di indagare, è stato proprio il compagno, Hammadi Harzalli, che si è affidato a un avvocato e che ha presentato un esposto in Procura, la quale ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia che è stata effettuata due giorni fa da un anatomopatologo dell’istituto di medicina legale di Verona. Il fascicolo aperto dal pubblico ministero di turno Giorgio Bocciarelli riporta sulla copertina l’ipotesi di reato di omicidio colposo per colpa medica a carico di ignoti. In base all’esito dell’esame autoptico e di ulteriori accertamenti potrebbe invece essere iscritto qualche nome. Ma solo in caso possa emergere una qualche eventuale responsabilità od omissione. Che secondo i familiari è da ricercare nei camici bianchi a cui la donna aveva chiesto aiuto per i suoi problemi di salute. Familiari che ora hanno ricevuto il nullaosta dal magistrato e che dovranno organizzare i funerali: quelli di giovedì sono saltati appunto per la disposizione dell’autopsia da parte dell’autorità giudiziaria.
Il marito: «Non l’hanno curata»
«Mia moglie non è stata curata, il sistema sanitario non ha funzionato proprio — chiosa il marito — e il riferimento è al medico di famiglia che l’aveva in cura; all’ospedale che, dopo un’attesa di ore, l’ha dimessa senza riscontrarle nulla, e infine alla guardia medica che ho chiamato la notte tra lunedì e martedì, a mezzanotte e 43 minuti, quando Gloria lamentava forti dolori a pancia, schiena e braccio, e piangeva dal male. Il medico ha voluto parlarle al telefono e le ha detto di prendere una Tachipirina senza invece uscire a visitarla. Le ho sistemato i cuscini e dopo un paio di ore mi sono addormentato vicino a lei: la mattina la sua mano era fredda, per i soccorritori intervenuti era morta da due ore. Non riesco ad accettare quanto accaduto, sono convinto potesse essere curata e salvata: è morta nel sonno senza ricevere cure. Lei che era la migliore moglie al mondo, magari fossi morto io al suo posto». L’uomo non riesce a darsi pace. Dal 2004 è titolare del bar, pizzeria «Al Athir» di via del Brennero, nel quartiere di San Martino. Un’attività in cui ha sempre lavorato anche la moglie. Originaria di Gazzadina, da una vita residente a Gardolo. La coppia ha avuto quattro figli: due gemelle sedicenni, un’altra di 14 anni, e il primogenito di 23 anni. Per la famiglia un Natale di lutto, di grande sofferenza per la perdita della moglie e mamma.
L’ultimo post disperato
«Viveva per la sua famiglia ed era una grande lavoratrice, mi affiancava nel mio locale» fa sapere il marito, che non riesce a trattenere le lacrime. E ripercorre quanto accaduto lunedì sera, raccontando anche dell’ultimo post Facebook pubblicato dalla compagna. Che suona come un grido di aiuto, di disperazione. «Anche oggi sto male perché il mio medico come altri non mi ha voluto guarire. Io mi chiedo se avete qualche problema con me perché sono una cittadina normale» il messaggio social in cui ha pubblicato anche la scheda del suo medico con tanto di nome. Post, questo, che sarebbe stato condiviso anche da altri utenti, che hanno alzato la polemica.B.C.
l'incidente
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Il funzionario trovato incosciente. Ora è in prognosi riservata, giunta in apprensione. Con tutta probabilità, è stato vittima di un malore mentre saliva la provinciale 8 della val dei Mocheni