Il ricordo
giovedì 1 Febbraio, 2024
di D.O.
Non si sa ancora quando sarà possibile dare l’ultimo saluto a Roberto Conci. Ma un primo momento di raccoglimento sarà già questa sera, nella chiesa parrocchiale della «sua» Fraveggio, frazione di Vallelaghi. A partire dalle 20 ci sarà la recita del Santo Rosario. Ma ci sarà anche l’occasione di ricordarlo, di dire qualche parola. A due giorni dalla scomparsa dell’elettricista 46enne la comunità è scossa. I familiari più vicini sono sconvolti, sotto shock. A cominciare con la moglie, Tiziana Moser, che si è confidata con pochi e che ha lasciato un lungo messaggio, indirizzato in seconda persona al marito, sul suo profilo Facebook. Parole, riportate in questa pagina, in cui ricorda la lunga storia d’amore, durata venticinque anni e coronata da due figli, ora senza un padre. L’incidente era avvenuto due settimane fa, a Gorizia, dove, nella caserma Cascino, sede del XIII reggimento, Conci stava lavorando alla risistemazione di un impianto elettrico, quando è caduto dalla scala che stava utilizzando, dall’altezza di quattro metri. Ha colpito il pavimento con la testa e ha perso conoscenza. Ricoverato all’ospedale di Gorizia, è finito in coma e, una settimana fa, le sue condizioni sono drammaticamente peggiorate. Roberto Conci è stato dichiarato clinicamente morto martedì: rispettando la sua volontà, i suoi organi sono stati donati. Ciò ha ritardato il rientro della salma in Trentino, mentre la Procura di Gorizia non avrebbe bisogno di altri accertamenti e avrebbe già concesso il nulla osta per la sepoltura. Alla fine, Conci è «morto di lavoro». «Non si può morire di lavoro» è stato una frase ricorrente tra gli amici di Conci, anche prima che arrivasse la notizia drammatica. Ora questa stessa frase viene ripetuta dalla moglie. Gli amici di Conci stanno ora pensando a un’azione per aiutare la famiglia.