sicurezza
domenica 8 Dicembre, 2024
di Francesco Terreri
Da gennaio a ottobre 2024 in Trentino si contano 12 morti sul lavoro rispetto agli 8 dello stesso periodo del 2023. Ma di essi, precisa l’Inail nel suo ultimo rapporto, 11 sono casi accaduti sul posto di lavoro, più del doppio dei 5 dell’anno prima, e solo un caso è stato in itinere, cioè durante il viaggio di andata o ritorno dal luogo lavorativo. In regione i morti sul luogo di lavoro sono ben 21 in dieci mesi. E il Trentino Alto Adige, sottolinea l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, finisce in zona rossa, con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale, insieme a Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Sicilia, Molise e Sardegna.
Il totale degli infortuni sul lavoro in provincia di Trento è arrivato a fine ottobre a 7.814 rispetto ai 6.764 dei primi dieci mesi del 2023. Il dato è influenzato dal forte aumento delle denunce per i minori fino a 14 anni, che si riferiscono a infortuni scolastici e crescono perché da quest’anno la copertura assicurativa è stata estesa agli incidenti in classe. Anche senza questi numeri, però, gli infortuni sono 6.404, circa trecento in più dell’anno precedente con un incremento del 5%. Sono in aumento, in particolare, gli incidenti nell’edilizia, passati da 525 a 545, nel commercio, da 297 a 364, nel trasporto e magazzinaggio, da 334 a 362, mentre calano in agricoltura, da 531 a 514, e nell’artigianato, da 533 a 521. Come è emerso nel recente convegno sulla sicurezza sul lavoro organizzato dall’Ordine dei periti industriali (Il T del 21 novembre), rispetto ai tradizionali settori a rischio infortunio, l’agricoltura e le costruzioni, oggi bisogna tenere sotto osservazione le catene del subappalto che possono riguardare diversi comparti.
L’Osservatorio Vega si sofferma invece sui casi mortali, che a livello nazionale sono 890 a fine ottobre, 22 lavoratori in più del 2023. «Ancora due mesi per arrivare al bilancio delle vittime di fine 2024. Eppure come ogni anno, già ora, ci sembra di intravedere i numeri della strage di fine dicembre, perché le statistiche ufficiali del decimo mese dell’anno tolgono ogni speranza a un’inversione di tendenza – afferma il presidente dell’Osservatorio Mauro Rossato – Le vittime, infatti, sono più numerose di quelle dello scorso anno, così come il numero degli infortuni. È una proiezione davvero sconfortante che narra ancora una tragedia quotidiana che si consuma più volte al giorno. E dietro ad ogni vittima c’è un lutto familiare che coinvolge ogni anno migliaia di persone».
Dei 12 morti in Trentino sul lavoro tra gennaio e ottobre, 7 sono trentini e italiani, 5 stranieri di cui 2 extracomunitari. Gli stranieri, rimarca l’Osservatorio Vega, hanno un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. Infatti registrano 62,8 morti ogni milione di occupati, contro i 24 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Per quanto riguarda le fasce di età, in Trentino si registrano 3 vittime sotto i trent’anni, 7 fino a 59 anni e 2 da 60 anni in su. In questo caso la provincia di Trento mostra una tendenza parzialmente diversa da quella nazionale dove, secondo l’Osservatorio mestrino, l’incidenza più elevata è quella tra i lavoratori più anziani, in particolare nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 112,8), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 45).
Tra le vittime sul lavoro in Trentino nei primi dieci mesi del 2024 se ne registrano 4, un terzo del totale, nel settore delle costruzioni. Due sono i casi mortali nell’industria del legno, uno ciascuno nell’industria alimentare, nei trasporti e magazzinaggio, nella sanità e assistenza sociale. I morti sul lavoro in agricoltura sono stati 2 in dieci mesi. Anche a livello nazionale è l’edilizia a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro, seguita da attività manifatturiere, trasporti e magazzinaggio, commercio.