cronaca

martedì 25 Luglio, 2023

Morto Mattia Amort, l’alpinista precipitato da Roda di Vael

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Troppo gravi i traumi subiti durante la caduta di 20 metri

La caduta in verticale per venti metri gli è risultata fatale. Che le condizioni di Mattia Amort, il 25enne fiammazzo precipitato domenica durante un’ascesa sul Catinaccio, fossero gravissime era stato chiaro fin dal primo momento. Troppe, e troppo gravi, le ferite riportati, che hanno finito per compromettere gli organi interni. Le prime notizie hanno raggiunto la val di Fiemme già nella mattinata di ieri: si diceva che la situazione era ormai compromessa, si parlava di morte cerebrale, a cui doveva fare seguito l’osservazione dei medici. Attorno alle 18 la comunicazione ufficiale dell’ospedale San Maurizio di Bolzano, dove il giovane era ricoverato da domenica, a seguito di quel tragico intervento in vetta. Il giovane era partito con un’amica dal rifugio di Roda di Vael, in val di Fassa. Primo di cordata, aveva deciso di seguire la via Rizzi. Giunto al settimo tiro (su un totale di dieci) ha perso il contatto con la roccia, cadendo nel vuoto e colpendo più volte la parete prima di fermarsi in una cengia. È stata la compagna a chiamare immediatamente i soccorsi, dopo averlo chiamato senza ottenere risposta. Intervenuto in aiuto di Mattia Amort un equipaggio di salvataggio su un elicottero decollato da Bolzano e che si è fermato a Pozza di Fassa per far salire un operatore della stazione del soccorso alpino locale, prima di arrivare sul luogo dell’incidente. Quindi il trasporto in ospedale e la presa in carico da parte dell’équipe medica, con il ricovero in terapia intensiva. Ma ai parenti e agli affetti più stretti è stato detto subito che le speranze di un recupero erano ridotte a un lumicino. Un piccolo barlume che la comunità di Daiano, il piccolo centro fiemmazzo dove Mattia Amort viveva, ha voluto tener vivo fino all’ultimo. Con una vegla di preghiera che lunedì ha riempito la chiesa parrocchiale. Un momento in cui si è voluto chiedere un aiuto per il 25enne, conosciuto e stimati – è il caso di dirlo – davvero da tutti. Mattia Amort lascia la sua famiglia, papà Andrea, la madre e un fratello più giovane. E proprio dal padre, a lungo in servizio nel soccorso alpino di Egna, Mattia aveva ereditato la passione per la montagna, unita alla volontà di mettersi al servizio degli altri. E proprio per questo aveva scelto anche lui di unirsi ai soccorritori attivi nei teatri di montagna e stava seguendo delle attività di formazione al riguardo.
Nella vita di tutti i giorni, Amort era un alpino. Tenente, per la precisione. Fresco d’accademia, si era laureato in scienze strategiche, il corso che prepara i vertici dell’esercito italiano in Scienze Strategiche. Con una tesi impegnativa, di matematica: l’applicazione in natura dei numeri di Fibonacci. Era in servizio presso il settimo reggimento di Belluno. E proprio dal capoluogo veneto arriva il messaggio di cordoglio da parte di Alessandro Farina, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale locale: «Una tragica notizia, che mi lascia impietrito», le sue parole.
Si fatica, invece a trovare le parole per esprimere il lutto a Daiano. La famiglia di Mattia Amort da anni viveva nel centro fiammazzo, dove si era trasferita da Trodena, comune a maggioranza germanofona della provincia di Bolzano storicamente legato alle sorti della «Magnifica Comunità». In molti sono andati, ieri, dai genitori a portare le loro condoglianze. Tra di loro, il sindaco di Ville di Fiemme, il comune che dal 2020 comprende anche Daiano, Paride Gianmoena. «Sono distrutti e i concittadini condividono il loro dramma – racconta – con Mattia perdiamo un ragazzo generoso e capace, un atleta preparatissimo e un grande amante della montagna. Era davvero benvoluto in paese. Era il figlio che tutti avrebbero voluto avere. E lascerà un vuoto incolmabile». I funerali si terranno nella chiesa di Daiano, la data verrà stabilita nei prossimi giorni.