giovedì 11 Gennaio, 2024
di Donatello Baldo
Mart, Muse, Museo storico, Museo di San Michele, è tempo di nomine, la giunta dovrà indicare a breve i componenti dei consigli di amministrazione e sopratutto i presidenti. E poi c’è pure il Centro Servizi culturali Santa Chiara, anche se un po’ più in là nel tempo: il cda scade a fine anno.
La scelta, quella sulle presidenze, è prerogativa del presidente della Provincia. Sarà dunque Fugatti a decidere se confermare o meno quelli che in questi cinque anni sono stati al vertice delle realtà culturali più rinomate.
Sgarbi non si tocca, a meno che…
Con la nuova legislatura cambia anche il consiglio di amministrazione del museo roveretano. Un board nominato di concerto tra Comune e Provincia. La presidenza, cinque anni fa, è stata data a Vittorio Sgarbi. Una figura, quella del critico d’arte, piuttosto divisiva, che non si è sottratto alla polemica nemmeno qui in Trentino. Sempre però difeso dall’ex assessore alla Cultura Mirko Bisesti e dallo stesso governatore: «Da noi voluto alla presidenza del Mart, non senza critiche, Vittorio ha saputo portare il museo in una posizione di notevole preminenza, anche al di fuori dei confini nazionali. Una scommessa vinta. E a testimoniarlo — spiega il governatore — sono prima di tutto la qualità dell’offerta culturale presentata. Qualità che si è tradotta anche in quantità con il traguardo dei 180 mila biglietti staccati, a dimostrazione che il lavoro di Vittorio Sgarbi e del suo staff è stato apprezzato nei fatti». Sgarbi, quindi, sarà quasi certamente confermato alla guida del museo roveretano. A meno che le vicende giudiziarie che lo stanno investendo in queste ore non possano in qualche modo interferire.
Zecchi, scommessa mancata
Di Stefano Zecchi, voluto dalla scorsa giunta alla presidenza del Muse, Fugatti non ha detto niente nella sua relazione programmatica. Se al governatore fosse chiesto di scegliere chi buttare dalla proverbiale torre, tra il filosofo e il critico, non avrebbe dubbi: salverebbe il secondo. E c’è da dire che in più di un’occasione si sono punzecchiati Sgarbi e Zecchi. Insomma, Zecchi non sembra sarà riconfermato alla giuda Muse. Con la motivazione, sussurrata ai piani alti del Palazzo, «che non ha centrato l’obiettivo di internazionalizzazione». Al suo posto sembra si stia pensando all’attuale vicepresidente, la giornalista Laura Strada, «apprezzata — dicono — per il piglio istituzionale con cui ha svolto il suo lavoro nel consiglio di amministrazione».
Museo storico, alto profilo
A gennaio scade anche il consiglio di amministrazione della Fondazione Museo storico. Consiglio di alto profilo, che vede sempre presenti i sindaci di Trento e Rovereto. Presidente è ora Giorgio Postal, ex parlamentare di lungo corso, impersonificazione della storia dell’autonomia trentina; e prima di lui al vertice del cda ci sono stati i presidenti in carica della Provincia: Lorenzo Dellai, Alberto Pacher e Ugo Rossi. L’idea è quella di continuare su questa linea, quella appunto dell’alto profilo. Profilo di storico, comunque di un accademico.
San Michele, la cenerentola
Sembrava che la giunta Fugatti lo dovesse rilanciare. Con decisionismo si era fatto fuori anche il «padre» del museo, lo storico direttore Giovanni Kezich, e al museo avevano cambiato pure il nome: Mets, Museo etnografico trentino San Michele. Il rilancio dell’ente era stato affidato a Ezio Amistadi, esperto di sviluppo di strategie per l’impresa e il territorio. Rilancio che alla Provincia non sembra esserci stato. Amistadi, dunque, rischia, anche perché il suo nome era stato suggerito a Fugatti da Cesare Scotoni, inizialmente ascoltato ma poi allontanato dal cerchio magico del governatore, approdato alle galassie no-vax e complottiste, filo-putiniane e antisistema. Insomma, la sponsorizzazione di Scotoni, oggi come oggi, non è una garanzia.
Santa Chiara, lo scontro sarà lì
In autunno, quindi c’è ancora tempo, scadrà anche il cda del Centro Servizi culturali Santa Chiara. Lì potrebbe aprirsi lo scontro vero tra Lega e Fratelli d’Italia. Il Carroccio, infatti, aveva voluto alla presidenza Sergio Divina, che poi si è dimesso e si è pure candidato contro Fugatti. Il Centro in questi cinque anni si è poi trascinato di polemica in polemica: ultima quella dei festival musicali estivi alla Trentino Arena. Reggente è ora la vice, Sandra Matuella, di osservanza leghista: ma non sembra essere in pole position per la presidenza. C’è invece un altro componente dell’attuale cda che potrebbe ambire a tale ruolo: Daniele Lazzeri, in quota Fratelli d’Italia.