IL CASO
domenica 10 Marzo, 2024
di Francesca Dalrì
Troppe prenotazioni già effettuate e troppe richieste in arrivo per riuscire a farvi fronte con le attuali risorse umane e il tempo a disposizione. Talmente tante da costringere il Museo storico italiano della guerra ad aprire, a partire dal prossimo 18 marzo, gli spazi del castello cittadino (che dal 1921 ne ospita le collezioni) anche di lunedì, l’unico giorno di chiusura al pubblico della struttura. Gli altri giorni della settimana sono infatti già tutti saturi. A parlare sono i numeri: in meno di tre mesi, da qui alla fine dell’anno scolastico, le prenotazioni arrivate dalle scolaresche di tutta Italia hanno già superato le dodicimila unità tra studenti e insegnanti. Tolti i ponti del 25 aprile e del primo maggio e le vacanze di Pasqua di fine mese, ogni giorno dal lunedì al venerdì si sono già prenotati tra i duecento e i quattrocento studenti.
Numeri ai quali si aggiungerà poi naturalmente il pubblico ordinario, quello non scolastico. Oltre ad aprire le proprie sale anche nella giornata di lunedì (che sarà riservata alle scuole), il museo dedicato alla prima guerra mondiale si è trovato così a dover aumentare anche il personale a disposizione, ricorrendo a sei nuovi collaboratori esterni (per un totale di 18 collaboratori e 13 dipendenti), riportando lo staff del museo ai livelli occupazionali pre Covid. «È una grande soddisfazione – commenta il direttore del museo della guerra Francesco Frizzera – perché queste attività didattico-educative ci permettono di andare molto più a fondo rispetto a quanto non avvenga con un pubblico generalista. Dal punto di vista del bilancio sociale, queste attività potenziano il nostro apporto culturale e questo è sicuramente l’aspetto che a noi preme di più».
La strategia vincente, secondo il direttore, sta nella capacità di offrire alle classi un pacchetto completo di visite ed esperienze. «Grazie alla collaborazione con la Comunità della Vallagarina e le associazioni territoriali – spiega Frizzera – negli anni sono stati resi fruibili anche i siti della Grande guerra presenti sul territorio. Questo permette alle classi di non limitarsi alla visita museale: si tratta di una combinazione vincente che si è rivelata determinante per orientare la scelta dei docenti. Grazie poi al lavoro con l’Apt, alle scolaresche viene offerto un pacchetto completo di attività didattiche che comprende anche percorsi di storia dell’arte e servizi naturalistici e che giustifica quindi la permanenza in città anche per più giorni».
A essere interessati all’offerta del museo della guerra sono soprattutto le classi dalla terza media in su, ovvero quelle che nei programmi scolastici si occupano direttamente delle guerre del Novecento. «Da alcuni anni però – aggiunge in conclusione il direttore – lavoriamo bene anche con la primaria grazie all’offerta di prodotti laboratoriali che registrano un interesse in costante crescita. In questo caso il bacino di utenza è circoscritto al territorio di Rovereto e della Vallagarina, ma per noi si tratta di risultati ugualmente importanti perché giustificano la nostra presenza sul territorio non solo dal punto di vista turistico: siamo un vero polo culturale».