L'intervista
venerdì 11 Ottobre, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
«Si è investito poco». Detta così, la posizione di Ianeselli potrebbe spiazzare. Tutti i riflettori sono puntati sul buco da oltre 2 milioni di euro della Music Arena e il sindaco di Trento dice che sono state messe poche risorse? Sì, perché «se non investiamo sull’attrattività dell’area, continueremo ad andare incontro a difficoltà finanziarie». Il sindaco rovescia, dunque, la questione finanziaria e focalizza l’attenzione sul «come» è stata utilizzata l’area di San Vincenzo.
Intanto il Centro culturali Santa Chiara ha accumulato un deficit di 2,5 milioni di euro: 2,1 dovuti alla stagione estiva dei concerti alla Trentino Music Arena e 400mila euro dovuti alle Feste Vigiliane. I lavoratori hanno minacciato uno sciopero perché l’ammanco metteva a rischio spettacoli ed eventi «ordinari», poi la Provincia ha rassicurato sulla copertura finanziaria (il T di ieri). La preoccupa questa situazione?
«Da sindaco mi auguro che il deficit non abbia ripercussioni sulla programmazione del Centro. È un’ipotesi che non voglio neanche prendere in considerazione. Sia chiaro: non si può né scommettere né felicitarsi per gli insuccessi. Se ci sono iniziative che riguardano la città bisogna lavorare per far sì che abbiano almeno una piegatura positiva. Dissi la stessa cosa per il concerto di Vasco Rossi. Il mio mestiere non è fare la Cassandra».
Ma il Comune di Trento crede nella Music Arena?
«Il nostro Prg (Piano regolatore generale) prevede un piano unitario per l’area di San Vincenzo: lo stadio, campi sportivi, un parco urbano vocato alla socialità e un’area concerti. Questa è la direzione. Le difficoltà della Music Arena nascono perché si è investito poco. È importante che Comune, Provincia e il Centro Santa Chiara, l’ente istituzionale deputato alla promozione e alla realizzazione degli eventi culturali, ragionino sullo sviluppo dell’area. Nelle scorse settimane i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia hanno sollevato una polemica su Poplar: secondo loro il festival si doveva fare alla Music Arena, ma Poplar si fa a Piedicastello perché quel luogo ha un’identità, un carattere. Ecco, l’esperienza deve avere una sua centralità quando si propongono certe iniziative».
In questo senso «si è investito poco»?
«Esatto. Di prati ce ne sono tanti nel nord Italia. La questione è avere un progetto di sviluppo che contenga sì la dimensione dei concerti all’aperto, ma che renda bella, attrattiva, l’area di San Vincenzo. Bisogna darle un’anima. Bisogna fare un solido investimento infrastrutturale per rendere attrattiva la Music Arena, altrimenti andremo sempre incontro a difficoltà finanziarie».
Sullo stadio ci sono novità?
«A livello informale, insieme alla Provincia, abbiamo avviato interlocuzioni su possibili partnership pubblico-privato, sia per realizzare lo stadio a San Vincenzo sia per realizzare il palazzetto in Destra Adige».
Il Centro Santa Chiara deve continuare a gestire la Music Arena? Il Comune ha un suo rappresentante nel consiglio di amministrazione.
«In vista del rinnovo del cda noi abbiamo già designato come componente il regista Marco Bernardi, un nome di assoluta autorevolezza, un patrimonio di tutti. Come Comune, prima siamo coinvolti e meglio è».
L’assessora provinciale alla cultura Francesca Gerosa ha rimarcato anche il deficit delle Vigiliane: «Ma capisco che siano una vetrina dell’assessora (Bozzarelli) e del sindaco», ha detto. Cosa risponde?
«In questa fase bisognerebbe comportarsi da persone serie. Comunque l’iniziale indicazione di un deficit di circa 495mila euro è stata rettificata nel corso dell’ultimo cda del Centro. La cifra così elevata era conseguente a un errore di imputazione contabile di una porzione dei costi. Il disavanzo è nell’ordine di 155.000 euro, che viene assorbito dal Centro come compartecipazione propria all’attività».
A quanto ammontano i finanziamenti pubblici per le Feste Vigiliane?
«La manifestazione è finanziata per 150mila euro dalla Provincia, 145mila dal Comune e 50mila euro dalla Regione».