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domenica 24 Settembre, 2023
di Redazione
Aperta la camera ardente. Decine le autorità che hanno deciso di salutare il feretro del Presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano.
«Napolitano lascia un modo e uno stile di adempiere ad altissime funzioni pubbliche molto rigoroso, che è il contrario dell’inseguimento del consenso, della demagogia, è il fare delle cose per il bene del Paese – ha dichiarato l’ex premier e senatore a vita Mario Monti ricordando la crisi affrontata nel 2011 -. In quel momento terribile mi sentito gravato di una grandissima responsabilità nell’affrontare una crisi che poteva essere letale per lo Stato italiano, ma la serenità, la convinzione in quello che stava facendo e l’incoraggiamento che sapeva dare sono stati per e per colleghi del governo una risorsa fondamentale. Ho imparato moltissimo e oggi tutto questo torna nella mia mente».
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata a Palazzo Madama per la camera ardente di Napolitano. Meloni è stata accolta dal presidente del Senato Ignazio La Russa. Prima di lei ha fatto ingresso a Palazzo Madama il suo predecessore Mario Draghi e prima ancora il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, entrato anche lui nella sala Nassiriya dove è stato posto il feretro.
L’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato di prima mattina e ha salutato la moglie dell’ex capo dello Stato, la signora Clio, e i figli Giulio e Giovanni. Alle 11 la camera ardente ha aperto al pubblico per l’ultimo saluto a Napolitano.
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha ricordato alcuni aneddoti vissuti con Napolitano. «Non ero la sua prima scelta, ma quando decise mi appoggiò e supportò – ha dichiarato a mezzo stampa – Durante l’elezione di Mattarella eravamo fianco a fianco a contare ogni voto. Un ricordo carico di emozioni incancellabili. Ma anche di dubbi, tanti dubbi. Oggi tutti raccontano lo “stai sereno”, ma in realtà il passaggio fu tutt’altro che scontato. Io ero convinto che mi convenisse personalmente rimanere a Firenze a fare il secondo mandato da sindaco. Letta si era asserragliato a Chigi e si limitava a mettere il broncio a chiunque gli paventasse ipotesi alternative alla sua permanenza a Palazzo. La minoranza Pd premeva per un cambio della guardia. L’economia stagnava, le riforme erano ferme, il Paese immobile. Napolitano si convinse gradualmente a darmi l’incarico, anche per il deciso sostegno di quelli che mi avevano contrastato alle primarie ma che volevano con forza che io diventassi premier, ma la verità è che non ero la sua scelta in prima battuta. Tuttavia dal giorno dell’incarico il suo sostegno è stato decisivo».
Il prefetto di Trento, Filippo Santarelli, ha diramato una nota per informare la cittadinanza che «A seguito del decesso del presidente emerito della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, è stata disposta l’apertura di un registro di condoglianze presso la sede del Commissariato del governo, a partire da oggi fino al giorno della celebrazione delle esequie di Stato, che si terranno martedì 26 settembre». Lo comunica il prefetto di Trento, Filippo Santarelli. “I cittadini interessati potranno recarsi presso la sede del Commissariato del governo, in Corso III Novembre, dove è stata allestita una postazione dedicata alla raccolta dei messaggi di cordoglio”, si legge in una nota.