Salute
lunedì 13 Febbraio, 2023
di Redazione
Nella sala stampa della Provincia autonoma di Trento in piazza Dante, alla presenza dell’assessore alla salute Stefania Segnana, del direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Antonio Ferro, del direttore sanitario Giuliano Mariotti, del direttore del servizio ospedaliero Pier Paolo Benetollo e del direttore del Servizio di governance clinica Emanuele Torri, è stata presentata, dopo la sospensione di due anni dovuta all’emergenza covid, la consueta delibera annuale per la ricognizione dei posti letto assegnati alle strutture del Servizio ospedaliero provinciale. La delibera di Azienda sanitaria riveste una valenza sia ricognitiva che programmatica: fotografa la situazione attuale e indica le direzioni di sviluppo di ogni singola struttura del Sop in aree omogenee di degenza, al fine di favorire sia la flessibilità strutturale e organizzativa sia l’integrazione multi dimensionale e multi professionale delle risorse umane.
«Dopo due anni segnati dall’emergenza Covid, oggi presentiamo nuovamente la delibera relativa ai posti letto del nostro Servizio ospedaliero. Sappiamo che la pandemia ha messo a dura prova i sistemi sanitari dei singoli paesi, ma il nostro territorio ha saputo mettere in campo una risposta efficace, lo vediamo ad esempio dai posti letto: dal 2020 ad oggi vi sono una settantina di posti in più a disposizione del Servizio ospedaliero provinciale – ha commentato l’assessore Stefania Segnana -. Si tratta in particolare di posti letto dedicati alla terapia intensiva o tecnici, ovvero per degenze brevi, frutto di una riorganizzazione della sanità, che la pandemia ha accelerato. Altro dato importante che vorrei mettere in luce è legato all’erogazione dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza: in base al monitoraggio del Ministero della salute, la nostra provincia è ai vertici per l’area ospedaliera. Non possiamo che essere soddisfatti di questi risultati, merito sicuramente anche dei nostri professionisti della sanità e del loro impegno quotidiano», ha concluso l’assessore alla salute.
Presentando i dati relativi ai posti letto per l’anno in corso, occorre tenere presente che l’attività di degenza ha subito modifiche rivolte a una maggiore razionalizzazione e quindi a una maggiore efficienza ed appropriatezza dei servizi. Di conseguenza si è modificato anche l’utilizzo dei posti letto in regime ordinario e in regime diurno.
«Prima di tutto vorrei far notare che rispetto al passato termina l’andamento di riduzione complessiva dei posti letto, – ha dichiarato il direttore del Servizio ospedaliero provinciale Pier Paolo Benetollo – in secondo luogo che gli ospedali diventano sempre più ospedali per acuti, ossia per pazienti con criticità più severe, quindi aumentano i posti letto di terapia intensiva e alta intensità. D’altro lato aumentano in maniera marcata i “letti tecnici”, come quelli per l’osservazione breve al pronto soccorso, per la chirurgia ambulatoriale, per le prestazioni ambulatoriali complesse. Ciò è frutto dello sforzo di rendere il meno invasive possibile le procedure sanitarie: tutta una serie di patologie, che fino a qualche tempo fa erano pesanti per i pazienti e richiedevano lunghi ricoveri in ospedale, oggi grazie allo sviluppo delle tecnologie e soprattutto grazie alle competenze di chirurghi, anestesisti e infermieri, sono risolte con tecniche sempre meno invasive, quindi attraverso il day surgery e l’accesso ambulatoriale».
La delibera approvata dalla direzione generale dell’Apss stabilisce che l’offerta complessiva nelle sette strutture ospedaliere di Trento, Rovereto, Arco, Borgo, Cavalese, Cles e Tione, è di 1715 di posto letto (era di 1644 nel 2020), dei quali 1264 di ricovero ordinario per acuti e riabilitazione (erano 1242 nel 2020), 163 in day hospital e day surgery. Aumentano in maniera significativa i “letti tecnici” per osservazione breve e di terapia intensiva, che rispetto al 2020 passano da 212 a 288.
Nel corso della conferenza stampa, il direttore sanitario Giuliano Mariotti ha presentato i risultati per l’anno 2020 del monitoraggio svolto dal Comitato Lea del Ministero della salute e redatto per mezzo del “Nuovo sistema di garanzia”. Il monitoraggio è uno strumento di valutazione dei servizi sanitari per verificare che tutti i cittadini italiani ricevano le cure e le prestazioni rientranti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del Servizio sanitario nazionale. La valutazione viene effettuata in base a due criteri: le condizioni di appropriatezza e di efficienza nell’utilizzo delle risorse, e la congruità tra le prestazioni da erogare e le risorse messe a disposizione dal Servizio sanitario nazionale.
In particolare, il Comitato valuta tre aree di assistenza – ospedale, distretto e prevenzione – attribuendo un valore distinto per ogni area compreso tra 0 e 100, la soglia per la sufficienza è a 60 punti. Complessivamente, nell’anno 2020, gli enti che hanno ottenuto un punteggio superiore a 60 in tutte le macro-aree sono stati: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Puglia e Provincia autonoma di Trento.
In base ai dati raccolti dal Comitato, nonostante nel 2020 si fosse in piena emergenza covid, la Provincia autonoma di Trento ha ottenuto ottimi risultati in tutte tre le aree, sfiorando l’eccellenza in quelle ospedaliera e prevenzione. In dettaglio, i punteggi sono stati: 93,07 punti per l’area ospedaliera, 88,42 per l’area prevenzione e 78,07 per l’area distrettuale. Peraltro l’area distrettuale, relativa all’assistenza sul territorio, è quella che più delle altre ha patito gli effetti della pandemia. Da un confronto con le altre Regioni e Province autonome, emerge inoltre che il punteggio per l’area ospedaliera è il migliore in assoluto, e che tra gli enti che hanno ottenuto un punteggio superiore a 60 in tutte e tre le aree, la Provincia di Trento è l’unica ad aver migliorato i punteggi nelle aree prevenzione e distrettuale rispetto all’anno precedente.
Il direttore generale Antonio Ferro a proposito dei risultati raccolti dal Comitato Lea ha dichiarato: «Questo monitoraggio conferma ancora una volta l’estrema resilienza dei servizi ospedalieri e territoriali aziendali in un periodo molto difficile come quello che abbiamo vissuto. Inoltre conferma che l’Azienda ha saputo garantire la piena continuità di erogazione dei livelli di assistenza anche nel corso 2020, grazie al grandissimo sforzo compiuto da tutti gli operatori sanitari della provincia».
L'inchiesta
di Tommaso Di Giannantonio
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