I dati
venerdì 1 Marzo, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Sono in aumento le famiglie che non riescono a trovare un posto libero nei nidi d’infanzia pubblici. Nell’anno educativo 2022-2023 sono stati registrati 822 bimbi in lista di attesa, 196 in più rispetto all’anno precedente. Le comunità dove il servizio pubblico è più carente rispetto alle richieste di iscrizione restano Rotaliana-Königsberg, Primiero, Valle dei Laghi e, dall’anno scorso, anche la Val di Sole.
A fare il punto della situazione è l’Istituto provinciale di statistica (Ispat) in un report, pubblicato ieri, sui servizi socio-educativi per l’infanzia. Va precisato che stiamo parlando del nido pubblico, sono esclusi i servizi privati, che in molti casi rappresentano più che una stampella.
Complessivamente per l’anno educativo 2022-2023 sono arrivate 3.387 domande di iscrizione. Il 10,1% è decaduto per decisione delle stesse famiglie e l’1,1% è stato annullato d’ufficio. «Delle restanti 3.009 richieste — si legge nel rapporto Ispat — il 72,7% ha ottenuto una risposta positiva e il 27,3% (pari a 822 bambini) è rimasto in lista d’attesa».
Solo negli Altipiani Cimbri sono state soddisfatte tutte le domande. Diverse altre comunità coprono almeno il 90% delle richieste: Giudicarie, Territorio Val d’Adige, Valle di Cembra e Vallagarina. Tra il 90% e il 70% troviamo Val di Fiemme (86,7%), Val di Non (79%), Alto Garda e Ledro (72,8%) e Valsugana e Tesino (72,1%). Al di sotto del 50% si trova solo l’area della Rotaliana (45,3%), con 141 bimbi in lista di attesa. A livello provinciale, la percentuale di copertura della domanda espressa è dell’82,4%.
A causa del calo delle nascite — si segnala nel report — si è ridotto gradualmente il gap fra
bimbi e posti nei nidi: i bambini di età inferiore ai tre anni sono passati da 12.549 nel 2021 a 12.367 nel 2022 (-1,5%), mentre la capienza dei nidi è lievemente aumentata nello stesso periodo, da 3.827 a 3.857 posti (+0,8%). Rispetto alla domanda potenziale (bimbi residenti di età inferiore ai tre anni), sull’intero territorio i posti di nido offerti dal servizio pubblico passano dal 30,5% dello scorso anno educativo al 31,2%, con valori sopra la media negli Altipiani Cimbri (48,9%), nel Territorio Val d’Adige (42,7%), nella Vallagarina (39,5%), nella Valle di Cembra (34,9%) e nella Valle di Sole (32,2%), mentre l’incidenza più bassa viene registrata nella Comunità della Valle dei Laghi (13,8%).
Passando infine ai costi, la quota mensile minima è concentrata nella fascia 150-199 euro (37%), quella della retta massima tra 300 e 349 euro (29,6%). I valori medi degli importi minimo e massimo sono rispettivamente
pari a 147 e 357 euro. La distribuzione delle rette mensili dell’orario intero, a carico delle famiglie, evidenzia che la maggioranza relativa dei bambini iscritti al 31 gennaio 2023 si colloca nella fascia 266-304 euro (15,9%).