i dati
martedì 27 Febbraio, 2024
di Sara Russo
Quello della natalità è un tema che ormai ha preso un posto stabile nella routine quotidiana. I dati raccolti in questi anni descrivono, in modo preoccupante, un periodo storico caratterizzato da una crescente denatalità. In trentino in vent’anni c’è stato un calo delle nuove nascite del 26%. Una domanda però sorge spontanea, quanto può influire il servizio dei nidi d’infanzia su questo dato?
Secondo l’Istituto di statistica della provincia di Trento (Ispat), nell’anno educativo 2021/2022, il numero di bambini con età inferiore ai tre anni ammontava a 12.549, 189 in meno rispetto all’anno educativo 2020/2021, ben 3.659 in meno rispetto a undici anni fa, un calo importante che sottolinea ancora di più come il numero dei nuovi nati stia calando inesorabilmente. Nonostante questo calo demografico, in dieci anni, la capienza dei nidi d’infanzia su tutto il territorio provinciale è aumentata di 804 unità, passando da avere a disposizione 3.023 posti, ad averne 3.827. Un aumento importante, che, così come si legge nella Legge Provinciale numero 4 del 12 marzo 2002: «La Provincia facilita la conciliazione delle scelte professionali e familiari di entrambi i genitori ed un’equa ripartizione delle responsabilità genitoriali tra donne e uomini in un quadro di pari opportunità», cerca di venire incontro a più famiglie possibili. Eppure i posti non bastano, tanto che a settembre più di 200 bambini sono finiti in lista d’attesa. Tra il 2021 e il 2022 la comunità di valle con il numero maggiore di bambini sotto i tre anni era il Territorio Val d’Adige, che contava ben 2.919. La zona di Trento aveva anche il maggior numero di posti a disposizione, ben 1.240, riuscendo a garantire una copertura della domanda effettiva del 97,3%. Nell’anno educativo 2023/2024, con lo spettro della pandemia oramai lontano, il numero delle richieste per un posto nei nidi della provincia è aumentato notevolmente, si sono contate 713 domande di ammissione per il tempo pieno e 224 per il tempo parziale. Con la prima tornata si sono soddisfatte circa il 70% delle richieste, il 27,3% in meno rispetto ai due anni precedenti. Questo ha visto aumentare notevolmente la lista dei bambini rimasti fuori dalla possibilità di essere iscritti ad uno dei nidi d’infanzia del Territorio Val d’Adige, passando dai precedenti trentaquattro agli attuali quasi trecento. Un aumento notevole, che diventa un problema per tutte quelle famiglie dove entrambi i genitori lavorano.
Nel biennio precedente, 2021/2022, La situazione, invece, si faceva molto più preoccupante nel territorio della Rotaliana-Königsberg, dove i bambini di età inferiore ai tre anni erano 829, mentre la capienza dei nidi era solo di 101 unità, andando a garantire un grado di copertura della domanda potenziale di solo il 12,2%. Un dato estremamente basso, che però si era alzato grazie alla domanda effettiva, coperta appena del 48,1%. Erano infatti ben 109 i bambini lasciati in lista d’attesa.
Situazione altrettanto difficile quella dell’Alta Valsugana e Bersntol, territorio che vedeva la lista di attesa per un posto in un nido d’infanzia più lunga. I bambini lasciati fuori infatti erano ben 181. L’Alta Valsugana, con i suoi 1.291 bambini, era la terza comunità di valle per numero di bambini con età inferiore ai tre anni, ma solo l’undicesima per grado di copertura della domanda effettiva, che si fermava al 68,1%, percentuale che si abbassava notevolmente se si andava ad osservare il grado di copertura della domanda potenziale, appena il 29,9%.
La Val di Fiemme invece si era classifica al primo posto per grado di copertura della domanda effettiva, con il suo 100% riusciva a soddisfare la totalità delle richieste, garantendo a tutte le famiglie che avevano fatto richiesta, per l’anno educativo 2021/2022, un posto al nido d’infanzia. Questo dato esaltante però cozzava con il grado di copertura della domanda potenziale, fermo al 24,4%. Dei 401 bambini presenti sul territorio tra il Lagorai e il Latemar solo 98 avrebbero fatto richiesta per frequentare un nido d’infanzia, 98 come i posti disponibili negli istituti presenti sul territorio della valle.
La situazione nell’anno educativo 2020/2021 era tenuta abbastanza sotto controllo, probabilmente anche perché ci si trovava in una prima situazione post pandemia, e le richieste per un posto nei nidi d’infanzia erano abbastanza controllate. Ora, con l’aumento di queste richieste si rischia di ritrovarsi con una lista d’attesa infinita, che non farebbe altro che nuocere sia ai bambini che alle famiglie.
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