nidi d'infanzia
mercoledì 8 Maggio, 2024
di Tommaso di Giannantonio
Si dice sorpresa dalla «polemica» sollevata dal Comune di Trento. «Il dialogo era in corso, non servono le strumentalizzazioni», così l’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa replica all’attacco dell’amministrazione comunale, che ha chiesto a Piazza Dante di permettere l’utilizzo degli spazi vuoti delle scuole dell’infanzia (ex materne) per i bimbi del nido (il T di ieri). In particolare la richiesta ricade sulle scuole di Povo, Mattarello e Cadine. «Possiamo liberare 54 posti per i bimbi del nido», annuncia Gerosa.
Attualmente nelle tre scuole dell’infanzia ci sono 241 iscritti su una capienza massima di 428 posti, 187 in meno. A fronte di oltre 300 famiglie che il prossimo anno educativo rimarranno escluse dal servizio del nido, il Comune di Trento ha chiesto appunto di permettere l’utilizzo degli spazi vuoti per i bimbi 0-2 anni. «A Povo possiamo autorizzare 9 posti, più altri 6 a seguito di un intervento strutturale — spiega Gerosa — A Cadine 9 posti e non ne possiamo inserire altri. A Mattarello 18, con intervento strutture e verifica antincendio altri 12». In totale, dunque, 54 posti in più, quasi un terzo dei posti attualmente vacanti.
«C’è un confronto costante che va avanti da settimane, con incontri e sopralluoghi, tra Provincia e Comune — dice l’assessora — Non più tardi di ieri (lunedì, ndr) abbiamo mandato una nota al Comune di Trento chiedendo anche i dati degli iscritti, compresa una mappatura, in modo da poter rispondere al meglio. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità, ma mettendo sempre al centro il benessere dei bambini». Inoltre «domani mattina (oggi, ndr) ci sarà il secondo incontro del gruppo di lavoro sullo 0-6, poi dovremo capire come sviluppare il sistema integrato in parallelo con il disegno di legge depositato dalla consigliera Masè (La Civica) — aggiunge — Noi dobbiamo sempre garantire lo spazio per i bambini della scuola dell’infanzia. E per permettere l’ingresso dei bimbi del nido serviranno lavori strutturali». Lavori, in particolare, di adeguamento dei bagni e degli spazi alle esigenze dei bimbi del nido. «Il Comune di Trento ci ha chiesto posti per le strutture di Cadine, Mattarello e Povo — continua — Credo che il confronto tra istituzioni debba essere fatto sui tavoli, non sulla stampa, senza strumentalizzazioni».
L’amministrazione comunale ha posto anche la questione della proprietà: gli edifici delle scuole dell’infanzia appartengono al Comune. «Ma la competenza della scuola dell’infanzia è della Provincia — replica Gerosa — e la legge prevede norme diverse, anche in ambito di sicurezza: non possiamo buttare i bimbi del nido in una struttura senza un’adeguata valutazione. L’ambiente deve essere sicuro. La parte tecnica — conclude — è allineata con me, non so come funzioni in Comune: io ho detto ai miei tecnici di fare tutto il possibile, ma mettendo al centro il benessere dei bambini. Non capisco questa polemica».
Critiche le consigliere provinciali di opposizione Francesca Parolari e Lucia Maestri (Partito democratico), che hanno rilanciato la richiesta del Comune. «I nodi arrivano al pettine — dichiarano — Ai proclami con cui ha manifestato più volte la disponibilità a sostenere e diffondere questi servizi, dando risposta specie nelle valli, adesso pretendiamo da lei la concretizzazione di quanto sostenuto, sennò le sue rimangono solo parole vuote. Tenere fuori dai nidi centinaia di famiglie quando gli spazi ci sarebbero e la disponibilità ad attivarli pure, vuol dire arrecare un danno gravissimo non solo a genitori che hanno bisogno di questo servizio, a mamme che devono riprendere il lavoro, ma agli stessi bambini che vengono privati di opportunità educative preziose. L’atteggiamento della struttura provinciale e dell’assessora competente rispetto a questa opportunità — concludono le due consigliere — è davvero sconfortante perché arroccato su posizioni che paiono davvero fuori dal tempo».