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lunedì 25 Dicembre, 2023

«No alla ciclovia del Garda, sì alla navigazione coi battelli. Fugatti fermati!»: l’appello via mail

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Il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda invita ad inoltrare il messaggio al presidente della Provincia: «Se la frana caduta tra Limone e Campione non ferma la ciclovia, fermiamola noi cittadini!»

«No alla ciclovia del Garda pericolosa, costosa, devastante, sì alla navigazione coi battelli. Fugatti fermati!». Questo l’appello che il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda invita ad inoltrare al presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, attraverso una mail da spedire a presidente@provincia.tn.it e trento@italianostra.org.
Il coordinamento ambientalista chiede ai cittadini di far girare questo messaggio, per fare in modo che quante più persone scrivano al presidente Fugatti. L’intento è chiaro, come riportato: «Se la frana non ferma la Ciclovia del Garda, fermiamola noi cittadini e cittadine!».

La frana e il polverone, anche politico: le opposizioni contro il progetto
La frana caduta tra Limone e Campione ha sollevato un polverone, anche a livello politico. Prima tutte le associazioni ambientaliste e di tutela riunite nel Coordinamento Interregionale Tutela del Garda, poi la lettera aperta di Italia Nostra nazionale e, sul fronte politico, un’interrogazione del consigliere provinciale Filippo Degasperi di Onda. Sabato si è mosso tutto il centro sinistra, che fa fronte comune per una battaglia unica e condivisa, quella per sospendere e rivedere il progetto della Ciclovia del Garda, lato trentino.

La mozione depositata è firmata da tutto il centro sinistra: Lucia Coppola di Alleanza Verdi e Sinistra, Filippo Degasperi di Onda (già promotore di una interrogazione), Michela Calzà, Partito Democratico, Alessio Manica, Pd, Lucia Maestri, Pd, Francesca Parolari Pd, Andrea de Bertolini Pd, Mariachiara Franzoia Pd, Paolo Zanella Pd, Roberto Stanchina Campobase, Michele Malfer Campobase, Chiara Maule Campobase, Francesco Valduga Campobase. La mozione considera «la soluzione proposta nella progettazione esecutiva del tratto Riva-Limone con soluzioni tecniche in completa antitesi con le proposte di fattibilità nel 2018 pubblicamente promosse e sostenute dell’allora assessorato ai lavori pubblici e ambiente, ma anche la mobilitazione di cittadini e cittadine delle tre realtà territoriali coinvolte nella realizzazione della ciclovia volta a chiedere la sospensione e revisione del progetto per la pericolosità, il costo e l’impatto paesaggistico-ambientale e la sostituzione con la via d’acqua intermodale».

L’esposto alla Corte dei Conti del Coordinamento
Oltre a ciò, i gruppi citano l’esposto depositato lo scorso agosto presso la Corte dei Conti di Trento dal Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda, esposto riguardante l’incremento esponenziale dei costi del progetto ed integrato poi con ulteriori documentazioni.
«L’importo complessivo dei lavori per la ciclovia sulla sponda ovest (5,5 km) solo in parte realizzata (420 metri realizzati e 1,1 km in esecuzione) o progettata in via esecutiva (0,098 km) su un totale (col tratto Riva-Torbole e sponda est) di 19 km circa, prevede la somma di 81.585.129» scrivono nella mozione. Infine, alla luce dei numerosi fenomeni franosi, il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale a sospendere la progettazione della ciclovia per i costi non preventivabili (livello P4 secondo la Carta di Sintesi della Pericolosità);a riconsiderare la progettazione di ogni singolo tratto; a riferire nella commissione competente relativamente allo stato dell’arte per ciascun tratto; a promuovere un incontro pubblico in Altogarda con lo scopo di presentare lo stato dell’arte dell’opera, e avviare un confronto con i portatori di interesse per concorrere ad individuare le modalità e il percorso realizzativo, che coinvolga anche l’entroterra gardesano».