La lettera

mercoledì 6 Settembre, 2023

No all’assegno unico nel calcolo Icef: la richiesta di sindacati, Acli e Famiglie numerose

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Nell’appello si sostiene che la misura decisa dalla giunta provinciale intacca eccessivamente il reddito di famiglie che sono già in condizione di forte difficoltà economica e si chiede di intervenire

Sindacati, Acli e forum delle famiglie numerose chiedono che l’assegno unico non venga calcolato ai fini Icef. La scelta della giunta provinciale rischia di penalizzare le fasce più fragili della popolazione andando a vanificare, almeno in parte, l’impatto di un sostegno come l’assegno unico. Cgil Cisl, Uil, Acli, Forum delle Associazioni familiari e Associazione famiglie numerose hanno scritto una lettera al presidente del Consorzio dei Comuni, Paride Gianmoena, facendo appello ai primi cittadini trentini e ai presidenti delle Comunità di Valle perché sollecitino Piazza Dante a rivedere le proprie scelte in materia di Icef.
In particolare chiedono agli enti locali di fare sentire la propria voce in merito alla mancata indicizzazione dell’Icef al costo della vita e al computo dell’assegno unico universale, tutte scelte della Giunta provinciale che penalizzano le famiglie trentine che in questo giorni si rivolgono ai Caf per presentare le proprie dichiarazioni Icef per accedere ai benefici tariffari, ma anche per le politiche familiari, abitative, della non autosufficienza e della disabilità.
In ballo c’è la tenuta dei redditi di molte famiglie trentine, le cui difficoltà ricadranno inevitabilmente anche su Comuni e Comunità, primi punti di riferimento istituzionale per i cittadini. Nella lettera le associazioni si dicono molto preoccupate dell’impatto in primo luogo del computo a fini Icef dell’Assegno Unico Universale. Infatti, proprio secondo le stime della Provincia, il beneficio medio accordato dallo Stato ad una famiglia di quattro componenti, di cui due minori, pari a circa 3.300 euro annui, comporterà un innalzamento automatico dell’indicatore Icef, a parità di altri redditi percepiti rispetto al 2021, fino a circa 0,026 punti. In poche parole, una famiglia con un indicatore Icef pari a 0,275, che attualmente in forza di questo indicatore accede al sostegno provinciale per i figli, non potrà più beneficiare dell’assegno Unico provinciale. Ma lo stesso accadrà per le altre politiche del welfare provinciale, provocando l’esclusione di molte famiglie da questi benefici o, comunque, una loro riduzione consistente.
Consapevoli che questa scelta comporterà dei risparmi per le casse pubbliche, i rappresentanti dei sindacati, delle Acli e delle associazioni familiari ritengono però inaccettabile che a pagarne il conto siano le famiglie già pesantemente penalizzate dall’aumento dei prezzi.
E proprio a partire dalla considerazione degli alti tassi di inflazione registrati ancora in questi mesi, rilanciano il timore che la mancata indicizzazione dell’Icef provochi una contrazione del valore reale dei benefici del welfare provinciale e una restrizione della platea dei beneficiari. Aspetto di cui ha preso atto il Governo Meloni scegliendo di adeguare dell’8,1% le soglie Isee per neutralizzare l’effetto inflazione. Anche nel recente passato la Provincia, con la Giunta Rossi, era andata in questa direzione, recuperando interamente l’aumento dei prezzi registrato tra il 2013 e il 2017 e adeguato l’Icef proprio per garantire il potere d’acquisto delle famiglie. Non sarebbe dunque una novità, ma la conferma di un intervento a vantaggio delle famiglie ed in particolare dei soggetti più fragili che fino ad oggi però la Giunta Fugatti non ha nemmeno preso in considerazione.