il caso
martedì 26 Settembre, 2023
di Ambra Visentin e Tommaso Di Giannantonio
I comitati No Tav chiedono le dimissioni dell’assessore comunale Ezio Facchin: «Detiene azioni di Webuild, la società che ha vinto l’appalto del bypass». Ma il sindaco Franco Ianeselli prende le difese dell’assessore: «Si tratta di una partecipazione irrilevante. Siamo pronti a difendere l’onorabilità di Facchin».
Non è certo un mistero che l’assessore comunale alla transizione ecologica non goda delle simpatie dei comitati No Tav, che ieri mattina hanno organizzato una conferenza stampa. Il suo passato come dirigente di Rete ferroviaria italiana (Rfi), committente dell’opera della circonvallazione ferroviaria, lo porrebbe infatti, secondo gli stessi comitati, in una posizione di conflitto d’interessi. Ma non è finita qui. «Andando sul sito del Comune abbiamo riscontrato che, in base alla dichiarazione della sua situazione patrimoniale e reddituale, l’assessore risulta azionista della società Webuild», ha spiegato il referente dei No Tav, Elio Bonfanti.
Webuild fa parte del consorzio Tridentum, il raggruppamento di imprese che si è aggiudicato l’appalto del bypass ferroviario di Trento. E secondo i No Tav la partecipazione azionaria di Facchin – detiene 600 azioni – sarebbe incompatibile con il suo ruolo da assessore.
A stretto giro, circa un’ora dopo la conferenza stampa, il sindaco di Trento ha rigettato le accuse e rinnovato la fiducia nei confronti dell’assessore. «Facchin detiene mille euro di azioni di Webuild, società che ha un fatturato di 8 miliardi di euro — ha replicato Ianeselli — Si tratta quindi di una partecipazione azionaria irrilevante. Non capisco quale sia il problema. Facchin non è il proprietario di Webuild che si sta arricchendo». La presunta incompatibilità «non sussiste perché l’appaltatore non è il Comune, ma è Rfi».
In conferenza stampa i No Tav hanno riassunto anche i documenti sottoposti alla Procura lo scorso 21 settembre. I comitati chiedono il sequestro preventivo di tutta l’area dello Scalo Filzi e dei cantieri ad est di via Brennero fino a quando non saranno effettuate «le doverose caratterizzazioni» e «non siano dimostrati lo studio e l’adozione di misure adeguate al fine di non estendere gli inquinanti presenti in falda».
Il movimento No Tav, come ha spiegato l’avvocato Marco Cianci, chiede anche di affiancare all’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa) la Commissione ambiente dell’Ordine dei medici di Trento nelle attività di monitoraggio sui rischi ambientali derivanti dai lavori connessi alla realizzazione dell’opera.
Intanto i comitati hanno calendarizzato diversi appuntamenti: per domani, in Piazza Duomo, e giovedì, in Piazza Fiera, la Rete dei Cittadini organizzerà due manifestazioni dedicate alle criticità del cantiere di Trento nord e quello di Trento sud; per sabato, invece, Mattarello Attiva porterà i cittadini in passeggiata verso le zone del cantiere sud. Oggi, invece, ci sarà un presidio davanti al Comune, in via Belenzani. «Fa parte della democrazia: c’è chi prova a realizzare l’opera nell’interesse dalla città e chi si oppone a questo. Fermare i lavori sarebbe una sconfitta per la città», ha commentato Ianeselli.