La protesta

mercoledì 6 Settembre, 2023

No Tav contro l’info point: «Il Comune prenda le distanze da Rfi»

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Il comitato chiede la chiusura dei cantieri e la bonifica delle aree

«Contestiamo il luogo in cui è stato ospitato l’info point di Rfi, esattamente un mese dopo il sequestro del cantiere. Il Comune dovrebbe assumere una posizione terza in questo contesto e non soccorrere l’azienda nel momento in cui è inquisita». Manifestazione dei No Tav, ieri pomeriggio davanti a Torre Mirana in via Belenzani. Elio Bonfanti, voce dei Comitati No Bypass, ha invitato l’amministrazione comunale a prendere le distanze da Rete Ferroviaria Italiana, responsabile della realizzazione della circonvallazione, un tracciato di 12 chilometri, di cui 10 in galleria, tra Mattarello Trento da nord a sud. A luglio è stata aperta un’inchiesta per i reati di contaminazione e disastro ambientale colposo. L’indagato è l’ingegner Damiano Beschin, responsabile del cantiere. Durante la manifestazione i relatori, oltre a Bonfanti c’erano anche Tiziana Gatto e Fulvio Flammini (Sindacato di base multicategoriale), hanno rilanciato il tema della salute di cittadini e lavoratori richiamando gli ultimi fatti di cronaca. Da un lato, la morte dei cinque operai travolti da un treno mentre stavano eseguendo lavori di manutenzione sui binari a Brandizzo. «Il fatto che la stragrande maggioranza dei lavori sia data in subappalto si traduce in situazioni di lavoro inadeguate, in una grave mancanza di controllo sui cantieri e in un’incuria sui lavoratori già ampiamente dimostrata – dice Bonfanti, riferendosi, fra le altre cose, alla rimozione di coperture in amianto di alcuni edifici demoliti a Trento Nord – Abbiamo dovuto denunciare alla Uopsal la mancanza delle mascherine di protezione e una conduzione dei lavori che permetteva il sollevarsi delle polveri».
Flammini ha voluto ricordare alcuni incidenti del passato: «Il nostro presidio vuole essere non solo commemorativo dei 5 operai ammazzati a Brandizzo (…) ma anche un momento contro-informativo sui disastri ferroviari di cui Rfi è responsabile al pari delle altre società appartenenti alla holding Ferrovie dello Stato Italiane (…)». Un ulteriore momento di riflessione scaturisce dal recente rilevamento di idrocarburi leggeri nel cortile della scuola materna di Cristo Re Piccolo Principe. «Non sorprende – commenta il portavoce del movimento – i dati che emergono dal piano provinciale delle acque dimostrano un fortissimo inquinamento in tutta quell’area. Considerato che proprio all’ex Scalo Filzi dovrebbe nascere una trincea a cielo aperto lunga 540 metri, che per essere realizzata richiede la rimozione e lo spostamento del terreno e dei materiali di scavo, è evidente il rischio che si corre». Le criticità del progetto individuate dal comitato sono molte e non riguardano solo Trento Nord. «Ci opporremo all’utilizzo, a Trento sud, di una collina a lato dei grezzi per il deposito di materiali di scavo. Si tratta di un terreno carsico e ambientalmente pericoloso, già definito dalla stessa Provincia come area con penalità idrogeologiche gravi», continua. A preoccupare è anche quella che dovrebbe essere la gestione delle risorse idriche durante i lavori, con il timore, in particolare, di veder ridotto il rifornimento. «L’accordo con la società Novareti è quello di utilizzare la sorgente di Acquaviva per i lavori della galleria. In particolare, su 80-100 litri al secondo che fornisce la fonte, ne verrebbero destinati 20 al cantiere, ovvero un quarto». E non manca un’ulteriore stoccata al primo cittadino di Trento, cui viene contestata una certa incoerenza: «Ricordiamo che il sindaco ha chiesto ai cittadini di fare un uso più responsabile dell’acqua quando si lavano i denti». Per i Comitati no Bypass l’info point dovrebbe fornire una sola informazione: la pronta chiusura di ogni cantiere e la destinazione dei fondi stanziati per il progetto ad opere di bonifica di tutta Trento Nord.