la protesta
martedì 7 Febbraio, 2023
di Redazione
I comitati contro la circonvallazione tornano a chiedere lo stop: «Non possono iniziare a scavare se non ci sono certezze per la salute pubblica». E guardano con favore allo stanziamento dei 2 milioni di euro nella legge di Bilancio nazionale per ulteriori sondaggi geognostici sul terreno ex Slui: «Con lo stanziamento di questa cifra — affermano — qualcosa si è mosso anche a livello politico. Per la prima volta il Parlamento fa riferimento al bypass di Trento, e precisamente all’attraversamento delle aree inquinate — spiega Elio Bonfanti — e in una legge dello Stato si afferma che la presenza di inquinanti non è in dubbio, non chiede se ci siano ma quanti siano». La linea storica, nel progetto di Rfi, sarà traslata mentre la nuova linea attraverserà la zona in una trincea che affonderà fino a tredici metri: «Dovranno essere smaltiti 85 mila metri cubi di materiale con piombo tetraetile. Sono previsti cinque milioni di euro, una cifra irrisoria». E attacca direttamente Rfi: «È inaffidabile, perché si permette di mettere in discussione le analisi di Appa (l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, ndr) e chiede di poter fare proprie analisi. Una cosa inaudita, perché nessun altro cittadino potrebbe mai mettere in discussione i risultati di Appa». E torna il tema del cantiere pilota: «Una buchetta pilota — la definisce Bonfanti — che arriva a due metri di profondità, quando l’intervento da progetto va ben oltre. E le analisi fatte a metà settembre dove sono? Chi le ha viste? Ci dicono che sono confortanti — afferma, riferendosi anche alle parole rilasciate ieri dell’assessore comunale Ezio Facchin su questo giornale — ma nelle classifiche il dato “confortante” non esiste, Servono numeri, dati».
Da qui la richiesta alla Provincia: «Incarichi Appa di fare una caratterizzazione dei terreni dell’area entro settembre, e solo sulla base dei risultati si decida se e come intervenire». Bloccare dunque l’iter della realizzazione della circonvallazione, che prevede la cantierizzazione a breve: «Bisogna avere la massima garanzia in tema di sicurezza, per i lavoratrori e per i cittadini».
Ma per i no-tav anche il Comune di Trento si comporta in modo «scandaloso»: «Non si fida nemmeno lui di istituti come Appa visto che ha chiesto a Italferr se nei pressi della linea storica ci sono inquinanti. Ma l’ente che fa le analisi è Appa, non altri». E Bonfanti torna sulla necessità di implementare i sondaggi: «Chiediamo una caratterizzazione con prelievo ogni 25 metri, su una lunghezza di 450 metri di linea sulle aree inquinate. Su entrambe, da una parte e dall’altra della linea, e anche sotto la stessa linea. A una profondità — aggiunge — che arrivi per lo meno a quella dei diaframmi», quelli che si insinuano a oltre 20 metri nel terreno con il rischio, paventato da comitati, di forare il sottile strato di argilla che evita al piombo tetraetile e agli idrocarburi di finire nelle falde acquifere.
Per i comitati «il disinquinamento dell’intera area è una bufala»: «Ci dicono che grazie alla circonvallazione si potrà finalmente mettere mano alle aree inquinate, ma non è così. Nel progetto è previsto l’asporto di cinque mila metri cubi di materiale, mentre i metri cubi totali sono 120 mila solo all’ex Sloi. Rfi — affermano — fa finta di disinquinare fregandosene della popolazione».
Le richieste di «blocco» dei lavori saranno portate anche in piazza: Domani ci sarà un presidio in piazza Dante per ricordare che «le indagini sotto i binari delle aree Sloi e Carbochimica devono essere fatte il più presto possibile». L’undici febbraio è poi convocata l’assemblea, nella sala del Palazzo della Regione, con i soggetti danneggiati dall’opera alle ore 15.30.
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