LA STORIA
domenica 12 Febbraio, 2023
di Emanuele Paccher
Energia da vendere, voglia di lavorare e tanta, tantissima passione in ciò che fa: è questo il ritratto di Angelina Vesco, detta «Gina», la signora per eccellenza del rifugio Crucolo, che nei giorni scorsi ha spento la bellezza di 92 candeline.
Ma l’età, a volte, è veramente solo un numero. Anche perché Gina ad andare in pensione non ci pensa nemmeno. «Mi stanco di più a riposare e a stare in paese rispetto allo stare in cucina a lavorare. È quando ci si ferma che si è perduti e che si invecchia prima. Io voglio continuare finché ce la farò, anche perché il lavoro mi dà tante soddisfazioni», spiega con tono deciso. «Molti miei amici vengono qui al ristorante e mi raccontano, tutti felici, che stanno per andare in pensione. Secondo me non si rendono conto che è il non far nulla che rende vecchi. Io proprio non li capisco».
Una routine lavorativa che va avanti da 72 anni: sveglia presto alla mattina, per essere già pronti dietro ai fornelli per le 7.30. E da lì comincia una giornata intensa, con la gestione delle ordinazioni, la preparazione dei – buonissimi – piatti da servire e il mantenimento dell’ordine in cucina.
«Questo lavoro mi ha dato e mi sta dando tante soddisfazioni», spiega Gina. «I momenti più belli della mia vita li ho passati con a fianco mio marito, Giordano Purin. In un’intera vita passata assieme non abbiamo mai litigato. Eravamo una coppia straordinaria. È da 11 anni che se ne è andato, ma io lo sento ancora vicino a me».
È proprio grazie al marito di Gina che il rifugio Crucolo può contare su uno dei suoi prodotti di eccellenza: il «Parampampoli», un superalcolico a base di caffè, miele, vino e grappa che si serve infuocato. «Il Parampampoli è nato per un errore. Una volta si usava bere il caffè con il vino o con la grappa. Mio nonno per sbaglio un giorno ha unito l’uno e l’altro, e il caffè ha preso fuoco. Ha deciso di servirlo ugualmente, e da lì è nato questo superalcolico», spiega Devis Anderle, nipote di Giordano Purin e di Angelina Vesco e attuale gestore delle pagine social del rifugio Crucolo.
Ma non è stato solo il Parampampoli a rendere famoso il rifugio. Grande eco nazionale la ha avuta anche la notizia dell’ottenimento del record mondiale per il salame più lungo e per il formaggio più pesante. «Per gioco qualche anno fa decidemmo di fare un salame lunghissimo. In un’occasione uno dei giudici del guinness world record venne al ristorante e ci disse: perché non registriamo il record? Allora ci siamo messi in gioco e abbiamo vinto il premio per due volte», prosegue Anderle.
Un’altra caratteristica del rifugio sta nella continuità della sua gestione. La famiglia Purin, e i suoi discendenti, sono proprietari e gestori del locale dal lontano 1782. «La nostra è l’osteria più vecchia del Trentino. Il documento più vecchio che abbiamo è per l’appunto del 1782, quando la camera di commercio ha rilasciato una certificazione dell’attività ai miei avi. Ma probabilmente se cercassimo più a fondo e andassimo negli archivi in Austria potremmo trovare dei documenti ancora più antichi».
E anche il futuro sembra poter proseguire su questa strada. «Penso che la tradizione familiare potrà durare ancora a lungo. Ci sono tanti giovani che stanno andando avanti. E la cosa bella è il clima che si è creato: collaboriamo tutti quanti e ci piace passare del tempo assieme», dichiara Gina. «Però l’importante è che i miei figli e i miei nipoti facciano ciò che piace loro. Non si può mai sapere cosa potrà accadere nella vita. Posso solo dire che fino ad oggi per tutti noi il Crucolo non è stato solo un semplice locale. È un po’ la nostra seconda casa, a cui tutti noi siamo molto legati».