il caso

sabato 11 Febbraio, 2023

L’odissea giudiziaria del Not: 14 sentenze in 11 anni

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Una spiegazione in formula domande e risposte per comprendere l'iter tormentato tra ricorsi e appelli. La giunta Fugatti si appresta ad avviare la quarta procedura

Se ne parla da oltre 11 anni del Nuovo ospedale del Trentino, del tormentato «Not». O meglio, a dicembre 2011 risale il primo bando di gara. Da allora in poi si sono susseguiti una lunga serie di ricorsi e controricorsi, che hanno portato a 14 sentenze, più di una all’anno. Burocrazia a parte, politici e dirigenti amministrativi hanno contribuito a far diventare il Not un caso di scuola. Di seguito la cronistoria attraverso la formula domande e risposte.

Quando è stata indetta la prima gara per la realizzazione del Not?
«A metà dicembre 2011. Il presidente della Provincia è Lorenzo Dellai. Si opta per la finanza di progetto».
Cos’è la finanza di progetto?
«La finanza di progetto è una procedura che prevede la concessione dei lavori e della gestione dell’opera al privato, il quale assorbe in tutto o in parte i costi dell’opera. Nel caso degli ospedali, il vincitore della gara trae guadagno da un canone annuale corrisposto dall’amministrazione pubblica e dalla provvigione (a carico dello stesso ente pubblico) per l’erogazione dei servizi non sanitari, come il servizio mensa o la gestione degli spazi commerciali».
Qual è la differenza con l’appalto tradizionale?
«A differenza dell’appalto tradizionale, attraverso la finanza di progetto l’amministrazione pubblica riesce a spalmare in un lungo arco temporale i costi dell’opera (che lievitano, ma sono appunto diluiti). Nel caso del Not la concessione sarebbe durata 25 anni. L’importo complessivo si sarebbe attestato a 1,7 miliardi».
Quando arrivano le prime offerte? Quante sono? Chi vince?
«Ad agosto 2012 arrivano quattro offerte dai raggruppamenti temporanei d’impresa guidati da Impregilo, Cmb Sooc Coop, Mantovani e Pizzarotti. A marzo 2013 l’opera viene aggiudicata da Impregilo, poi confluito nel gruppo Webuild (lo stesso che oggi ha vinto l’appalto della circonvallazione ferroviaria di Trento). L’aggiudicazione, però, viene impugnata da parte degli altri partecipanti alla gara davanti al Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Trento».
Perché l’iter si blocca?
«Perché con sentenza del 31 gennaio 2014 il Tar accoglie i motivi dei ricorsi attinenti l’illegittima composizione della commissione tecnica di gara da parte della Provincia. I verbali di gara sono dunque annullati. La sentenza viene impugnata da Impregilo davanti al Consiglio di Stato, che con una sentenza emessa lo stesso anno riammette in gara Impregilo e dispone un nuovo esame delle offerte da parte di una nuova commissione di gara».
Perché la giunta Rossi revoca in toto la gara e decide di ripartire con un appalto tradizionale?
«A marzo 2016 la giunta guidata dal governatore Ugo Rossi ritiene «non più conveniente» la finanza di progetto. Si ricomincia da capo, ma con una gara tradizionale».
Perché la gara tradizionale non decolla?
«Tre delle imprese concorrenti presentano quattro ricorsi contro la decisione della giunta. Il Tar, con quattro diverse sentenze emesse tra il 2016 e il 2017, respinge i ricorsi. I concorrenti si appellano al Consiglio di Stato, che con due sentenze emesse a settembre 2017 dà ragione alle ricorrenti, annullando di fatto il nuovo iter avviato dalla giunta. Risultato: torna efficace la finanza di progetto del 2011».
Chi si aggiudica il bando originario?
«La Provincia fa ricorso al Consiglio di Stato per ricevere indicazioni utili ai fini della prosecuzione della gara tramite finanza di progetto: le indicazioni arrivano con sentenza del 2018. Al bando rispondono la Pizzarotti (di Parma) e la new entry Guerrato (di Rovigo). Intanto a piazza Dante approda il presidente Maurizio Fugatti. La Guerrato vince la gara».
Quando inizia il nuovo iter giudiziario?
«Dopo l’aggiudicazione, viene presentato un ricorso al Tar per la «presunta invalidità della dichiarazione» e «l’inidoneità del coinvolgimento» dell’istituto finanziatore della Guerrato, ossia la Sgr maltese che poi (aprile 2022) finirà al centro di un’indagine della guardia di finanza, accusata proprio di una falsa attestazione di finanziamento. Con sentenza del giugno 2020 il Tar stabilisce che la commissione tecnica non aveva effettuato in modo completo la verifica preventiva della fattibilità finanziaria del progetto della Guerrato. A questo punto la commissione tecnica della Provincia riesamina l’offerta con alcune integrazioni, confermando infine il proprio giudizio».
Quando viene tolto l’appalto alla Guerrato a favore della Pizzarotti?
«La Pizzarotti fa di nuovo ricorso al Tar sostenendo che la commissione aveva effettuato una valutazione solo formale dell’offerta. E con sentenza dell’ottobre 2020 il Tar le ha dato ragione, obbligando la Provincia a disporre l’aggiudicazione in favore della Pizzarotti. Scontato il ricorso da parte della Guerrato al Consiglio di Stato, accompagnato anche da quello della Provincia, in difesa dell’operato della commissione».
Quando viene riassegnato l’appalto alla Guerrato?
«Con sentenza dell’aprile 2021 il Consiglio di Stato accoglie entrambi i ricorsi, dichiarando la piena legittimità dell’attività amministrativa contestata e della nomina della Guerrato. La Pizzarotti fa subito ricorso alla Corte di cassazione, che con sentenza del 27 settembre conferma la decisione del Consiglio di Stato»
Perché poi la Provincia ha deciso di revocare in toto la gara?
«A settembre 2022 la giunta provinciale ha deliberato «l’impossibilità di addivenire alla stipulazione del contratto di concessione a causa della non approvazione del progetto preliminare da questi presentato». E di procedere alla progettazione e realizzazione del «Polo ospedaliero e universitario del Trentino» ricorrendo alla nomina di un commissario straordinario. Il progetto della Guerrato, sostiene la Provincia, non era adeguabile al disciplinare di gara del 2018. Per questo motivo non ha passato il vaglio della conferenza dei servizi. Alla base della decisione anche la necessità di ripensare completamente il progetto originario a seguito delle nuove esigenze di ricerca e formazione legate alla Scuola di Medicina e alla luce dell’esperienza della pandemia da Covid-19, che «impone di progettare un ospedale nella parte strutturale ed impiantistica diverso da quanto fatto in passato».
Guerrato ha fatto ricorso?
«Si, la Guerrato ha fatto ricorso contro la determinazione del giugno 2022 che boccia il progetto preliminare. Ma con sentenza dell’agosto 2022 il Tar lo ha dichiarato inammissibile. La Guerrato ha fatto quindi appello al Consiglio di Stato, che pochi giorni fa ha dato ragione all’impresa veneta sulle questioni tecniche e, pur riconoscendo corretta l’impostazione della difesa della Provincia, ha rinviato la palla al Tar di Trento. Nei mesi scorsi, intanto, la Guerrato ha presentato un altro ricorso contro la delibera di settembre della giunta provinciale, quella che ha sancito l’azzeramento della gara. La stessa cosa ha fatto anche la Pizzarotti. Pendono quindi altri due ricorsi. La giunta va avanti però, e ha già nominato Antonio Tita, dirigente dell’Apac, come commissario straordinario. Non è escluso, anzi è altamente probabile che la nuova gara sarà di tipo tradizionale. La localizzazione è rimasta quella di oltre 11 anni fa: l’area di via al Desert».
Cosa dice l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac)?
«Pochi giorni fa l’Anac, che vigila sugli appalti pubblici, ha pubblicato il provvedimento con il quale archivia la segnalazione per illecito professionale a carico della Guerrato spa, presentata dalla Provincia per la mancata approvazione del progetto preliminare del Nuovo ospedale del Trentino. Al termine dell’istruttoria, oltre ad archiviare la segnalazione, l’Anac ha anche bacchettato la Provincia spiegando che non è colpa della Guerrato se, dopo lo studio di fattibilità che è molto risalente negli anni, le esigenze della stazione appaltante sono cambiate. Sale l’attesa per i due ricorsi ancora pendenti».