l'intervista
venerdì 30 Dicembre, 2022
di Tommaso Di Giannantonio
Cosa ha funzionato, ma anche e soprattutto cosa non ha funzionato. Nel tradizionale incontro di auguri con la stampa, il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha fatto mea culpa, ponendo l’accento su tre «errori»: il primo, aver assecondato in maniera precipitosa la decisione della giunta provinciale di realizzare il Polo sanitario universitario (ex Not, Nuovo ospedale del Trentino) nell’area di via al Desert, senza prendersi il tempo di valutare un’alternativa (l’area di San Vincenzo); il secondo errore consiste nell’ombra calata sui ciclo-box installati in città per la sosta delle bici, ancora poco utilizzati; il terzo, infine, riguarda la gestione dell’accoglienza dei senza fissa dimora: «siamo arrivati in ritardo».
Sindaco, cosa ha funzionato?
«Ha funzionato che saremo Capitale europea del volontariato nel 2024: è un riconoscimento alle nostre associazioni, ma anche un’occasione per aprirci al mondo e per rilanciare il nostro impegno collettivo per gli altri».
Cosa contrassegnerà il 2023?
«Nel 2023 metteremo l’accento sulla cura. Nel bilancio da poco approvato abbiamo deciso di recuperare le risorse aumentando la tassazione nei confronti di chi ha più di una casa. Lo abbiamo fatto con un preciso punto, quello di non tagliare i servizi, il sociale e la cultura. La cura si declina anche nelle tante opere che abbiamo finanziato, che sono pensate per le persone. Chiudiamo il 2022 con soddisfazione, ma dobbiamo riconoscere anche gli errori commessi».
Partiamo dal primo allora.
«Il primo riguarda la questione del nuovo ospedale (per cui la giunta provinciale ha deliberato l’azzeramento del vecchio progetto e la nomina di un commissario a cui sarà affidato il compito di valutare la progettazione che riparte da zero, ndr). Sono consapevole che la decisione della Provincia sia quella di realizzarlo nell’area di via al Desert, ma dopo tutto quello che è avvenuto forse è il caso di prenderci un breve tempo, un sovrappiù di riflessione, per rifare il punto sulla localizzazione, anche alla luce del nuovo progetto».
Come alternativa intende solo l’area di San Vincenzo (Mattarello)? Lì l’ipotesi progettuale della Provincia prevede la realizzazione di un’area concerti da 40.000 spettatori e due campi da calcio.
«Si, ma è evidente che viene prima l’ospedale rispetto ai concerti. Questo non significa che riteniamo che quella sia l’area più idonea. Anzi, le nostre prime riflessioni interne propendono per il Desert, soprattutto per quanto riguarda la mobilità, ma i professionisti della sanità ci consigliano di fare tutte le valutazioni».
Il secondo errore?
«Non aver lanciato con convinzione il progetto dei ciclo-box (ne sono stati installati 7 per un costo di 530.000 euro, ndr): suscitiamo ammirazione nel mondo per questa iniziativa, ma le strutture non sono utilizzate. Lanceremo una nuova campagna e rifletteremo sulla localizzazione».
Il terzo errore infine.
«Sui senza fissa dimora avremmo potuto aprire un mese prima le Bellesini. Formalmente abbiamo fatto anche troppo perché non è un tema di competenza del Comune e i posti totali a disposizione, va detto, sono maggiori rispetto allo scorso anno. Ma alla fine ci sono ancora persone in strada, meno dell’anno scorso, ma ci sono. Io avevo lanciato l’idea di aprire l’atrio della stazione della Trento-Malè, ma la Provincia ha detto che non la vede come struttura idonea. Ora stanno ragionando su altre strutture. L’altra questione è che alcune di queste persone hanno anche un lavoro, ma non riescono ad avere un tetto. Forse è il caso di recuperare l’idea degli ostelli sociali per chi non può permettersi un affitto».
Qual è l’insegnamento da trarre da questi tre errori in vista del 2023?
«Che l’urgenza non fa rima con fretta».
Il 2023 sarà anche l’anno delle elezioni provinciali: teme contraccolpi negativi?
«In teoria l’anno elettorale è l’anno in cui arrivano più risorse, ma la questione è spenderli bene. L’auspicio è che ci sia equità e che non ci sia la distinzione tra città e valli: il Trentino è uno. Va riconosciuto che nel bilancio che abbiamo approvato ci sono due opere finanziate dalla Provincia: la passerella e la riqualificazione dell’ex facoltà di Lettere. L’opposizione ci critica perché non ringraziamo la Provincia, ma fa parte delle cose lavorare per accordi».
Come le sembra il quadro delle prossime elezioni?
«Un quadro molto aperto. Nello schieramento del centrodestra ci sono frizioni continue tra Fratelli d’Italia e Lega. Nel mio campo sono uno di quelli che pensa che sia meglio decidere presto sul programma e sul candidato».
Viene tirato spesso per la giacchetta, cosa farà?
«Vorrei continuare a fare il sindaco più che posso. Fare questo mestiere è un grandissimo privilegio».
Il candidato va deciso prima o dopo il congresso del Partito Democratico?
«Non credo che si possa fermare tutto per il congresso e poi rivedersi a giugno. E il tavolo di partiti non può diventare un direttorio, ma deve provare a mettersi in respiro con la città, come si è fatto con la mia candidatura. Non si può arrivare a una candidatura per consunzione».