domande e risposte

venerdì 7 Aprile, 2023

Numeri, abitudini, regole. Domande e risposte sulla vita degli orsi

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Dalla reintroduzione di «Life Ursus» al protocollo «Pacobace»: come funziona la gestione e il monitoraggio dei grandi carnivori
Orso cucciolo (Immagine di repertorio)

Sono tante le domande che si pongono le persone sulla presenza dell’orso bruno in Trentino e nelle Alpi centrali. Sulla base dei documenti ufficiali della Provincia e dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ecco le risposte ad alcune di esse, utili per comprendere alcuni aspetti della convivenza uomo-orso.
Come viene monitorato l’orso bruno in Trentino?
«Così come spiega il Rapporto Grandi carnivori 2021 (l’ultimo attualmente disponibile) redatto dal Servizio Faunistico – Settore Grandi carnivori della Provincia autonoma di Trento, gli orsi in Trentino sono monitorati attraverso varie tecniche: rilevamenti sul campo; radiotelemetria; videocontrollo automatico da stazioni remote; fototrappolaggio e monitoraggio genetico. Quest’ultima tecnica, che si basa sulla raccolta di campioni organici (peli, escrementi, urina, saliva, tessuti) avviene secondo due modalità: il monitoraggio sistematico (effettuato con cadenza biennale) utilizzando trappole per “catturare” peli mediante filo spinato; il monitoraggio opportunistico (dal 2019 effettuato con cadenza biennale) con la raccolta di campioni organici rinvenuti sul territorio durante le ordinarie attività di servizio e in corrispondenza dell’accertamento di danni e del controllo dei cosiddetti grattatoi. L’ultimo monitoraggio genetico è del 2021. Nel 2023 sono iniziate le nuove rilevazioni di monitoraggio genetico».
Ma queste tecniche di monitoraggio permettono di rilevare con certezza la popolazione di orsi presenti in Trentino?
«No, non lo garantiscono, tuttavia, spiega il Rapporto Grandi carnivori, l’applicazione di metodi statistici permette di fornire la stima complessiva della totalità della popolazione presente sul territorio».
In base a questa stima, quanti sono gli orsi in Trentino?
«Premesso che la consistenza della popolazione di orsi viene stimata ogni due anni, in base all’ultima rilevazione del 2021, escludendo dal computo la classe dei “cuccioli” (di età compresa tra 0 e 1 anno) il numero minimo certo di orsi identificati geneticamente è di 69. Partendo da questo numero minimo certo e tenuto conto degli orsi morti nel 2021, si stima in Trentino una consistenza di 78 orsi (escludendo i piccoli) con un intervallo di confidenza (intervallo di valori probabilità) tra i 73 e i 92 individui».
Quanti sono i maschi e quante le femmine?
«Le femmine stimate sono 40 (con un intervallo tra i 37 e i 47 esemplari); i maschi 38 (con un intervallo di 36-45 individui). Nel 2021 è stata inoltre stimata la presenza di 9-10 nuove cucciolate per un totale di 12-14 cuccioli».
Come sono distribuiti gli orsi nelle Alpi centrali?
«In base ai dati disponibili, la popolazione di orso delle Alpi centrali si è distribuita nel 2021 su un’area teorica di 30.550 km2. Il territorio stabilmente occupato dalle femmine è molto più contenuto (2.039 km2) ma in aumento rispetto al 2019. Questo dato, spiega ancora il Rapporto Grandi carnivori, conferma il trend di lenta, ma costante espansione delle femmine registrato negli ultimi anni, con la ormai stabile presenza di esemplari femmina in aree di recente colonizzazione come l’alto Garda e la Val di Ledro, la sinistra orografica della bassa Val di Sole e l’alta Val di Non».
In Trentino e più in generale nelle Alpi centrali quando è stato reintrodotto l’orso bruno?
«Alla fine degli anni ’90, spiega l’Ispra, l’orso bruno si era quasi completamente estinto dalle Alpi e per recuperare questo grande carnivoro è stata quindi realizzata dal Parco Naturale Adamello Brenta in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e Ispra (all’epoca Infs) una reintroduzione co-finanziata dall’Unione Europea (il cosiddetto progetto “Life Ursus”). “Per assicurare la coesistenza dell’orso bruno con l’uomo sono necessarie politiche gestionali efficaci da parte delle amministrazioni locali e statali competenti e per questo motivo – spiega ancora l’Ispra – è stato redatto il cosiddetto Pacobace (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali) formalmente recepito da tutte le amministrazioni territoriali (Regioni e Provincia autonoma di Trento) delle Alpi centro Orientali, dal Ministero dell’Ambiente e da Ispra”».
Che indicazioni contiene il Pacobace?
«Contiene indicazioni dettagliate circa le misure da adottare per prevenire e risarcire i danni causati dall’orso, le più opportune misure d’intervento sugli esemplari problematici, la struttura delle campagne di informazione e comunicazione, la formazione del personale e il monitoraggio della popolazione».
Che cosa prevede il Pacobace per la gestione di situazioni critiche, è possibile abbattere esemplari problematici?
«Premesso che secondo la normativa nazionale ed europea vigente l’applicazione di azioni dirette sulla specie orso bruno è possibile solo quando tali azioni non pregiudichino lo status di conservazione della popolazione oggetto d’intervento e qualora non risultino applicabili misure alternative d’intervento, in base al Pacobace per le situazioni critiche vige il principio di prevedere e attivare azioni proporzionate alla problematicità manifestata dai soggetti, nell’intento di modificare il loro atteggiamento e che non sia esclusa nei casi estremi la possibilità ultima di rimozione degli esemplari. (Gli orsi problematici sono quelli che assumono comportamenti confidenti nei confronti dell’uomo)».
Secondo il Pacobace quando ci sono i presupposti per valutare la rimozione di un orso?
«Sono quattro i casi: quando è ripetutamente segnalato nei centri abitati, quando attacca per difendere la sua preda, quando cerca di penetrare in case o altre strutture abitate, quando attacca senza essere provocato. Il documento contempla due strade per l’abbattimento: la prima prevede una specifica autorizzazione da parte del ministero dell’Ambiente, «concessa sulla base del parere dell’Ispra». La seconda strada si apre nel caso in cui «si ravvisi immediato pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubblica». A fronte di una situazione di questo tipo, i governatori — tra le autorità competenti in materia di pubblica sicurezza — possono assumere direttamente la decisione. Le linee guida di gestione dell’orso approvate dalla Giunta provinciale nel giugno 2021 prevedono che il Pacobace sia il documento tecnico di riferimento per ogni attività di gestione degli orsi, ma per quanto riguarda l’abbattimento la decisione spetta al presidente della Provincia, che è obbligato a chiedere un parere all’Ispra, senza però esserne vincolato».