Estero
lunedì 20 Febbraio, 2023
di Leonardo Omezzolli
La terra torna a tremare in Turchia e in Siria. Due nuove scosse sono state registrate in questo 20 febbraio 2023 con magnitudo pari a 6.4 e 5.8. L’epicentro di queste nuove scosse sarebbe situato a circa 3 chilometri da Uzunbag, nella provincia turca di Hatay. Purtroppo dalle prime ricostruzioni si sono verificati nuovi crolli e si registrano già i primi morti. Tre quelli accertati, mentre i feriti si aggirano intorno alle 200 persone. Le stime sono state fornite dal ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu, spiegando che le operazioni di ricerca e soccorso sono in corso in tre edifici crollati dove si ritiene siano intrappolate un totale di cinque persone.
L’agenzia turca per la gestione dei disastri, Afad, riferisce che il terremoto è stato centrato intorno alla città di Defne, nella provincia di Hatay. La televisione Ntv riporta che la scossa ha provocato il crollo di alcuni edifici danneggiati, mentre secondo l’agenzia di stampa di Stato turca Anadolu la scossa è stata sentita anche in Siria, Giordania, Israele ed Egitto. Le nuove scosse non possono che alimentare sgomento e paura riportando alla luce i drammatici momenti vissuti lo scorso 6 febbraio quando il primo e violento sisma ha causato una desolazione mai vista prima. Il bilancio di quel drammatico giorno è assai elevato e non ancora definitivo. Tra Turchia e Siria si sono certificate circa 45mila morti. Molteplici sono le scosse di assestamento che si sono susseguite da quel 6 febbraio, circa 6.000 quelle registrate fino a oggi, ma nessuna aveva avuto una magnitudo così elevata da provocare nuovi crolli, feriti e morti.
Centinaia di migliaia di sfollati, senza più una casa a cui tornare, in questo momento sono costretti a sopravvivere in condizioni disastrose nei centri temporanei allestiti nelle zone colpite dal terremoto. I rifugi, soprattutto in Siria, ma anche in Turchia, sono sovraffollati e non ci sono servizi igienici adeguati, né acqua pulita sufficiente per tutti. Una situazione che aumenta esponenzialmente il rischio di nuove epidemie di colera. L’allarme è stato lanciato da Oxfam, al lavoro per soccorrere la popolazione nei due Paesi.
Una delle situazioni più critiche si registra ad Aleppo, dove in alcuni rifugi oltre 150 persone, incluse donne e bambini, sono costrette a condividere un unico bagno». I casi di colera in Siria erano già in aumento prima del terremoto e adesso il rischio di nuovi focolai è altissimo per chi si trova in tendopoli improvvisate o nelle moschee che ospitano gli sfollati – spiega Stefania Morra, responsabile del programma di azione umanitaria di Oxfam Italia – È fondamentale, in questo momento, impedire che ci siano nuove vittime per una malattia del tutto prevenibile”.
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di Redazione
Le caratteristiche di questa stanza consentono di mettere a proprio agio persone vulnerabili, nella delicata fase di narrazione e ricostruzione dei fatti subiti, soprattutto se ancora in fase pediatrica