mercoledì 4 Settembre, 2024
di Francesco Terreri
Piano piano i soldi arrivano nelle buste paga dei dipendenti pubblici trentini. Ieri è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo di liquidazione degli arretrati anni 2022 e 2023 del contratto provinciale 2022-2024 comparto Autonomie locali: 48,2 milioni di euro a circa 15mila dipendenti di Provincia, Comuni, Comunità di valle, Aziende di servizi alla persona (Apsp). Fp Cgil però non ha firmato: «Risorse insufficienti al recupero dell’inflazione». Sempre ieri mattina è stata siglata, dopo l’autorizzazione arrivata dalla Corte dei Conti, la chiusura della parte economica del contratto 2022-2024 per il comparto Sanità: quasi 37 milioni a 8.000 lavoratori e lavoratrici. Aumenti e arretrati della sanità dovrebbero arrivare già con lo stipendio di settembre, gli arretrati degli enti locali dovrebbero essere in busta paga entro novembre. In tutto, questa tornata di accordi garantisce oltre 85 milioni di euro a 23mila dipendenti di enti pubblici. «Grazie ai protocolli di luglio 2023 e giugno 2024, abbiamo sottoscritto l’ipotesi d’accordo di liquidazione degli arretrati del comparto Autonomie locali» sottolineano i segretari generali di Cisl Fp Beppe Pallanch e Uil Fpl Enti locali Andrea Bassetti. I due sindacati ricordano che ora, dopo il vaglio della Corte dei Conti, spetterà alle amministrazioni di Provincia, Comuni, Comunità e Apsp «velocizzare e finalizzare quanto spettante come arretrato contrattuale ad ogni singolo dipendente, rispetto alle tabelle retributive aggiornate alle decorrenze del 1.1.2022 e 1.1.2023».
«Ci aspettiamo ora che i passaggi definitivi garantiscano entro il mese di novembre 2024 l’arrivo nelle tasche delle lavoratrici e lavoratori del comparto, quanto da noi già calcolato come tabelle confermandone l’autorevolezza – rimarcano Pallanch e Bassetti – Necessario anche siglare entro quest’anno l’ipotesi d’accordo per l’1% di aumento tabellare aggiuntivo con decorrenza 1.1.2024, oltre all’ulteriore 1% quota Laborfonds, previsioni inserite nel Protocollo 24.06.2024».
«Nessun recupero del potere d’acquisto. A fronte di una perdita del 15,4%, la Provincia mette sul piatto appena il 7,9%. Non è così che si affronta l’emergenza bassi salari» sostiene invece il segretario della Funzione Pubblica Cgil Luigi Diaspro spiegando perché ieri, all’incontro in Apran, la sigla di Via Muredei non ha sottoscritto l’intesa. «Leggiamo di continuo dell’arrivo di centinaia di milioni per i contratti pubblici e che i dipendenti diventerebbero improvvisamente ricchi, ma purtroppo non è così. Il 2022/2023 si chiude ben al di sotto degli indici Ipca (aumenti dei prezzi ndr) del 6% e del 6,9% registrati nel biennio, e quindi aumenta la perdita di potere d’acquisto subita dalle lavoratrici e dai lavoratori». Diaspro prosegue: «Occorrerebbe maggiore coerenza, da parte di tutti, quando si parla di voler mettere al centro il tema del lavoro e dei bassi salari: spostare le risorse sul 2025/2027 è stato il classico gioco delle tre carte. Sfidiamo quindi la Giunta quantomeno a tenere fede agli impegni assunti con le preintese tecniche, firmate anche dalla Fp Cgil, poi confluite nel Protocollo, che devono rappresentare significativi punti di avanzamento nei vari settori».
Intanto ieri c’è stata anche la firma da parte di Cisl, Uil sanità, Fenalt e Nursing Up della parte economica del Contratto provinciale di lavoro 2022/24 per il comparto Sanità. «Il lavoro congiunto di queste quattro sigle sindacali ha fatto sì che sia stato riconosciuto ai dipendenti l’impegno quotidiano profuso nella sanità trentina: 18.492.000 euro già disponibili, destinati ad un aumento del tabellare per tutti i lavoratori con relativi arretrati, 7.850.500 euro destinati ad un ampio numero di indennità per il personale sanitario, Oss, tecnico e amministrativo, 10.500.000 euro di risparmi aziendali sono stati sbloccati andando ad implementare la produttività. Cosa importantissima adesso è procedere a spron battuto sul contratto giuridico bloccato da ormai 20 anni. Ci aspettiamo che l’Azienda sanitaria applichi l’accordo riconoscendo già nel mese di settembre quanto dovuto ai lavoratori».