L'opera

sabato 12 Ottobre, 2024

Nuovo polo ospedaliero, previsto un campus medico da 1.800 persone

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Jousson (Cismed): «Studenti, docenti e specializzandi avranno la possibilità di muoversi a piedi»

Il nuovo ospedale del Trentino avrà una forte connotazione universitaria. Sarà un vero e proprio campus biomedico che accoglierà non meno di 1.800 persone tra studenti, docenti e altre figure dei corsi di laurea di Medicina e della Scuola delle professioni sanitarie. Questa è la stima della Provincia. «Sarebbe interessante — suggerisce Olivier Jousson, direttore del Centro interdipartimentale di scienze mediche (Cismed) — avere i laboratori di ricerca nelle vicinanze dei reparti ospedalieri». La sede della Scuola di Medicina sorgerà in via Fersina, in prossimità del nuovo ospedale (previsto in via al Desert). «È opportuno avere spazi di tipo campus dove gli studenti abbiano la possibilità di frequentare biblioteche e sale studio vicino all’ospedale. Questo facilita tutte le attività — considera Jousson — Oggi, ad esempio, è difficile prevedere tirocini e lezioni nella stessa giornata». Il campus, invece, permette a studenti e docenti di muoversi a piedi, senza prendere i mezzi. «Questo è importante non solo a livello organizzativo, ma anche perché favorisce le interazioni tra il personale sanitario e gli studenti».
Il direttore del Cismed aggiunge un tassello, pensando alle scuole di specializzazione. «Avere i laboratori di ricerca vicino ai reparti sarebbe altrettanto importante — dice riportando anche la sua esperienza personale — Io ho lavorato per 4 anni al Policlinico di Losanna, un ospedale universitario in cui a destra ci sono gli ambulatori e a sinistra i laboratori di ricerca. La prossimità degli spazi azzera quasi completamente le perdite di tempo legate agli spostamenti di persone e materiali». Oggi i laboratori di ricerca sono a Mattarello, negli spazi che fino a una decina di anni fa erano occupati dal Cibio (Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata). L’allestimento dei laboratori è iniziato proprio in queste settimane. «Abbiamo a disposizione circa 600 metri quadrati — spiega Jousson — Abbiamo (ri)allestito un laboratorio preesistente di diagnostica molecolare e stiamo costruendo spazi più specifici tarati sulle richieste dei colleghi. A fine mese i laboratori saranno operativi». Si tratta di laboratori distanti, però, dall’ospedale Santa Chiara e dalla sede del corso di laurea, Palazzo Consolati. Con il nuovo Polo, l’auspicio dell’ateneo è quello di poter fare ricerca all’interno della stessa struttura ospedaliera. In vista anche di un numero maggiore di specializzandi. «Contiamo di attivare un paio di specializzazioni all’anno», conclude Jousson. Intanto sono arrivate 16 iscrizioni alle prime tre specializzazioni della Scuola di Medicina interateneo dell’Università di Trento e dell’Università di Verona. Come pronosticato dallo stesso ateneo, non c’è stato il bottino pieno (quasi impossibile): in totale erano disponibili 42 posti, ne sono rimasti liberi 26. In particolare per la scuola di specializzazione in Radiodiagnostica sono arrivate 7 iscrizioni (3 laureate, 4 laureati) su 10 posti che potevano essere coperti. Per Neurologia sono 2 le iscrizioni (1 laureato, 1 laureata) su 5 posti possibili. Mentre per Anestesia, Rianimazione, Terapia intensiva e del dolore sono 7 le iscrizioni (5 laureate e 2 laureati) su 27 posti possibili. Quest’ultima specializzazione sconta un gran numero di borse di studio messe a disposizione, molto superiore rispetto alle altre discipline, data la grande carenza di professionalità. Gli specializzandi prenderanno servizio il primo novembre negli ospedali del Trentino. Sette specializzandi su 16 sono residenti in Trentino.