Inclusione sociale

giovedì 19 Settembre, 2024

Oggi pomeriggio «porte aperte» alla Locanda dal Barba, Pontara: «Disabilità, una risorsa per la società»

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L'appello del presidente della cooperativa: «Chiediamo all’ente pubblico di snellire la burocrazia. Tante aziende preferiscono le sanzioni»

«Aprire le porte della propria realtà perchè la comunità se ne appropri e conosca l’operatività della Cooperativa dal Barba impegnata affinché ragazzi e ragazze con neurodivergenza diventino una risorsa e non un costo per la società». Con queste parole il presidente Alessandro Pontara motiva la manifestazione «Porte Aperte Dal Barba» in programma oggi alle 18 con la partecipazione di Antonello Briosi (presidente Fondazione Metalsistem) e Fausto Manzana (presidente Confindustria). Saranno gli stessi ragazzi ad accompagnare gli ospiti ed a raccontare il loro lavoro nella locanda, nella pizzeria, nel ristorante, nel B&B, nel pastificio e nella cura del parco.
Ne va giustamente orgoglioso il presidente nel sottolineare l’importanza di avere collaboratori specializzati nel sociale, con i quali sono state condivise le linee progettuali di individuazione e valorizzazione delle capacità di ogni ragazzo presente. «Gli obiettivi raggiunti – spiega – dimostrano che il lavoro, anche per queste persone, è strumento principe per la loro realizzazione e inclusione sociale». Partito nel 2019 il progetto ha dato vita ad una realtà imprenditoriale di ristorazione, produzione di pasta e gestione di un B&B con quattro stanze.
Un progetto sociale, che oggi accoglie 38 ragazzi e ragazze con disabilità intellettiva. Otto di loro sono assunti a tempo indeterminato, «altri due integreranno il team entro fine anno» ha precisato il presidente. «Venti hanno completato il ciclo di formazione e sono pronti per essere inseriti nel mondo del lavoro e servono imprese disposte ad accoglierli». E qui c’è un intoppo all’applicazione della legge Biagi, nata per promuovere l’inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro e che prevede l’obbligo di assunzione di personale con disabilità, nelle aziende con più di 15 dipendenti. «L’iter burocratico è complesso e necessita di un diverso approccio da parte degli uffici provinciali competenti con un accompagnamento puntuale, sollevando gli imprenditori dallo stesso, ma con l’obiettivo di occupare un maggior numero di ragazzi» spiega il presidente. Gli imprenditori non sono avversi alla legge, ma la gestione tortuosa della pratica li porta a scegliere la via della sanzione, di importo simile al costo dell’assunzione. È la strada più veloce e semplificata spesso consigliata anche dagli uffici; come è accaduto poco tempo fa proprio con un’importante società sportiva trentina che intendeva assumere due ragazzi: le tempistiche per completare l’iter di inserimento si aggirava attorno alle tre settimane e la società, non potendo attendere così a lungo, ha preferito pagare la multa. «L’applicazione della legge in Trentino langue – continua Pontara – come si evince dai dati della recente risposta ad una interrogazione consiliare e rattrista che a fronte di un tessuto imprenditoriale attento al sociale, come noi possiamo testimoniare appaia invece insensibile al problema. Per questo, prosegue «vorremmo chiedere all’ente pubblico di aiutare le aziende a gestire la parte burocratica, perché questi ragazzi, inseriti in un contesto lavorativo, diventano autonomi, migliorano la loro vita e quella delle famiglie e noi ne siamo la prova». La richiesta è quella di applicare con convinzione l’articolo 68 della legge Biagi, nato per aiutare le aziende; l’articolo permette alle stesse di utilizzare le cooperative di formazione e lavoro come propedeutiche alla formazione necessaria all’inserimento di ragazzi speciali, che spesso sorprendono nella dedizione gli stessi datori di lavoro.
La cooperativa dal Barba, prevede anche un progetto per il «dopo di noi», una fase di passaggio alla vita autonoma, insegnando loro ad essere autonomi nella cura di sé stessi, negli spostamenti con i mezzi pubblici, a gestire il vivere in autonomia e l’impegno lavorativo che li porta ad essere cittadini attivi, in grado di pagare le tasse, superando il pregiudizio che abita la nostra società e che ci porta a pensare che «non siano in grado di farlo». «È capitato – aggiunge Pontara – che alcuni miei ragazzi abbiano chiesto se non siamo noi normali ad avere problemi, perché la differenza sta solo nel fatto che loro hanno un cervello che funziona diversamente e forse è meglio capirlo che non costringerlo ad essere “normale”. Sono riusciti a farmi riflettere seriamente e su questo approccio si comincia a riflettere anche scientificamente. Sono davvero molto intelligenti, a volte ti sorprendono» continua il presidente. È possibile invertire la rotta organizzando un circuito virtuoso tra uffici provinciali, imprenditori, cooperative di servizio e lavoro, famiglie, «uniti nel nobile e utile obiettivo di dare a tanti ragazzi con neurodivergenze la possibilità di sentirsi una risorsa sociale, di vivere come noi, di avere uno stipendio, di gioire delle proprie conquiste. Con il Barba stiamo dimostrando che il sociale può essere impresa e non luogo di mera assistenza».
Pontara chiude svelando la sorpresa che ci aspetterà questa sera: «Il gioco del Barba», un giro dell’oca ideato e messo a punto dai ragazzi e dalle ragazze della cooperativa, nonché il primo gioco dedicato all’autismo.