Festival Economia
venerdì 24 Maggio, 2024
di Ottilia Morandelli
Occorre avere una strategia e una visione, sullo sport si possono trovare strade comuni, non c’è una visione di maggioranza o opposizione, ma la volontà di agire per il bene comune, nell’interesse della Nazione». Lo ha detto Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani, intervistato durante la diciannovesima edizione del Festival dell’Economia, dal direttore de «il T Quotidiano» Simone Casalini. Abodi è stato protagonista di un incontro a tema «Sport, società e geopolitica: dialogo o esclusioni», nella sala Depero del palazzo della Provincia. Il ministro ha spiegato a una platea di giovani studenti il ruolo dello sport nelle relazioni internazionali e sociali, le sue perplessità e aspettative.
Il valore sociale dello sport
«Sono un ministro senza portafoglio, ma un ministro senza portafoglio ha un portafoglio ricchissimo di problemi», ha ironizzato Abodi, sottolineando però che i problemi portano con sé grandi opportunità. «Abbiamo molto da fare, lavoreremo con costanza e determinazione. Perché più lo sport cresce e più lo Stato investe. Ci occupiamo anche dello sport sociale, ovvero di sport e scuola, sport e sostenibilità». Il ministro, nello spiegare il ruolo dello sport nel sociale, ha ricordato che «da settembre 2023 è entrato anche in Costituzione, riconoscendone il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme, a dimostrazione del fatto che è un tema per il bene comune». In un Paese come l’Italia, dove gli atleti azzurri primeggiano in molteplici discipline sportive, rimangono ancora però grandi problemi di inattività e sedentarietà fra i giovani e fra gli adulti, a cui si aggiungono palestre e strutture sportive antiquate. «C’è tanto lavoro da fare. L’Italia è al quarto posto in termini Ocse per sedentarietà. Siamo il Paese dove più della metà delle scuole è senza palestra, in cui più dell’80% degli impianti non sono soddisfacenti».
I ritardi delle Olimpiadi
Nel suo incontro il ministro Abodi ha parlato anche delle Olimpiadi Invernali 2026. «Abbiamo rischiato che il testimone cadesse nel passaggio dal precedente governo, ma lo abbiamo raccolto al volo. Il tempo non è nostro amico, ma dobbiamo fare il meglio con quello che ci resta. La chiave ancora una volta è la collaborazione tra le parti coinvolte». Il ministro ha rassicurato specificando che «le opere si faranno tutte, ma non tutte per le Olimpiadi, questo non sarà possibile». A margine del suo intervento gli è stato chiesto se le inchieste in corso legate alle Olimpiadi Milano-Cortina potranno provocare ulteriori ritardi dei lavori. La risposta è stata «no». «Per quanto sia chiaro che, dal punto di vista degli stati d’animo, quello che sta succedendo possa lasciare qualche segno, dobbiamo ricordare che c’è un cronoprogramma che sta andando avanti. Credo che non ci sarà alcun impatto sul calendario dei lavori», ha spiegato Abodi.
Le Olimpiadi di Parigi
In relazione alle Olimpiadi imminenti, quelle di Parigi, Abodi si è espresso contro la proposta di «tregua olimpica» avanzata dal presidente francese Macron («Condivisibile solo come principio, ma non attuabile»). «Atleti russi e bielorussi senza bandiera? Mi pare una scelta corretta rispetto ad una situazione molto complessa»
Calcio-basket sotto controllo
Il ministro ieri pomeriggio ha ribadito la volontà di costruire un’entità di controllo per i club professionistici di calcio e basket, che arriverà oggi in discussione al Consiglio dei Ministri. Sostituirà Covisoc e Comtec. Il ministro invece dal canto suo si è detto convinto che «la terzietà di questa nuova struttura sia un contributo nel rispetto dell’autonomia, il testo ormai posso dire che è quasi definitivo, ne stanno discutendo in questi minuti nel pre-consiglio dei ministri. Il Coni e le Federazioni lo hanno ricevuto, abbiamo fatto tesoro dell’esperienza fatta una settimana fa nella riunione congiunta e questo mi auguro dia il massimo delle garanzie». Non si tratta di «un’invadenza della politica», ma di una «commissione indipendente» che darà un contributo nella costruzione di un’entità che «metta nella condizione di consegnare nelle mani della Federazione, ovvero della Giustizia federale, considerazioni oggettive e trasparenti».
L’e-mail dell’Inter
A proposito di dialogo fra le parti e di trasparenza e di «finanziarizzazione» del mondo del calcio, Abodi ha raccontato anche un altro aneddoto: «Ho ricevuto una e-mail dal fondo Oaktree che presentava le proprie credenziali, si metteva a disposizione per illustrare un progetto di lungo periodo». Il ministro dello Sport e i giovani si riferisce del cambio di proprietà dell’Inter, passato dalla famiglia Zhang al fondo americano Oaktree: «Hanno cercato di dare serenità e di dire alle istituzioni “siamo noi, se avete piacere ci siamo”». Un «segnale positivo e di novità», che permette di mantenere la «dimensione finanziaria del club nella trasparenza».