In tribunale
mercoledì 5 Aprile, 2023
di Benedetta Centin
Settanta testimoni da far sfilare in aula, davanti a giudici popolari e togati. La lista di nomi, che comprende anche i carabinieri che hanno portato avanti le indagini, e tra questi i Ris di Parma, è quella presentata ieri dalla Procura ad apertura di dibattimento, al via del processo, davanti alla Corte d’Assise di Trento, per l’omicidio di Fausto Iob, il custode forestale di 59 anni trovato senza vita nel lago di Santa Giustina, il 5 giugno dell’anno scorso. Sul banco degli imputati, dimagrito e con capelli rasati, il boscaiolo David Dallago, 37 anni di Mollaro di Predaia, dal 20 giugno scorso in carcere a Spini di Gardolo. In aula dovrà difendersi all’accusa di omicidio pluriaggravato, quella che ha sempre respinto. Eppure gli inquirenti sono convinti che nel cantiere forestale di Sanzeno dove lavorava abbia aggredito «con almeno 18 colpi» scagliati alla nuca, con un oggetto contundente (mai recuperato), il 59enne di Contà, l’amico dell’orso Baloo, che il giorno prima lo aveva sorpreso con un carico di legname rubato.
«Imputazione monca»
L’avvocata dell’imputato, Angela Domenichelli, fin dall’apertura dell’udienza che si è rivelata fiume – tra istanze, rinvii per altre udienze e camere di consiglio – ha sollevato un’eccezione. Ha infatti chiesto che il decreto di giudizio immediato formulato dalla pubblica accusa venisse dichiarato nullo, con restituzione degli atti al pm. Sostenendo che «nel capo di imputazione non è indicata alcuna modalità esecutiva, manca completamente la descrizione rispetto alla principale condotta enunciata, all’esito della quale la vittima muore per annegamento nel lago di Santa Giustina». A detta della difesa infatti non viene spiegato come il custode forestale Iob sia arrivato da Sanzeno, luogo dell’aggressione – con diciotto colpi assestati al capo, fino a fargli perdere conoscenza – fino al lago di Santa Giustina dove è morto annegato. «Non si arriva ad una spiegazione plausibile e logica che la difesa possa confutare, non si può dimostrare che Dallago non ha commesso il delitto dato che l’imputazione non dice come è stato commesso» ha contestato Angela Domenichelli. Un’eccezione, quella sollevata, che è stata poi respinta dalla Corte d’Assise ma che per l’avvocata rappresenta comunque «un vulnus che resterà nel processo: abbiamo messo un bug nel procedimento – spiega – e lo porteremo avanti».
Imputato e parenti della vittima
Quanto al suo assistito, il legale ha fatto sapere: «Era teso e provato, si tratta di un processo indiziario, ora è iniziato l’accertamento della verità, il procedimento che deciderà del suo futuro». Non c’erano suoi parenti in aula. Presenti invece quelli della vittima che si sono costituiti parte civile con gli avvocati Lorenzo Eccher, Paolo Mazzoni e Danilo Pezzi e cioè i due figli di Iob, i fratelli e il nipote. «Dal nostro punto di vista il quadro indiziario è abbastanza preciso e chiaro, ma vedremo come andrà il dibattimento» ha dichiarato Eccher.
Nell’udienza del 26 maggio prossimo invece inizieranno ad essere sentiti i primi testi della Procura, alla quale i giudici hanno chiesto di ridimensionare la lista ad una trentina di nomi (decisamente più ridotto l’elenco dei testimoni formulato dalle parti).
Previsto, nel corso dello stesso dibattimento, anche l’esame dell’imputato. Le udienze sono state calendarizzate fino a luglio.
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