Il parere

venerdì 21 Aprile, 2023

Orsa JJ4, Ispra dà l’ok al trasferimento: «È coerente con il Pacobace». Ma resta valido anche l’abbattimento

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Nei giorni scorsi la Lav aveva chiesto di risparmiare l'animale proponendo rifugi in Germania e in Giordania, intanto proseguono le ricerche di MJ5 e M62. Il primo si trova tra la val Rendena e la val di Sole, mentre il secondo è stato visto sopra Tuenno

Tutta la documentazione doveva essere trasmessa entro la giornata di ieri. Così come disposto dal Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Trento, che prima di prendere una decisione vuole avere tutte le carte sul tavolo. L’Ispra doveva esprimersi, non solo sull’ipotesi di abbattimento dell’orsa Jj4, ma anche sull’opzione trasferimento, sollevata dal ricorso delle associazioni degli animalisti. Sulla rimozione, seppur non attraverso un parere formale, si era già espresso favorevolmente. E nei documenti inviati ieri questa posizione viene confermata. Ma al contempo l’Ispra dà l’ok anche all’eventuale trasferimento: dall’istituto fanno sapere che è coerente con il Pacobace, cioè il piano d’azione interregionale di conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali.
L’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale — il massimo organo consultivo in materia, controllato dal ministero dell’Ambiente — ha il compito di verificare se le richieste di intervento siano o no coerenti con il Pacobace. E la misura dell’abbattimento dell’orsa Jj4, responsabile dell’uccisione di Andrea Papi, viene considerata coerente anche nel parere formale trasmesso ieri al Tar. Nel caso dell’aggressione a padre e figlio a Cles nel 2020, riferiscono dall’istituto, si era trattato di un attacco in difesa dei piccoli. Una tipologia che nel Pacobace contempla due possibili azioni: la cattura con rilascio per l’applicazione del radiocollare e la cattura per «captivazione» permanente (l’ergastolo). Non l’abbattimento. Mentre nel caso dell’aggressione mortale di Caldes, dello scorso 5 aprile, l’attacco non rientra in questa casistica perché si considerano cuccioli solo gli esemplari che rientrano nel primo anno di vita, mentre l’ultima cucciolata di Jj4 risale a gennaio 2022. Per questo, sulla base degli elementi a disposizione, l’Ispra ha considerato il caso come «orso che attacca senza essere provocato»: una tipologia che prevede l’abbattimento, soprattutto quando l’orso è considerato problematico.
Allo stesso tempo il Tar di Trento ha chiesto all’Ispra di esprimersi anche sul trasferimento perché il ricorso alla giustizia amministrativa da parte degli animalisti si fonda proprio su questa ipotesi. Nel suo parere l’Ispra ha ritenuto altrettanto coerente con il Pacobace il trasferimento di Jj4 in un’altra struttura, purché non venga reimmessa in natura. Non è, però, compito di Ispra valutare l’idoneità tecnica della potenziale struttura disponibile ad accogliere l’orsa. Sarà il Tar a doversi pronunciare.
Intanto il corpo forestale della Provincia prosegue nelle operazioni di ricerca per MJ5 e M62. Per il primo, responsabile dell’aggressione in val di Rabbi a inizio marzo, è già arrivato il parere positivo di Ispra per l’abbattimento. L’istituto invece non si è ancora espresso sul secondo, un esemplare confidente che si è reso protagonista di avvicinamenti alle zone antropizzate in cerca di cibo e che al momento si trova sopra Tuenno in val di Non. Mj5 è stato localizzato tra la val Rendena e la val di Sole sul crinale a nord della catena montuosa del Brenta nel punto di collegamento tra le due valli. Per quel che riguarda Mj5 non è possibile l’abbattimento a vista. Questo perché l’animale è privo di elementi distintivi come il radiocollare e l’orecchino che erano invece stati messi sull’orsa Jj4 ai tempi della sua prima cattura dopo l’aggressione ai Misseroni sul Peller. Per questo motivo i forestali dovranno procedere con una strategia differente. Bisognerà catturare l’animale, prelevare i suoi campioni genetici e rilasciarlo in libertà munito di radiocollare e orecchino. Solo una volta ottenuto un responso positivo dalla comparazione dei campioni di Dna i forestali potranno rintracciare il plantigrado, grazie ai dati del radiocollare, e procedere con la sua rimozione. Più facile a dirsi che a farsi. Mj5 pesa tre quintali e mezzo: ci sono dubbi che riesca ad entrare nella gabbia. Per questo motivo la forestale sta valutando i lacci. L’altra difficoltà è legata alla mobilità: a differenza delle femmine come Jj4, i maschi si spostano molto, arrivando a percorrere fino a 30 chilometri in un giorno.