L'intervista
martedì 30 Gennaio, 2024
di Davide Orsato
«Abbattere un orso è sempre una resa. Significa che si sono esaurite tutte le altre strade. Significa anche che non si è riusciti a prevenire. E purtroppo significa anche ignorare una serie di altri problemi». Alessandro de Guelmi è stato a lungo il veterinario che, per conto della Provincia, si è occupato del monitoraggio degli orsi, compresa la delicata fase della cattura e dell’anestesia. Ora, già a gennaio si ritorna a parlare di orso e a farlo con una certa preoccupazione, a seguito dell’episodio avvenuto domenica a Mezzana, in val di Sole, con l’esemplare che ha inseguito una coppia.
Dottor de Guelmi, cosa le ha fatto pensare questo comportamento?
«Da quel che ho capito non si tratta di un inseguimento vero e proprio. È difficile che un esemplare si metta a inseguire a scopo di aggressione due persone, soprattutto in questo periodo dell’anno, con il metabolismo fortemente rallentato».
Quindi di cosa si può trattare?
«È facile che qualcosa abbia disturbato l’orso, non necessariamente quelle due persone, e che questo si sia mosso. Trattandosi di un esemplare confidente si è messo a seguirli».
La coppia, che risiede in zona, ha cercato di far rumore, chiamando anche amici per spaventare l’esemplare con delle moto…
«Hanno messo in atto un comportamento corretto, cercando di tenere lontano l’animale».
Poco fa accennava al periodo dell’anno. L’esemplare non doveva essere in letargo?
«Il letargo degli orsi è sempre un letargo vigile. E non infrequente che degli esemplari lo riducano, soprattutto in inverni caldi come questo. In particolare tendono a stare meno in letargo alcuni maschi e le femmine che hanno avuto i cuccioli nell’anno precedente».
Quanto incide il clima?
«Fa la differenza. L’orso è un animale che si adatta facilmente, non ha un letargo ibernante come quello delle marmotte. E, come abbiamo già osservato in un passato recente, il cambiamento climatico sta portando a una riduzione della durata del riposo invernale».
L’esemplare è stato identificato come M90: un orso che è stato definito dalla Provincia come problematico…
«Ha avuto diversi problemi in passato. Non ultimo un investimento lo scorso autunno. Comunque si tratta dell’unico orso attualmente radiocollarato in Trentino. Significa che la Provincia ha tutte le informazioni utili per capire che giro ha fatto, se era in letargo e dove si trova attualmente».
E ora la Provincia, prende in considerazione l’abbattimento.
«Sono un po’ colpito, negativamente, dal fatto che davanti a ogni problema causato dall’orso si parla di ammazzare un esemplare. È sempre una sconfitta, anche se talvolta può essere necessario. Io capisco che la situazione in valle stia creando un certo allarme, ma se ci troviamo davanti a queste situazioni è anche perché l’uomo ha fallito riguardo alla gestione dell’animale. Ma non dimentichiamo che, abbattimento o meno, la popolazione di orsi in Trentino è in forte difficoltà dal punto di vista genetico».
Che succede?
«Con solo due linee paterne e cinque linee materne. Ciò sta portando all’aumento di situazioni di inbreeding o addirittura di incesto. Questo ipoteca il futuro degli orsi presente in provincia. Se nel parla già da diversi anni, ma non è stato fatto nulla».