Il piano
martedì 18 Aprile, 2023
di Redazione
Un itinerario da chiudere rapidamente, entro l’anno, «perché altrimenti significherebbe che manca la volontà politica di percorrere questa soluzione. È una questione, anche, di lealtà istituzionale». Il tema è il ricontingentamento della presenza dell’orso in Trentino – 100/120 esemplari che la Provincia vorrebbe ridurre a 50, il numero iniziale previsto da «Life Ursus» – e la road map la fissa Maurizio Fugatti. «Entro una settimana mi attendo la costituzione del tavolo tecnico con il ministero dell’ambiente – spiega il presidente della Provincia autonoma di Trento – e vorrei anche che Roma attivi le sue diplomazie per cercare in Europa i luoghi in cui trasferire i plantigradi in eccedenza».
Dove portarli
Fugatti ha precisato i dettagli del piano durante la trasmissione «Filo diretto» in onda ieri sera su Trentino Tv – condotta dalla direttrice Marilena Guerra e da Gabriele Buselli e con ospite anche Simone Casalini, direttore de «il T» quotidiano – dove ha ripercorso la dolorosa sequenza dell’aggressione fatale dell’orso Jj4 al giovane 26enne Andrea Papi e la lenta e complessa rielaborazione che da allora è cominciata. «Dove portarli? Noi abbiamo avuto esperienze con Germania e Ungheria che hanno accolto due orsi “trentini”. Ma in Europa ci sono diversi Paesi che hanno una popolazione consistente di plantigradi e non mi riferisco alla Slovenia. Il ministero dovrà individuare uno o più luoghi di destinazione». Sui tempi il governatore blocca ogni ipotesi di sfociare nel 2024, magari dovendo attendere un nuovo letargo. «Se fosse così mancherebbe la volontà politica. Un percorso praticabile deve essere definito e partire entro l’anno in corso» sottolinea prima di annunciare che «anche la Provincia dovrà avvalersi di un nucleo scientifico che accompagni la transizione». Riduzione del contingente di esemplari e non cancellazione del progetto, ha tenuto ancora a precisare il governatore.
«Comunità unita»
Sull’intera vicenda che ha collocato il Trentino al centro di riflettori (e analisi) impropri, Fugatti ha ribadito l’amarezza per la versione caricaturale del territorio, ma ha rimarcato il sostegno popolare e istituzionale e una domanda precisa che arriva dalla società: «I trentini concordano sulle decisioni assunte, ma soprattutto chiedono di essere uniti. Parole come quelle del sindaco di Trento, Franco Ianeselli, dimostrano che la comunità – su questo tema – può rispondere ad una voce». C’è stato spazio anche per un mea culpa: «Ora che sono al governo capisco che certe posizioni assunte contro l’ex presidente Rossi erano sbagliate». E sulla mamma di Andrea Papi che ha definito inutile l’abbattimento dell’orsa Jj4 ha scelto il basso profilo: «Chi deve affrontare il peso di un un dolore simile può sostenere qualsiasi posizione, ugualmente sull’annunciata volontà di avviare un contenzioso giudiziario. Non mi permetto di affermare nulla».
«Orso cacciabile? Buonsenso»
Sulla gestione in futuro, ripercorrendo anche i problemi che si sono verificati (crescita demografica incontrollata e concentrazione nel Trentino occidentale), Fugatti ha chiarito che il radiocollare non è la panacea della prevenzione: «È impensabile dotare tutti gli orsi dello strumento di individuazione e non ha senso immaginare che due forestali vivano nel bosco seguendo i segnali di un orso». Alla domanda-provocazione se rendere cacciabile l’orso, l’esponente leghista ha risposto affermativamente, pur senza enfatizzare l’argomento: «Potrebbe essere buonsenso visto che i numeri ci dicono che non è più a rischio estinzione».
Ricorsi e animalisti
Gli animalisti hanno presentato ieri un nuovo ricorso, sulla seconda ordinanza, e Fugatti è telegrafico: «Me lo aspettavo, così come mi attendo un’impugnativa al Consiglio di Stato sulla prossima sentenza del Tar relativa all’abbattimento se darà parere favorevole». Sulla denuncia personale del Partito animalista europeo, ha osservato di «essere preoccupato il giusto. Sono reazioni irrazionali, in passato le ho anche pagate con la scorta».
L’incontro con i sindaci
Intanto oggi il governatore incontrerà i sindaci del Trentino e i presidenti delle Comunità di valle. «Volevo semplicemente aggiornarli e allinearli su tutte le decisioni assunte dalla Provincia dopo l’aggressione mortale ad Andrea Papi – conclude -. Mi sembrava giusto anche per perseguire quell’unità che arriva come richiesta dal basso».