politica

martedì 25 Ottobre, 2022

Orsi, lupi, energia, A22, chiusure domenicali dei negozi: tutte le partite aperte con Roma

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Con il nuovo governo si riaprono le questioni ferme sui tavoli dei ministeri. Fugatti: sull'idroelettrico spiegheremo la straordinarietà del momento

Di partenze e ripartenze nell’interlocuzione istituzionale, il Paese – suo malgrado – s’è ormai abituato. La cesura anticipata di un governo, al di là delle ovvie implicazioni politiche, inevitabilmente frena infatti l’attività amministrativa e la produzione legislativa. Tant’è che il Trentino e l’Alto Adige di volta in volta devono riscrivere i rapporti con i ministri e le ministre delegati nelle materie condivise o che si vorrebbe condividere, ampliando così le competenze gestite in loco. Così accade oggi nel primo sfoglio del governo di Giorgia Meloni che s’è formalmente costruito presentandosi alla Camera per la fiducia. Dopo il chiasso pre e post elettorale, è tempo allora di riprendere in mano i fascicoli abbandonati sulle scrivanie dei dicasteri. Più d’una le partite aperte che interessano il Trentino: dalla gestione provinciale dei grandi carnivori (orsi ritenuti problematici ma anche lupi) alle aperture domenicali dei negozi, in deroga alle liberalizzazioni nazionali.
Commercio
Ed è proprio questo il primo tema che potrebbe interessare da subito il nuovo governo. La Commissione dei dodici uscente, ossia l’organismo paritetico che andrà rieletto e che discute le norme di attuazione, ha già confezionato un progetto di delega che è già transitato negli uffici degli ormai ex ministeri competenti. Mancava solo la ratifica del consiglio dei ministri, poi la fine del governo Draghi ha interrotto il tragitto. Nella sostanza, la norma dispone la chiusura degli esercizi commerciali trentini nelle domeniche, demandando a successivo accordo con le associazioni datoriali e i sindacati eventuali aperture straordinarie. Nelle zone a maggiore densità turistica, per esempio. La norma di attuazione nasce da un precedente contenzioso: nel 2020 il governo impugnò la legge provinciale presentata dall’assessore Roberto Failoni. Quella norma, che demandava ai Comuni la concessione di specifiche deroghe, aprì una raffica di impugnative con annesse richieste (milionarie) di risarcimento. Morale: legge ritirata. Ma l’intenzione della giunta è rimasta intonsa. Di qui la scelta di seguire le liturgie istituzionali e, per evitare ricorsi, la Provincia ha preparato una norma di attuazione per ampliare lo spettro di competenze in tema di commercio alla Provincia ed evitare cortocircuiti.
Grandi carnivori
In cima all’agenda della Provincia c’è però un altro tema: la gestione autonoma degli orsi ritenuti pericolosi, sempre in collegamento con l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Ma qual è la strategia del Trentino? Per garantire una gestione in loco dei grandi carnivori, nel febbraio 2021 la giunta ha emanato nuove linee guida relative alla gestione del lupo. Il documento segue la predisposizione di regole speculari relative all’orso. «L’obiettivo – ha spiegato la Provincia presentando a suo tempo le linee guida – è quello di garantire l’applicazione delle leggi provinciali che hanno stabilito l’autonomia delle due Province di Trento e Bolzano nell’applicare le deroghe previste dalla normativa europea su lupi e plantigradi. Le leggi attribuiscono ai presidenti delle Province autonome la competenza ad autorizzare il prelievo, la cattura e l’uccisione dell’orso (Ursus arctos) e del lupo (Canis lupus), nel perseguimento delle finalità della direttiva Habitat, previo parere dell’Ispra, qualora non sussistano altre soluzioni valide e non venga messa a rischio la conservazione della specie». La traduzione più secca è presto detta: il Trentino (ma anche l’Alto Adige) vogliono poter intervenire qualora si presentassero casi critici. Verrebbe da chiedersi se ci sono reali margini di gestione provinciale di queste specie. Se con il ministro Sergio Costa (M5S) l’interlocuzione è sempre stata difficile (fu lui a ribattezzare l’orso M49 Papillon), con Roberto Cingolani ci fu un primo disgelo, da testare con la nuova legislatura di Meloni.
Concessione di A22
Altrettanto avanzato è il fascicolo che riguarda la concessione dell’autostrada del Brennero. La società di via Berlino ha depositato l’11 maggio una proposta spontanea di finanza di progetto sulla quale il ministero dovrà dichiarare la sussistenza o meno dell’interesse pubblico. Nel momento in cui verrà riconosciuta, si aprirà la procedura di gara a cui potranno partecipare anche soggetti terzi con proposte eventualmente migliorative ma il soggetto proponente – ossia Autostrada del Brennero – avrà una sorta di diritto di prelazione. Nel frattempo, nel corso dell’estate, l’allora ministero delle infrastrutture e la mobilità sostenibile (Mims, in capo a Enrico Giovannini) ha chiesto ulteriori integrazioni (già fornite dalla società). Morale: i 90 giorni per dichiarare la sussistenza dell’interesse pubblico ripartono da lì. Quindi entro la fine di novembre potrebbe arrivare una risposta, compatibilmente con il passaggio di consegne. Nota a margine: il ministro di riferimento ora è Matteo Salvini, che conosce la partita da tempo frequentando il Trentino – e comunque l’asse del Brennero – da anni.
Idroelettrico
Più complessa è la partita legata all’idroelettrico. Con un emendamento sono state prorogate le scadenze delle concessioni, allineandole ai termini nazionali (31 dicembre 2024). Ma la Provincia, in tempo di crisi energetica, su questo aspetto punta a forzare la mano. Tant’è che la giunta ha licenziato un disegno di legge che prevede (unilateralmente) la proroga de facto delle 17 concessioni in scadenza fino al 2029. Un progetto normativo che, s’intende, rischia d’essere impugnato. Salvo intese a latere con il governo. Aspetto su cui punta il governatore Maurizio Fugatti.
«Situazione straordinaria»
L’argomento principe della Provincia è, chiaramente, legato alle difficoltà del momento. «Nel mezzo di una situazione straordinaria chiederemo al governo che sia imboccata una strada nuova – spiega il presidente – Questo tema, così delicato, dovrà essere capito». Inutile dire che trovare Roberto Calderoli al ministero per gli affari regionali e le autonomie è quantomeno una garanzia di trovare un interlocutore noto (Calderoli ha spinto i candidati della Lega in campagna elettorale, nel corso di un evento in piazza Dante). «Con il ministro ci siamo già sentiti – assicura Fugatti – Un primo saluto prima di definire gli impegni istituzionali».