Proposte

venerdì 21 Aprile, 2023

Orsi, oggi il tavolo tecnico a Roma, la Provincia si aspetta una svolta. Il ministro apre: «Portiamoli all’estero»

di

L'incontro sarà decisivo per capire la fattibilità o meno dell'ipotesi di trasferimenti di massa avanzata da Fugatti, almeno 70 gli orsi da spostare secondo il governatore. Pichetto-Fratin ammette: «La gestione dei plantigradi in Trentino è problematica»
Orso

Finora non si era mai espresso in maniera così netta. Due giorni fa, ospite di una trasmissione televisiva, aveva parlato solo di «eventuale» eccedenza del numero di orsi (il T di ieri). Ora invece dice chiaramente che «va considerata seriamente l’ipotesi del ricollocamento all’estero di gruppi di esemplari». Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin apre quindi allo scenario avanzato dalla Provincia di Trento: la proposta sarà discussa questa mattina a Roma nella prima riunione del tavolo tecnico sulla gestione dell’orso.
Il tavolo è stato istituito su spinta del governatore Maurizio Fugatti dopo l’aggressione mortale di Jj4 al giovane runner di Caldes Andrea Papi. «Abbiamo 70 orsi in eccesso in Trentino — ha ripetuto Fugatti in questi ultimi giorni — Il ministero dell’Ambiente ci dica dove trasferirli o ci autorizzi ad abbatterli». Il confronto inizierà oggi. Al tavolo, oltre al governatore trentino, ci saranno anche il presidente del Consiglio delle autonomie locali Paride Gianmoena, in rappresentanza dei Comuni, l’assessore altoatesino all’agricoltura Arnold Schuler e, per quanto riguarda la componente tecnica, i responsabili dell’Istituto per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra). «Va considerato — dice il ministro Fratin — che il ripetersi reiterato delle aggressioni agli umani e agli animali, ha comunque reso evidente che la gestione degli orsi in Trentino è diventata problematica e che va rivista tutta la materia per assicurare sicurezza a residenti e turisti».
La posizione è chiara: bisogna prendere in seria considerazione i rischi per la popolazione. Per questo diventa esplicito il passaggio sulla proposta della Provincia. «Va inoltre considerata seriamente l’ipotesi del ricollocamento all’estero di gruppi di esemplari — spiega Fratin — Occorre sedersi attorno a un tavolo e valutare le soluzioni migliori da adottare col conforto del parere degli esperti».
L’ipotesi della Provincia, seppur solo dopo una modifica della gestione degli esemplari problematici e confidenti, è anche quella di portare 16 orsi nei quattro territori limitrofi, ma finora sono arrivati una serie di no: prima il governatore veneto Luca Zaia e ieri anche quello del presidente lombardo Attilio Fontana e del collega altoatesino Arno Kompatscher (vedi l’intervista nella pagina 16).
Una proposta arriva anche dal deputato Alessandro Urzì, commissario di Fratelli d’Italia in Trentino-Alto Adige: «Castrazione chimica degli orsi e ricerca di soggetti interessati ad accogliere esemplari di plantigradi, in Italia e fuori di essa: personalmente — scrive in una nota — ho già preso contatto personale con una struttura che per evitare abbattimenti seriali sarebbe disponibile ad accogliere uno o più orsi in un’area attrezzata molto vasta in Romania». La questione «orso» diventa presto anche una questione politica. «Il metodo è totalmente gestibile senza bisogno di interventi chirurgici ma solo con supporti chimici. Occorre però una pianificazione della provincia — scrive Urzì con una leggera vena polemica — Solleciterò in questo senso il presidente Fugatti che anche in questi giorni di emergenza non ha convocato il tavolo della coalizione di governo provinciale decidendo di fare e decidere da solo. Avremo spero modo di confrontarci».
Intanto, in attesa che il Tar di Trento si esprima sull’abbattimento, rimane l’incognita sul destino dell’orsa Jj4, responsabile dell’aggressione mortale di Caldes. «Da ministro — ribadisce Fratin — posso solo esercitare una funzione di indirizzo che non può che basarsi peraltro sul parere scientifico dell’Ispra, delegata a questa funzione. Parere che contempla tra le misure possibili, in situazioni di estremo pericolo, anche la soppressione degli animali. La procedura prevede infatti che il Mase sia chiamato in causa esclusivamente al fine di fornire, appunto attraverso l’Ispra, un parere consultivo e non vincolante. Ma la decisione finale spetta, correttamente, alle autorità locali, nel caso specifico al Presidente della Provicnia. Detto questo, è chiaro che la soppressione dell’orsa non può essere una vendetta. Ucciderla non ridarà la vita al giovane runner, come ha sottolineato con parole di grande umanità la madre della vittima».