La kermesse
domenica 26 Maggio, 2024
di Redazione
Si chiude il Festival dell’Economia di Trento. L’ultimo confronto – oggi pomeriggio al Teatro Sociale – ha visto protagonista il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, intervistato dal direttore de Il Sole 24 Ore Fabio Tamburini, alla guida del comitato scientifico della kermesse dello scoiattolo.
La guida «Orsini»
Unità, dialogo e identità sono, secondo Tamburini, le tre caratteristiche della Confindustria «a guida Orsini». «Per noi – ha commentato la guida degli industriali – il dialogo è fondamentale. Rappresentiamo il 94% delle imprese, grazie alla nostra capacità di mettere assieme attori diversi, quelli che producono energia e quelli che l’utilizzano, chi gestisce i trasporti e chi ne beneficia e così via. La capacità di dialogo e un’identità consolidata ci consentono di fare sintesi».
Transizione ecologica
Uno dei temi centrali del Festival è stato l’Europa. «Per noi – ha detto Orsini – è importante avere un’Europa nuova. Le nostre imprese sono estremamente sensibili al tema ambientale. Ma temiamo un’opposizione ideologica al mondo industriale. Alcune decisioni, come quelle sul packaging, sono difficili da gestire. Lo stop del motore endotermico al 2035 non può esistere. Dietro a quel motore c’è una filiera importantissima. La fase della transizione è fondamentale. Oggi la nostra industria produce il 9% dell’inquinamento. Significa che tutti devono ‘fare i compiti’ e assumersi le loro responsabilità. Eliminare l’industria causerebbe un problema sociale ed economico. E la transizione che ci viene chiesta oggi, e che ha un costo di 1100 miliardi, ci mette in grande difficoltà».
Industria in calo
Sull’energia il presidente di Confindustria si è detto favorevole al nucleare e a un forte impegno pubblico nel settore. in quanto al dopo-Covid, il sistema economico ha manifestato una grande capacità di ripresa. Anche l’occupazione oggi va bene, meno invece la competitività. «Purtroppo gli ultimi dati segnalano un’industria in frenata – ha puntualizzato Orsini – soprattutto per effetto delle difficoltà della Germania e del Nord Europa. Beneficiamo invece degli investimenti fatti nel 4.0. Sul 5.0 servono i decreti ora. i nostri imprenditori li stanno attendendo per fare nuovi investimenti. Parliamo di una misura che scade nel 2026, legata al Pnrr. Ma noi abbiamo bisogno di una visione almeno a 5 anni. Dobbiamo accelerare».
Superbonus
E il Superbonus? Forse inizialmente è servita a fare una scossa al sistema, messo a dura prova dal Covid. Poi forse è scappata di mano. «Io inizialmente lo avevo appoggiato – ha detto Orsini – ma la misura è poi cambiata molte volte dalla sua adozione iniziale. Però non possiamo far sì che misure retroattive mettano in discussione le nostre imprese. Oggi non si può chiudere la misura prima che le imprese abbiano finito i lavori. Le imprese devono potersi fidare delle istituzioni. Attenzione perché anche il 5.0 sarà tutto basato sul credito d’imposta».
Industria automobilistica
L’industria dell’auto: non può esistere sotto un numero-soglia, un milione di auto prodotte in Italia all’anno. Invece oggi se ne produce meno della metà. Come fare? «Mi auguro che l’accordo fra Stellantis e l’Italia rimanga. Bene anche se un secondo produttore verrà a produrre in Italia, ma utilizzando le nostre filiere. Non possiamo utilizzare incentivi governativi per finanziare auto non prodotte in Europa. Dobbiamo anche fare un ragionamento sul ricambio del parco auto».
Intelligenza artificiale
L’Intelligenza artificiale è stata fra le protagoniste del Festival. Su questo terreno la grande impresa se la cava. Ma la media e piccola impresa, può farcela? «Anche qui, non si può parlare solo dei rischi e della negatività. Sarà una rivoluzione industriale. Non possiamo pensare di respingerla. Dobbiamo fare in modo che l’evoluzione tecnologica sia di aiuto al sistema delle imprese». Su questo passaggio il direttore del Sole 24 Ore ha colto l’occasione per annunciare che il suo giornale aprirà un osservatorio sull’Intelligenza Artificiale.
Salario minimo
Fra gli altri temi affrontati, il salario minimo («per Confindustria non è un problema»), il calo demografico, la mancanza di capitale umano («manca il 50% del capitale umano»), l’immigrazione («abbiamo bisogno di un’immigrazione gestita, va integrata con misure di welfare, che valgano per tutti, anche per gli italiani, a partire da un piano-casa»), la scuola («vorremmo una scuola legata all’industria e al mondo produttivo»).
L’appello al governo
Un appello finale al Governo e all’opposizione, sollecitato da Tamburini. «Pronti a dialogare con tutti. – ha detto Orsini – ma fondamentale per noi è lottare contro la cultura antindustriale, salvaguardare il cuneo fiscale, ragionare sul nucleare».
In chiusura sul palco tutti i principali protagonisti del Festival, che il Trentino ospiterà per almeno altri tre anni: il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti, il sindaco di Trento Franco Ianeselli, il rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian, i vertici del gruppo Sole 24 Ore. Trento è stata definita «la Davos popolare», è stato sottolineato nei saluti finali.
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