La polemica

giovedì 27 Giugno, 2024

Orso, il Comitato per Andrea Papi: «Il presidente del Consiglio regionale non risponde alle istanze della popolazione»

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Il gruppo chiede una commissione per studiare i risvolti del progetto Life Ursus: «Soini non ci ha neppure risposto»

«I problemi legati alla presenza di un numero sempre crescente di orsi in Valle di Sole e non solo sembrano non interessare il Presidente del Consiglio Provinciale». Non usa mezzi termini il Comitato Insieme per Andrea Papi, il giovane ucciso dall’orsa Jj4 nella primavera dell’anno scorso, contro il presidente del Consiglio provinciale  Claudio Soini. Il comitato, istituito a poche settimane dalla morte del 26enne, chiede infatti da tempo  l’istituzione di una Commissione per studiare ogni risvolto del progetto Life Ursus e del Pacobace e «fare chiarezza sul progetto di reintroduzione degli orsi in Trentino» e sulle sue «nefaste» conseguenze per la popolazione delle valli. Una richiesta a cui  l’ex sindaco di Ala non ha finora risposto.«Il dottor Soini –  dichiarano gli esponenti del comitato – non solo non ha attivato la Commissione anche se questa è prerogativa dell’intero Consiglio, ma non ha neppure dato risposta al Comitato». Una «mancanza di sensibilità è molto grave sia per un aspetto di educazione nelle relazioni con i cittadini» sia per una corretta interpretazione dei valori e dei principi di «quell’autonomia che De Gasperi voleva come elemento di vicinanza e di comprensione delle necessità della nostra gente». Gli autori del comunicato si dicono sicuri che  « il Comitato rappresenta certamente le istanze della popolazione locale e da questa è sostenuto e riconosciuto, forse proprio per questo invece la politica provinciale tende a ignorarlo.  Il disconoscimento di istanze così rilevanti e sentite dalla gente – scrivono –  definisce un quadro di governo distante dalla popolazione delle Valli che conferma e prosegue, specialmente nel caso del problema grandi carnivori, la politica dei governi precedenti avallando così il detto di Tomasi di Lampedusa: “tutto cambia perché nulla cambi!» Evidentemente – si conclude il documento – «il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento non ha a cuore la difesa degli interessi legittimi di una parte della popolazione trentina che sta diventando una minoranza privata di parte dei propri legittimi diritti e di parte di libertà di accesso ai propri territori. La sicurezza di tutti i cittadini è una dimensione cardine nella costruzione del benessere individuale e collettivo e  va garantita con un presidio costante e una presenza assidua sul territorio da parte degli uomini e delle donne del Corpo forestale trentino».