lunedì 10 Aprile, 2023
di Donatello Baldo
Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) cerca di ridimensionare gli attriti tra Roma e Trento sulla gestione degli orsi. Fugatti ha accusato Ispra — l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di diretta emanazione del ministero — di aver messo in questi anni i pali tra le ruote alle richiesta di maggiore attenzione nei confronti di una situazione «non più gestibile». Il governatore è arrivato a dire nei giorni scorsi che «alcuni enti nazionali si sono preoccupati troppo del benessere degli animali», quando ora — dopo la morte di Alessandro Papi — la musica deve cambiare: «Ci si deve occupare del benessere e della sicurezza delle comunità».
Dialogo aperto con Roma
Pichetto Fratin smina ogni polemica: «Con il governatore Fugatti c’è un continuo rapporto, direi quotidiano, e l’ho sentito anche in queste ultime ore. Della tragedia degli ultimi giorni — afferma — sono stato informato tempestivamente, già alle 5 del mattino, poco dopo il ritrovamento del corpo». Raccontando la telefonata di quella mattina, e quelle subito successive, il ministro descrive anche il dialogo «operativo» tra istituzioni: «Fugatti mi ha comunicato la decisione di voler procedere con l’abbattimento dell’esemplare protagonista dell’aggressione». Una decisione che, in emergenza, il governatore ha potuto prendere attraverso un’ordinanza contingibile e urgente a sua firma, senza necessità di passaggi di giunta o di pareri da Ispra. «Ma per gli altri orsi considerati problematici — precisa il ministro — sarà necessario il parere dell’Istituto, che caso per caso dovrà fare una valutazione».
«Ok abbatterne uno, ma sugli altri…»
Va bene dunque abbattere l’orso «colpevole» dell’aggressione, ma l’annuncio di Fugatti che anche tutti gli altri orsi definiti problematici debbano fare la stessa fine si scontra contro i protocolli. Contro Ispra, che il ministro difende a spada tratta, anche dalle accuse di Fugatti che lamenta un atteggiamento dell’istituto troppo indulgente con i grandi carnivori protagonisti di danneggiamenti e aggressioni in passato: «Per tutto ciò che attiene alla gestione dei selvatici — afferma infatti il ministro — io devo attenermi a Ispra. E verso Ispra il ho un dovere istituzionale di stima».
Detto questo, Gilberto Pichetto Fratin si dice pronto a valutare, o meglio a rivalutare, tutto l’impianto del progetto di conservazione dei plantigradi sulle Alpi. «Facciamo una valutazione, soprattutto sul numero degli esemplari in rapporto alla dimensione del territorio». Fugatti si è preso un impegno, arrivare al dimezzamento degli orsi, da 120 a una cinquantina. «Una valutazione su questo aspetto va fatta — conferma il ministro — perché secondo le affermazioni del presidente della Provincia di Trento ormai sono troppi, e secondo gli studi iniziali sul ripopolamento si riteneva di arrivare a regime con non più di 50 esemplari. Ma anche su questo aspetto — mette le mani avanti il ministro — dovrà rimettermi a chi ha maggiori competenze, a chi dal punto di vista scientifico mi spieghi cosa fare e come fare per dimezzare la popolazione di orsi in Trentino».
Ispra sotto attacco
Il dibattito sull’orso che ha ucciso un ragazzo di 26 anni ha interessato ieri tutta la maggioranza politica che sostiene il governo nazionale di centrodestra. La Lega appoggia l’«interventismo» del «suo» governatore Fugatti, con i capogruppo del Carroccio nelle Commissioni Ambiente di Camera e Senato che a loro volta se la prendono con Ispra: «Quella avvenuta a Caldes è una tragedia annunciata e Ispra è il primo che deve salire sul banco degli imputati». I due presidenti Gianpiero Zinzi e Tilde Minasi, in una nota firmata congiuntamente con le parlamentari trentine della Lega Vanessa Cattoi e Elena Testor, insistono nel mettere al centro del mirino l’istituto ministeriale: «Di fatto ad oggi Ispra non tutela la sicurezza dei cittadini. Burocrati che non prendono decisioni, che se ne lavano le mani, e quella che ci va di mezzo è la vita delle persone».
Sugli orsi deve decidere il Trentino
«Il Trentino — proseguono i leghisti — è stanco di questa gestione, e faremo leva in Parlamento con tutte le nostre forze perché non vogliamo che anche questa situazione porti allo spopolamento delle montagne. Come Lega abbiamo ribadito più volte che qui non c’è più solo da tutelare l’agricoltura di montagna, ma la sicurezza e la vita dei nostri concittadini. Oggi davanti alla morte di questo ragazzo è ora di farla finita con le battaglie ideologiche. Tutte le istituzioni devono essere unite nelle necessarie azioni che dovranno essere fatte d’ora in poi per il contenimento di grandi carnivori nel nostro territorio. Non vogliamo piangere altri morti. Vogliamo che trentini e turisti vivano i nostri boschi in assoluta sicurezza». Accuse molto pesanti, che arrivano a mettere in discussione addirittura l’esistenza di Ispra: «Siamo di fronte all’ennesimo ente inutile. Meglio affidare la gestione dei grandi carnivori ai singoli territori».
Pronta la legge, a firma Cattoi
E su questo, gli esponenti leghisti ricordano che depositato alla Camera, e già assegnato alla Commissione agricoltura, c’è un disegno di legge presentato da Vanessa Cattoi che vorrebbe delegare ai territori ogni decisione sui grandi carnivori: «Una proposta di legge che conferisce a Regioni e Provincie autonome la facoltà di intervenire contro gli animali pericolosi. C’è già, basta solo votarla».
Legambiente: «Serve confronto»
Contro il ministero si scaglia anche Legambiente: «Quanto accaduto in Trentino-Alto- Adige è un fatto preoccupante. Per il futuro di questa specie, chiediamo al Ministero dell’ambiente l’istituzione in tempi brevi di un tavolo di confronto tra dicastero, regioni, aree protette e associazioni perché la grande sfida da affrontare insieme è il miglioramento della gestione e la convivenza con l’orso»
la storia a lieto fine
di Redazione
Un gesto di grande professionalità e coraggio quello che ha visto oggi protagonisti due professionisti del Santa Chiara intervenuti per aiutare la piccola nata durante la corsa in ospedale