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sabato 3 Febbraio, 2024

Orso M90, il parere Ispra «Non siamo contrari all’abbattimento»

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L'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale: «Decida la Provincia, ma risolva la questione cassonetti»

Non contrarietà all’abbattimento, ma una richiesta di maggiore impegno nelle azioni di prevenzione. È questo, secondo fonti ministeriali, il parere emesso dall’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) sulla richiesta di abbattimento di M90 arrivata dalla Provincia.
Il parere
La giunta aveva mandato le carte a Roma dopo che l’orso era stato protagonista, domenica scorsa, di un incontro ravvicinato con una coppia su un sentiero nella zona di Mezzana. I due giovani, residenti in Val di Sole, stavano percorrendo un sentiero al momento dell’incontro. L’orso, stando al verbale della forestale, si era avvicinato fino a 10 metri dalla coppia e l’aveva poi seguita per più di mezzo chilometro, per poi allontanarsi quando sul posto erano sopraggiunti degli amici della coppia, forse intimorito dal rumore della moto guidata dai giovani. Proprio questo comportamento confidente, unito a precedenti azioni problematiche, aveva spinto la Provincia a chiedere a Ispra un parere sull’abbattimento. La risposta è partita ieri da Roma. Fonti ministeriali dicono che Ispra ha espresso un parere di «non contrarietà» demandando poi alla Provincia di «valutare se procedere con l’abbattimento». L’istituto ha riconosciuto che gli atteggiamenti di M90 sono «comportamenti riconducibili ai gradi dal 13 al 16» del Pacobace. L’istituto fa riferimento alla tabella di pericolosità del piano di gestione. Si va dall’1 (il meno pericoloso) fino al 18. I comportamenti dal 13 al 16 indicano un orso che «è ripetutamente segnalato nei centri residenziali», «provoca danni ripetuti a patrimoni per i quali l’attivazione di misure di prevenzione e/o dissuasione risulta inefficace», «attacca (con contatto fisico) per difendere i propri piccoli, la propria preda o perché provocato in altro modo» e, il più grave, «segue intenzionalmente persone». Sulla base di questa valutazione, e riconosciuto «che è stata fatta un’attività di dissuasione», Ispra esprime la «non contrarietà all’abbattimento». L’istituto però, nella sua risposta, chiede anche «maggiore prevenzione». «Risolvere il problema dei cassonetti», questa la richiesta presentata alla Provincia. Complice il problema del letargo accorciato, durante l’inverno infatti i rifiuti diventano una fonte di cibo troppo facile da ottenere per i plantigradi e avvicinarsi ai centri abitati può far perdere loro la naturale diffidenza verso l’uomo.
Lupi, il Tar rigetta il ricorso
Intanto ieri il Tar di Trento ha rigettato il ricorso presentato da alcune associazioni animaliste (tra cui Lav, Lndc Animal Protection, Wwf, Enpa, e Leal Odv), contro la decisione della Provincia di abbattere i due lupi della Lessinia trentina ritenuti responsabili dell’uccisione di 16 bovini e di 2 asini in località malga Boldera a Sega di Ala. I ricorsi sono stati dichiarati «improcedibili per sopravvenuto difetto di interesse» dal collegio di giudici, così come sollecitato dalla Provincia che si era costituita in giudizio con il Ministero dell’Ambiente e Ispra. Il provvedimento firmato dal governatore Maurizio Fugatti e impugnato dalle associazioni prevedeva infatti che i prelievi con abbattimento dei due lupi avvenissero nel 2023 e con la malga caricata. Quindi il tempo è «scaduto» e nel frattempo l’attività di alpeggio in quella malga è cessata (a fine ottobre). Quindi nessun animale rischia di essere predato. Si chiude così, almeno per questa stagione, la battaglia degli animalisti nelle aule di tribunale, tra Tar e Consiglio di Stato. «Sarebbe stata opportuna, comunque, una pronuncia sulla illegittimità dell’ordine di uccisione emanato da Fugatti a fine luglio scorso, per evitare che si possa adottare in futuro un atto analogo», dichiarano le associazioni, solo in parte soddisfatte della sentenza. «Il Collegio ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso sul presupposto che, con la cessazione degli effetti del decreto, sarebbe venuta meno per la parte ricorrente qualsiasi residua utilità, anche solo strumentale o morale, derivante da una possibile pronuncia di accoglimento. La motivazione, che pure fa salvi i lupi, non è condivisibile – dichiarano gli avvocati Paolo Letrari e Michele Pezone – dal momento che per le associazioni ricorrenti residuava non solo un interesse morale alla pronuncia nel merito, ma anche un interesse concreto ad avere una pronuncia dagli effetti conformativi per il futuro per la Provincia di Trento».
Legge ammazza orsi: corteo il 10
Intanto, sul fronte orsi, gli attivisti della campagna StopCasteller, in vista dell’approvazione del disegno di legge “ammazza-orsi”, annunciano un corteo nazionale per sabato 10 febbraio dalle 14 con partenza in piazza Dante. Gli stessi collettivi Assemblea antispecista e Scobi hanno organizzato anche un presidio per lunedì 4 marzo. Il giorno in cui il Consiglio provinciale discuterà il disegno di legge, già approvato dalla giunta, che prevede l’uccisione fino a 8 orsi l’anno. Dalle 9 ci sarà un presidio “rumoroso” di protesta davanti la Provincia. Obiettivo «l’espressione di un comune dissenso nei confronti della messa a legge di un progetto di sterminio degli orsi in Trentino».