Grandi Carnivori
mercoledì 23 Ottobre, 2024
di Simone Casciano
Domani l’orso responsabile dell’aggressione all’operaio comunale nei boschi di Bleggio superiore dovrebbe avere un nome. Il condizionale è d’obbligo però, non perché ci siano dubbi sul fatto che l’attacco si è svolto come qualcuno ha insinuato sui social in questi giorni, ma perché il materiale genetico raccolto potrebbe non essere sufficiente a ricavare un’impronta genetica chiara.
I campioni raccolti
Le forti piogge del giorno dell’incontro infatti, hanno fatto sì che nel luogo in cui uomo e orso sono arrivati al contatto non siano state trovate tracce genetiche rilevanti. Quelle raccolte sono quindi quelle individuate sul corpo e sugli indumenti dell’operaio: peli di orso e cellule epiteliali. Elementi che d’altra parte confermano il fatto che l’incontro c’è stato, anche se, come ha detto l’uomo, non si è trattato di una vera e propria aggressione. «L’orso non mi ha aggredito, non mi ha graffiato — ha precisato l’uomo residente a Rango — I segni che ho sulla schiena sono quelli provocati dalle unghie mentre mi schiacciava a terra con le zampe. Le sue unghie infatti non sono retrattili».
Le analisi
I campioni genetici raccolti sul corpo e sugli indumenti del trentatreenne si trovano ora nei laboratori della Fondazione Edmund Mach per l’identificazione genetica. Qualora si riuscisse a ricavare un’impronta genetica chiara sono due le possibilità: che si tratti di un orso già noto oppure che sia un esemplare che finora non era rientrato nei campionamenti genetici che vengono svolti. Qualora non fosse possibile ricostruire il dna dell’orso protagonista dell’incontro, la Provincia si troverebbe invece in una situazione finora inedita.
I prossimi passi
Una volta identificato l’orso, sia esso un esemplare noto o meno, la prossima mossa sembra essere stata decisa ed è del resto inevitabile: il radiocollaraggio. Essendo con ogni probabilità un orso che non ha elementi che lo rendano riconoscibile, è fondamentale catturarlo per sottoporlo a test genetico e confermare che sia lo stesso esemplare che ha incontrato l’operaio comunale nei boschi. Quindi a breve sarà predisposta una trappola a tubo in zona, con la speranza di riuscire a catturare lo stesso esemplare che sabato ha avuto l’incontro ravvicinato con il trentatreenne. Una volta caduto nella trappola l’animale sarà sedato, gli verranno prelevati i campioni genetici e sarà rilasciano con un radiocollare, in modo da monitorarne gli spostamenti e il comportamento.
Il futuro dell’orso
E dopo che succederà? Difficile dirlo al momento. Sabato, dopo l’incontro uomo-orso, nel suo comunicato stampa la Provincia era stata categorica, scrivendo che dopo l’identificazione genetica si sarebbe proceduto «con il provvedimento di rimozione previsto dal Pacobace per orsi riconosciuti come pericolosi». Parole forti e nette, forse frutto anche della foga del momento, che negli ultimi giorni sarebbero state portate a più miti consigli. Per ora l’indicazione sarebbe quella di procedere con cattura e radiocollaraggio, poi si vedrà. A luglio la Provincia aveva firmato un’ordinanza urgente di abbattimento prima ancora di conoscere l’identità dell’orsa (Kj1) responsabile dell’aggressione al turista francese, una decisione che era stata subito impugnata al Tar dalle associazioni animaliste, con il tribunale che aveva dato loro ragione. Improbabile quindi che la Provincia percorra di nuovo una strada che già si sà essere un vicolo cieco. Più probabile allora il decreto di abbattimento in forza della legge 9, ma potrebbe anche questa essere una decisione da rimandare quando il quadro sarà più chiaro. Questo perché fonti da Roma fanno sapere che dal Ministero dell’ambiente non vedrebbero di buon occhio un nuovo abbattimento. Le valutazioni sono quindi rimandate a dopo l’identificazione dell’animale
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