L'iniziativa

lunedì 10 Marzo, 2025

Ospedali, l’81% di medici è stato vittima di aggressioni. Lanciata una campagna di sensibilizzazione

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Nei prossimi giorni i messaggi rivolti all’opinione pubblica verranno diffusi nei Pronto soccorso degli ospedali.

Secondo una recente ricerca sostenuta dalla Fnomceo l’81% dei medici italiani afferma di esser stato vittima di aggressioni fisiche o verbali da parte di pazienti o parenti e amici di pazienti. E ciò non solo nei reparti psichiatrici ma anche nelle aree di emergenza e pronto soccorso degli ospedali se non addirittura sulle autoambulanze.
Alla luce di questa situazione la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha deciso di lanciare, a livello nazionale, una campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini. La campagna si concretizzerà in una serie di poster e messaggi volti a creare consapevolezza nell’opinione pubblica e nei pazienti del ruolo che il medico – unitamente a tutto il personale sanitario – svolge all’interno della società e negli ospedali e ambulatori.
Episodi di violenza fisica e verbale negli ultimi mesi si sono verificati anche in Trentino, seppur in un numero inferiore rispetto a quanto registrato in altre regioni italiane.
Anche per questo l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Trento, assieme all’Azienda provinciale per i servizi sanitari e all’Assessorato provinciale alla salute, ha deciso di aderire a questa campagna. Nei prossimi giorni i messaggi rivolti all’opinione pubblica verranno diffusi nei Pronto soccorso degli ospedali.
«L’obiettivo di questa nostra adesione – ha commentato il dott. Giovanni de Pretis, presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri – è quello di creare un canale di dialogo e di colloquio con i pazienti e più in generale con l’opinione pubblica. Andremo a ribadire che i medici hanno piena consapevolezza del loro ruolo e delle loro responsabilità. I medici, tutti i medici, sono perfettamente coscienti delle urgenze e dei timori che comprensibilmente, può avere chi è colpito da una patologia o da un incidente. Proprio questa consapevolezza spinge i medici ad essere solleciti garantendo cure e rassicurazioni ai pazienti. Questo avviene in tutti i Pronto soccorso. Dopo di che può anche accadere che rispetto alle aspettative dei pazienti ci possa essere qualche ritardo. Ma in generale le risposte dei medici sono tempestive e commisurate alle urgenze di chi si presenta in Pronto soccorso. Ciò non toglie che la situazione possa essere migliorata soprattutto se si avranno interventi strutturali che colmino le carenze di personale. Il nostro messaggio è il seguente: tutti i pazienti sono uguali e hanno gli stessi diritti così come tutti i medici sono responsabili e solleciti nel dare le dovute risposte ai pazienti, ovviamente in relazione alle risorse disponibili ed alla priorità clinica del caso».
«Gli episodi di violenza contro i sanitari sono inaccettabili», ha evidenziato l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina. «Si tratta di un fenomeno in forte aumento che mette in pericolo la sicurezza degli operatori e rischia di compromettere la tenuta di tutto il sistema, creando ambienti di lavoro sempre più tesi. È nostro dovere cercare la migliore collaborazione possibile a livello istituzionale per porre fine a questi atti intollerabili. Dobbiamo proteggere le donne e gli uomini che ogni giorno lavorano con dedizione per la salute della collettività e garantire loro ambienti di lavoro più sicuri. Occorre andare oltre gli attestati di solidarietà e vicinanza e mettere in campo azioni concrete: misure preventive, formazione del personale e sensibilizzazione della popolazione. Iniziative come quella della Fnomceo vanno sostenute proprio perché puntano a ricostruire quel fondamentale patto di fiducia tra medico e paziente e a favorire un dialogo positivo, nel rispetto reciproco. Chi si prende cura della nostra salute ogni giorno – ha concluso l’assessore – va rispettato e ringraziato, ma allo stesso modo chi viene curato deve sentirsi accolto perché, quando le persone si sentono “comprese” nel loro disagio, si riduce notevolmente il terreno fertile su cui può crescere la violenza».
«Non possiamo accettare che i nostri operatori siano esposti al rischio di violenza mentre svolgono il loro lavoro, al servizio della comunità, per garantire i bisogni di salute dei cittadini trentini», ha evidenziato il direttore generale di Apss Antonio Ferro. «Per arginare questa deriva e garantire condizioni di lavoro sicure ai nostri professionisti dobbiamo mettere in campo misure concrete, alle quali stiamo lavorando insieme a Provincia, sindacati e forze dell’ordine; contestualmente dobbiamo lavorare ad un cambio di paradigma culturale, affinché i cittadini possano guardare al Sistema sanitario come un bene da tutelare, soprattutto nella sua parte più preziosa: gli operatori sanitari. Sosteniamo quindi con forza questa iniziativa della Fnomceo che ha l’obiettivo sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo degli operatori sanitari del pronto soccorso e sul loro lavoro, un impegno quotidiano sul campo fatto di scelte non facili e tempistiche stringenti. Raccontare cosa succede oltre quella porta che si chiude dietro al paziente – ha concluso Ferro – può davvero contribuire a creare una maggiore consapevolezza nel rapporto medico-paziente».